di Gabriele Censi
Symbola legge i numeri di un Italia che cresce, meglio e di più, dove c’è impresa coesiva. Più fatturato, più occupazione e più volontariato se si è attenti a sostenibilità diritti e rapporti con le comunità. Questo in sintesi dice il rapporto presentato questa mattina su cui si è sviluppato il dibattito della giornata. Paola Concia, consulente per Itkam, la Camera di Commercio Italiana per la Germania, lancia la nuova sfida per Realacci e soci: “Serve una Symbola europea, è questo il prossimo passo”. La sostiene Simona Bonafè che con il sottosegretario Luigi Bobba ha chiuso gli interventi del pomeriggio: “Da europarlamentare sto lavorando al dossier sull’economia circolare che non è semplicemente la politica dei rifiuti ma, quello che qui viene detto da anni, un nuovo modello di sviluppo”
La giornata ha avuto anche un extra con Alessandro Bergonzoni che ha commentato a suo modo: “Abbiamo cercato di raccontare quello che spesso viene considerato un’economia ma è anche l’economia che facciamo d’altri. Alle volte pare che fare economia non vuol dire risparmiare ma risparmiarci. E’ anche un tema artistico, filosofico e spirituale e non può essere legato semplicemente ai numeri e alla moneta. Io credo ci sia raccordo tra i fondi, da fondamentale, e il fondo che noi tocchiamo. Tutti credono che io giochi con le parole ma son le parole che stanno chiedendo da tantissimo tempo un’altra realizzazione, per coprire quella zona di nessuno tra la politica e il cittadino. Lì in mezzo andrebbe arato”.
La vice presidente del Senato Valeria Fedeli conclude invece gli interventi del mattino:”Usciamo da qui e proseguiamo il lavoro nelle nostre sedi, in Parlamento c’è un disegno di legge sulla contraffazione che non mi piace, serve un’azione di lobby trasparente in coerenza con quanto diciamo in questa sede”.
La prima giornata del “Seminario estivo” di Symbola si è aperta con la presentazione del rapporto “Coesione è Competizione – Le nuove geografie della produzione del valore in Italia” realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere in partnership con Consorzio Aaster e Aiccon e con il sostegno di Enel e Comieco.
“C’è un’Italia che resiste e sa essere innovativa, creativa, solidale, collaborativa, – ha detto il segretario generale Fabio Renzi – vocata alla qualità e alla bellezza. In poche parole resiliente, giusta e competitiva, nonostante la ripresa fatichi a decollare. È l’Italia della coesione, quella che vede le aziende camminare con le comunità, coinvolgere i cittadini e i consumatori, valorizzare e sostenere i lavoratori, relazionarsi alle energie dei territori. Proprio le imprese ‘coesive’ – quelle cioè che intrattengono relazioni con le altre imprese, le comunità, le istituzioni, i consumatori, il terzo settore – hanno una marcia in più che permette loro di andare lontano. Tanto che le nostre imprese ‘coesive’ hanno registrato nel 2015 aumenti del fatturato, rispetto al 2014, nel 47% dei casi, mentre fra le imprese “non coesive” tale quota si ferma al 38%.
Dimostrando una migliore dinamicità anche sul fronte dell’occupazione: il 10 % delle imprese coesive ha dichiarato assunzioni nel 2015, contro il 6% delle altre. Idem dicasi per le esportazioni: le imprese coesive hanno ordinativi esteri in aumento nel 50% dei casi, a fronte del 39% delle non coesive, e sono maggiormente presenti sui mercati internazionali (il 76% di esse sono esportatrici contro il 68% delle non coesive). Sempre le realtà attente alla coesione sono quelle che hanno nel dna una considerazione maggiore di valori come l’ambiente (investono infatti in prodotti e tecnologie green il 53% delle imprese coesive contro il 38% delle non coesive), la creazione di occupazione e di benessere economico e sociale, gli investimenti in qualità (l’81% delle imprese coesive ha fatto social investment nel 2015 contro il 76% delle altre). Tutte queste realtà danno corpo e sostanza a quell’Italia che, sfidando tutti i pronostici, è protagonista europea nell’economia circolare, nella green economy e nella riduzione delle emissioni climalteranti, con primati nel surplus manifatturiero (una delle sole 5 nazioni al mondo con un surplus sopra i 100 miliardi di dollari)”.
“Quando l’Italia scommette sui suoi talenti e sulle comunità, quando investe sulla qualità, l’innovazione e la bellezza – commenta il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci – allora ce la fa e spesso vince nel mondo. Una scommessa ancora più valida dopo la Brexit. C’è infatti un Paese che combatte, resiste e compete grazie ad una combinazione unica di memoria del passato e voglia del futuro, di competitività e coesione sociale, di resilienza che è fatta di legami territoriali e beni comuni, di equità e giustizia sociale, di collaborazione, solidarietà e innovazione. Un’Italia che, a partire dal prossimo anno, può avvantaggiarsi dall’obbligo di redigere il bilancio sociale e ambientale per le imprese sopra i 500 addetti fissato dall’Ue. Un Paese ricco di saper fare artigiano che abbraccia ricerca, cultura, bellezza e raccoglie le sfide del web e delle nuove tecnologie. Un’Italia che fa l’Italia senza lasciare indietro nessuno e anzi trovando nuova forza nel viaggiare uniti, nel tenere insieme le diversità. Un’Italia dall’economia più a misura d’uomo, più vicina all’economia di cui parla Papa Francesco”.
“La crescente sensibilità del cittadino ai temi della tutela della sostenibilità in tutte le sue sfaccettature sta progressivamente modificando il modo di fare impresa”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Le aziende, infatti, sono sempre più consapevoli del fatto che una quota importante del successo dei propri prodotti e servizi si gioca oggi anche su aspetti non meramente economici ma valoriali. La forza dell’Italia è nella qualità di un’offerta altamente specializzata. Si articola in filiere e distretti e si fonda su un tessuto di piccole imprese che ‘si alleano’ per affrontare i mercati. E’ una Italia in cui dobbiamo continuare a credere, fornendole gli strumenti per misurarsi con il mondo: semplificazione, digitalizzazione, formazione del capitale umano. Obiettivi strategici per il futuro del nostro Paese, che le Camere di commercio vogliono contribuire a raggiungere”.
Sono intervenuti anche il direttore de Linkiesta Francesco Cancellato, il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli, il presidente del comitato scientifico di Symbola Marco Frey, il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, il direttore generale del Comieco Carlo Montabetti, lo chief executive di Ipsos Nando Pagnoncelli, Orietta Varnelli e Stefano Zamagni, docente di Economia Politica dell’università di Bologna. Nel pomeriggio Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica dell’università Tor Vergata di Roma, Andrea Di Stefano, Luca De Biase, Paola Concia, Leopoldo Freyre, Angelo Inglese, Stefano Micelli, Ginacarlo Morandi e Paolo Venturi.
Domani, sabato 9 luglio, la giornata conclusiva dedicata alla missione dell’Italia: dai talenti di oggi alle sfide del futuro, proporrà un dibattito sulle strade da percorrere per rilanciare il paese che vedrà confrontarsi politica, mondo dell’impresa, associazioni, società civile e istituzioni e le cui conclusioni saranno affidate alpresidente di Symbola Ermete Realacci. Oltre al presidente della fondazione, parteciperanno alla tavola rotonda: il ministro Graziano Delrio, il presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria Enzo Boccia, l’A.d. Enel Francesco Starace, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli; Aldo Bonomi, direttore di Aaster, Rossella Muroni, presidente Nazionale Legambiente, Maria Letizia Gardoni, presidente Coldiretti Giovani Impresa e una nutrita schiera di amministratori, imprenditori, rappresentati di associazioni, della società e del mondo della cultura.
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C’è da contarci, con queste bacchette magiche l’Italia diventerà proprio il mondo fatato della buona impresa, il Fantabosco del mercato. La strega Cattiva-Italia verrà scacciata in men che non si dica.