di Claudio Ricci
(Foto Lucrezia Benfatto)
Una passione nata a 16 anni, prendendo di nascosto la Topolino del padre dal garage. Quindi le gare clandestine a Pitino con il meccanico Luzi e le vittorie nei campionati nazionali di rally e regolarità. Capitoli di una storia straordinaria e infinita dato che oggi Gianpaolo Paciaroni, audace 82enne settempedano ancora non ne vuol sapere di appendere il casco al chiodo. «Nel 1957 non avevo ancora la macchina – inizia così il suo racconto – C’era il meccanico Luzi che era anche lui un corsaiolo e organizzava delle gare. Uno mi sfidò chiedendomi di affrontare un 4-5 curve in salita verso la chiesa del Glorioso, il sindaco Mezzanotte ci diede il via». «Le prime paure con Ludovico Scarfiotti nel percorso da Porto Recanati andando a scuola a Macerata hanno forse condizionato un po’ le mie scelte», ammette Gianpaolo. Solo alcuni frame di un fantastico film al limite della velocità che il pilota campione di rally, regolarità, go kart ed enduro racconta nell’intervista alle telecamere di Cronache maceratesi.
Le vittorie importanti iniziano nel 69 a bordo della Lancia Fulvia Coupè con il podio sul campionato italiano di velocità. Nel 1971 è la stessa Lancia a regalargli un’auto, la mitica Hf preparata da rally. Quindi il richiamo delle moto da cross passando vicino all’officina Ulissi. In mezzo i pedali: la vittoria con il campionato italiano di discesa dalla montagna con le mountain bike. Oggi ad 82 anni ha trasmesso la passione ai nipoti. Gianluca corre con le 125 da Enduro. Il più piccolo, Marco, fa da navigatore al nonno nelle gare di regolarità. Intanto Gianpaolo ha trovato il modo per misurare il tempo con un navigatore a lancette che tiene il tempo senza bisogno dell’elettronica. Solo un altro dei paragrafi di questa vita alle prese con il tempo, lo spazio e la velocità. La prossima gara la disputerà nella notte tra sabato e domenica sul monte Conero a bordo della sua 112 Abarth.
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