Le bare allineate nella palestra di Ascoli
di Marina Verdenelli
(Foto Federico De Marco)
Trentacinque bare allineate, in tre file, adagiate su un tappeto blu, dove spiccano due bare più piccole, bianche. Sono quelle di Giulia Rinaldo, morta abbracciata alla sorella Giorgia, salvata dai vigili del fuoco e dalla Croce verde di Macerata a Pescara del Tronto (leggi l’articolo) e Marisol Piermarini, 18 mesi, morta sotto le macerie di Arquata. Bastano loro a far piangere la folla arrivata ad Ascoli per i funerali solenni nel giorno del lutto nazionale. La palestra comunale del quartiere di Monticelli, messa a disposizione per le esequie, è piena all’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Fiori profumati, foto appoggiate ai feretri, ricordi, biglietti, oggetti appartenenti alle vittime circondano le bare. Si piange, si urla dal dolore, si ascoltano i racconti di chi ce l’ha fatta. Al funerale anche il premier Matteo Renzi, arrivato con la moglie Agnese e il presidente del senato Pietro Grasso e quello della camera Laura Boldrini. Con loro il governatore delle Marche Luca Ceriscioli. E ancora c’erano il deputato 5Stelle Luigi Di Maio, il vice ministro alle Infrastrutture Riccardo Nencini e David Sassoli, vicepresidente del Parlamento Europeo.
“Siamo con voi, vi aiuteremo, i soldi ci sono, ma dobbiamo farlo insieme”. Il presidente del consiglio Matteo Renzi strappa questa promessa ai parenti delle vittime del terremoto, finita la cerimonia funebre. Lo fa camminando tra le bare all’interno della palestra comunale e fermandosi a salutare, accarezzare e parlare con i familiari di chi non ce l’ha fatta. E dalla palestra parla della nomina “di un commissario unico che gestirà la ricostruzione e si occuperà delle famiglie sfollate, non come a L’Aquila dove si rideva”.
I giovani dei due paesini ascolani colpiti dal sisma gli vanno incontro. Gli stringono la mano, Renzi li abbraccia. “Non vi dimenticheremo è una promessa. Sono venuto qui a farvela”. Poi si avvicina ai familiari di Milvina Baroni, 90 anni, Ercole Filotei, 61 anni, e Elsa Baroni, 92 anni, tutti morti a Pescara del Tronto. “Ho perso mia suocera e il fratello di mio marito – le dice Sabrina Cappelli – non ho più nemmeno il mio negozio. Non ci lasci così. Le scuole, come faremo con le scuole? Abbia attenzione per noi”. La messa è stata officiata dal vescovo di Ascoli, monsignore Giovanni D’Ercole, che durante l’omelia ha annunciato in diretta la morte di un’altra vittima delle macerie, avvenuta in ospedale. “Siamo una sola famiglia – ha detto il vescovo – abbiamo sofferto e pianto insieme. Ora è il momento della speranza. Il terremoto ti toglie tutto ma non il coraggio della fede”. Poi ha raccontato alla folla presente al funerale che lui era a Pescara del Tronto quando hanno trovato Giorgia, la bambina di 4 anni salvata sotto le macerie. “Non vi lasceremo soli – ha aggiunto D’Ercole – non abbiate paura e non perdete il coraggio”.
Le massime autorità dello Stato presenti al funerale
Tra i familiari delle vittime, nella prima fila di bare, anche Giovanni Celani, fratello di Giulio, 54 anni, estratto vivo dalla casa crollata ma poi deceduto. “Io ero lì – dice il fratello – quando lo hanno tirato fuori. E’ morto tra le mia braccia”. Il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, è al funerale con il tricolore. “Non sarà facile smaltire il dolore – commenta il primo cittadino – abbiamo chiesto alle autorità di avere certezze sulle ricostruzioni e molta attenzione”. Un’ora e mezza di messa poi la benedizione delle bare. Anche il presidente Mattarella va a salutare i parenti delle vittime, rimasti accanto alle bare. Lo fa per primo.
Il presidente Mattarella abbraccia un familiare delle vittime
Una parola per tutti, strette di mano, sorrisi di vicinanza al dolore. Qualcuno lo abbraccia stretto, piange. Poi lascia la palestra per andare all’ospedale e portare un regalo alla piccola Giorgia, la sorellina di una delle vittime, che oggi compie 4 anni (leggi l’articolo). Poco dopo le 14 le 35 bare iniziano ad uscire dalla palestra una ad una, sorrette dai vigili del fuoco. Le vittime nelle Marche sono state in tutto 50. Alcune bare oggi non presenti erano già tornate nelle città di origine delle vittime.
(Servizio aggiornato alle 18,30)
Giulia Rinaldo, morta a 9 anni, sotto le macerie di Pescara del Tronto
La piccola Marisol Piermarini, morta a 18 mesi
La bara bianca portata dai vigili del fuoco
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Signore sta vicino a questa gente oggi più che mai!!
Le alte cariche dello stato …..che se ne fa sta povera gente rimasta senza affetti e senza case
Come accadde per il terremoto del 1997 queste popolazioni hanno dimostrato una dignità e compostezza incredibile.
Oggi è il giorno del dolore. Poi verranno le inchieste giornalistiche su come ci si è orientati per la ricostruzione e con esse i giorni del disprezzo. Un copione sempre uguale, oggi tutte promesse poi di gente che talaltro non credo che rimarrà ancora a lungo al governo viste le cose inutili, faziose che hanno fatto già perdere anni di tempo per cercare di dare veramente una spinta a tante di quelle cose che rendono l’Italia l’ultimo paese d’Europa e il primo del Nord Africa. Stupefacente la frase di Renzi: ” I soldi ci sono “. Nessuno ne dubitava, neanche i tanti poveracci contati a milioni nella democratica Italia dalla Costituzione più bella del mondo nei suoi primi dieci articoli che sono poi quelli che maggiormente non è che vengono ignorati ma proprio calpestati. Ci fosse mai un’alta carica dello Stato che dica: ” Non ci vado, perché come sempre fra qualche tempo tutti si accorgeranno che quel giorno è stato da parte nostra, i notabili dello stato, un vergognoso bagno di ipocrisia. Qualcuno non è d’accordo? Bene vado a prendere i report di centinaia di esempi in cui abbiamo fatto la nostra solita figura meschina. “