di Laura Boccanera
(foto Federico De Marco)
Si è chiuso con la musica, una costante di questi 4 anni. Futura festival ieri sera ha salutato il pubblico di Civitanova Alta e dopo 9 serate e oltre 100 appuntamenti ha mandato in archivio l’edizione 2016 non senza una polemica finale. A congedare il festival il direttore artistico Gino Troli che ha ringraziato tutti i collaboratori, riservando invece qualche frecciata a chi ha dato poco spazio alla manifestazione. «Ma il saluto finale lo voglio rivolgere al nostro pubblico, amico amato di Futura, sempre presente e sempre con noi, caldo, vicino, appassionato, un pubblico su cui ogni ospite ha espresso un giudizio positivo e spesso ammirato. Futura siete voi e la cultura è nelle vostre mani, in ottime mani. Grazie infinite», ha detto ieri Troli dal palco. E oggi, ancora a caldo commenta: «credo che il festival sia andato bene, senza sbavature, è filato tutto liscio e sono soddisfatto – commenta – certo per il futuro bisognerà approntare alcune modifiche, per prima cosa la lunghezza, forse due weekend sono troppi, occorre concentrare date e appuntamenti. In molti si sono lamentati per il sovrapporsi di eventi e di non essere riusciti a seguire tutto. Ci lavoreremo».
Sul festival in realtà c’è una data di transizione, che è proprio il 2017, anno di elezioni e che potrebbe non garantire la durata della manifestazione a causa dei diversi tempi della politica rispetto a quelli dell’organizzazione: «metteremo in cantiere la quinta edizione, anche se sarà un anno di transizione. Per il festival si inizia a lavorare a dicembre, vedremo cosa si farà. Io sono soddisfatto, ci sono alcune cose che sono andate molto bene, i laboratori per i bambini si confermano una costante di grande attrazione». In attesa di capire cosa sarà del futuro di Futura, la serata conclusiva è stato caratterizzato dal ritmo della Med Free Orchestra, capace di far alzare dalle sedie e ballare sotto il palco anche il pubblico compassato che fino a poco prima aveva ascoltato il dibattito fra Italo Moscati e il regista Paolo Genovese, reduce dal successo del film Perfetti sconosciuti che ha chiuso la triade dei grandi registi arrivati a Futura. Grande successo hanno riscosso anche i laboratori promossi e organizzati da Unicam e dalla Festa di Scienza e Filosofia di Foligno: ogni giorno i posti venivano esauriti da bambini e curiosi. Un’ edizione quella passata nel segno delle collaborazioni: Futura ha infatti preso parte al progetto Festival in rete, il nuovo network culturale che si è costituito nel Centro Italia tra Marche, Umbria, Toscana e Lazio: ovvero la manifestazione civitanovese, la Festa di Foligno, Il borgo dei libri di Torrita di Siena e La parola che non muore di Civita di Bagnoregio. Non solo, in questa quarta edizione, Futura ha ospitato il Festival della Crescita di Milano e il Festival della Didattica Digitale di Lucca, con convegni, incontri, laboratori, mostre.
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Il direttore artistico di Futura, Troli, “se la suona e se la canta”, vede un “clamoroso” successo del festival che non esiste. Per fortuna i civitanovesi (ora coccolati, ma nella prima edizione “trattati” diversamente) hanno buona memoria e fanno confronti con il passato. Si chiude un’altra edizione con numero di presenze non esaltante, difetti di organizzazione (non ci si può lamentare se il festival non riceve attenzione). Un evento come sempre “calato dall’alto” con poco collegamento con il territorio, specialmente con le scuole (principali agenzie culturali). Ritorno economico scarso per la Città Alta (perchè abolita la parte del festival che si teneva al Porto?), una desolazione vedere le vie buie, bus navetta con minimo utilizzo. Difetti organizzativi evidenti: l’unico ospite “straniero”, il filosofo spagnolo Savater collocato al pomeriggio, sotto il sole del chiostro Sant’Agostino, limitando la partecipazione del pubblico. Per non intralciare l’esibizione della ballerina Abbagnato, in serata al Palasport, pur trattandosi di festival e pubblico diversi. Il regista Moretti, corteggiato per anni e presentato tra gli ospiti del “Grande cinema”, ma venuto a recitare la Ginzburg, nel centenario della nascita. Appuntamento previsto al Teatro A. Caro, che l’organizzazione “imprevidente” ha dovuto spostare in piazza, considerato il richiamo del regista. Non azzeccato nemmeno il film: tentando un collegamento con la Ginzburg si poteva proiettare uno dei primi film di Moretti – es. Ecce Bombo – in cui intrerpretava Michele (ispirato da Caro Michele). Niente di tutto ciò, si è proposto “Caro Diario”, che non c’entra nulla; non preso in considerazione “Mia madre”, in cui come nel romanzo della Ginzburg si affronta il rapporto madre-figlio. A Moretti è stato assegnato – con decisione dell’ultim’ora – il premio “Esploratori del Futuro”, previsto inizialmente per lo scienziato Rizzolati. Il regista lo ha accolto con un gelido “grazie”, lasciando con un “palmo di naso” il sindaco e l’assessore Silenzi (giunto in piazza 10 minuti prima). Resta quella del 1981, lo ricordo poichè ero nel CdA dei Teatri di Civitanova, l’unica volta in cui Moretti è venuto a Civitanova a parlare di cinema. Presentò al Rossini il film “Sogni d’oro”, appena premiato alla Mostra di Venezia con il Leone d’Argento per l’opera prima. Per non parlare della parte di Futura dedicata ad Annibal Caro (di cui in assenza di monumento è stato collocato su un balcone un manichino). Si è girato attorno al letterato, senza entrare nel cuore della sua opera. Come quando si naviga intorno ad un isola senza mai trovare l’approdo. Sorvoliamo sulla mostra, ennesima occasione perduta, ma nel festival si è trattato di Enea (nessun riferimento al presente come invece in programma), di Troia e di traduzione, senza affrontare specificamente la versione del Caro. Si è anche ricordato Ronconi, regista de Gli Straccioni nel 1966, ma non si è pensato alla nuova rappresentazione della commedia. Si è puntato al personaggio famoso (es. Cacciari) senza preoccuparsi di celebrare Annibal Caro. Futura ha quasi completamente rinunciato, alla parte musicale – che quest’estate ha sede in una “inventata” Arena del Mare – che avrebbe potuto assicurale presenza di pubblico. La chicca organizzativa di quest’anno – ce n’è una in ogni edizione del festival (nella prima il numero elevato di forfait) – è aver annunciato in pieghevoli stampati e distribuiti, in almeno 1000 copie, nella serata di Cacciari, la presenza a Futura di Paolo Sylos Labini, l’economista scomparso 10 anni fa. Con tutto questo il direttore Troli comunica di mettere in cantiere l’edizione 2017 di Futura. Uno dei limiti di Troli è essersi legato all’amministrazione comunale in carica – in particolare a Silenzi (con cui è stato in Giunta Regionale), che ha cancellato la positiva esperienza di Popsophia. Troli frequenta poco Civitanova e legge poco i giornali, altrimenti saprebbe che l’Amministrazione è squassata da contrasti interni. La maggioranza non si presenterà coesa alle elezioni e non sarà confermata. Non si capisce perciò chi consentirà a Troli di ripetere la poco felice esperienza di Futura. Domenica sera quindi, a conclusione del festival, con senso della misura, Troli poteva ringraziare i presenti e salutare Civirtanova, nella certezza che non lascerà rimpianti.
Il prossimo anno Troli legge ….” Gli Addii “, famosa composizione del grande trio Slenzi Corvatta Costamagna ( in rigoroso ordine alfabetico ). Già creato lo slogan per l’edizione ( ma quale? AHAHAHAH ): Futura, con poco passato e niente futuro. AHAHAHAHAH.