Quando affittare una camera
diventa un enorme problema

A Potenza Picena un cartello ha posto limiti anche alle inclinazioni sessuali dei richiedenti. Non sono mancate reazioni indignate ma così va il mondo

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di Giancarlo Liuti

Settant’anni fa molti giovani calabresi, pugliesi, siciliani e campani “emigrarono” a Torino in cerca di lavoro e lo trovarono alla Fiat dove contribuirono alla prosperità di quest’azienda ma anche alla crescita dell’economia nazionale. Eppure in parecchi portoni della capitale piemontese c’erano cartelli con su scritto “non si affitta ai meridionali”. Oggi si parla molto di “razzismo” e unanimemente lo si condanna, ma da alcune parti politiche lo si fa soltanto a parole perché nella sostanza dei loro programmi e delle loro proposte l’avversione contro gli esseri umani “diversi” è palese. Tornando ai vecchi cartelli di Torino, essi erano frutto di un modo di pensare molto diffuso in quella città, direi naturale. E fu il futuro, non l’allora presente, a dimostrare che erano sbagliati per gli interessi sia dei torinesi sia degli italiani in generale. Ma così andava quel mondo. E così va il mondo attuale fin quando il futuro non lo cambierà. Speriamo in meglio, ma non è detto. Il grembo degli dei o, se si preferisce, il destino, è misterioso. Come difendersene? Forse con un po’ d’ironia.

Il cartello apparso al Pincio

Il cartello apparso al Pincio di Potenza Picena

Giorni fa, nel parcheggio del Pincio di Potenza Picena, è comparso questo cartello: “Affittasi camera ammobiliata. No stranieri, no omosessuali”. Poi un numero di telefono, che i giornali si sono astenuti dal riportare per ragioni di privacy (della propria “privacy”, però, a quel signore non gl’importava né poco né punto). I commenti che ne sono seguiti sono stati – un tantino ipocritamente, secondo me – di “scalpore” e “indignazione”. Siamo infatti sicuri che quel cartello non corrispondesse ad almeno una notevole parte dell’opinione pubblica? E non solo, intendiamoci, di Potenza Picena, ma di tutta Italia? A mio avviso nella presunta “inciviltà” di quel signore c’è semmai stato il “coraggio civile” di esporre in pubblico la “nudità incivile” della propria coscienza, che non è poi tanto diversa da quella che molti di noi nutrono, senza dirlo, nel profondo dell’animo. Ammettiamolo: così va il mondo attuale. E il futuro, ripeto, sta nel grembo degli dei. E allora? Scherzarci. Altro sistema non c’è.
Con tutta evidenza nell’appartamento di quel signore ci sono due camere da letto, una per lui e una da affittare alla scopo d’incrementare le entrate mensili. Ma qui salta fuori qualche problema. Primo: cosa c’è nella stanza affittabile, due letti separati, un letto “matrimoniale” o un solo letto singolo? Secondo problema: tale ipotizzabile differenza di letti è importante ai fini dell’eventuale contratto perché , nel caso di due letti o di uno a due piazze, l’affittante dovrebbe esser disposto ad accogliere non soltanto una sola persona. Terzo problema: non si vogliono “stranieri”, ma l’espressione è troppo generica. Dobbiamo credere che lui non intenda cedere quella camera nemmeno a un dovizioso statunitense di pelle bianca? Ne dubito. Più probabilmente, anche se per un soprassalto di pudore lui non l’ha detto, il limite d’ingresso si riferisce a stranieri di pelle scura o perfino nera, magari del Burkina Faso, nel pieno dell’Africa, e magari arrivati in Italia coi barconi degli scafisti. Chissà.
Quarto problema: la verifica delle identità. Ed è il più complesso. Facile, come s’è detto, per i cosiddetti “stranieri”, cui sarebbe chiesto di esibire il passaporto. Facilissimo, poi, se scuri di pelle: basterebbe un’occhiata. Ma per gli omosessuali? In che modo l’affittante potrebbe sapere se l’eventuale affittuario o, peggio, i due eventuali affittuari hanno queste inclinazioni erotiche? Nella carta d’identità non c’è scritto e immagino che lui o loro non lo dicano anche se gliene vien fatta precisa domanda, specie se non vedono l’ora di coricarsi insieme in un comodo letto e abbandonarsi a effusioni. Nonostante quel lapidario cartello apposto al Pincio di Potenza Picena, quindi, l’identità omosex dei richiedenti alloggio resterà, purtroppo per quel signore, un mistero, che forse lo angustierà a lungo nelle notti da lui vanamente pretese eterosessuali. Ma così va il mondo, ho detto prima. E lo ripeto. Va male o va bene? Questo sta scritto soltanto nel grembo degli dei.



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