Basso bacino del Chienti,
la commissione d’inchiesta:
“Provincia responsabile della mancata bonifica”

INQUINAMENTO - Secondo i parlamentari l'ente avrebbe avuto la colpa del fallimento dell'accordo di programma sottoscritto nel 2009. Le conclusioni trasmesse ai presidenti di Camera e Senato e alla procura di Macerata

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Il basso bacino del Chienti

Il basso bacino del Chienti

Inquinamento del Basso bacino del Chienti, la commissione parlamentare: «la Provincia di Macerata ha la responsabilità per la mancata attuazione del progetto di bonifica». Il documento è stato inviato ai presidenti di Camera e Senato ed è arrivato sul tavolo della procura di Macerata. A Civitanova per illustrare i dati si terrà nelle prossime settimane una conferenza stampa. «La mancata attuazione dell’accordo di programma sottoscritto il 7 aprile 2009 – si legge nelle conclusioni della Commissione – tra ministero dell’Ambiente, la Regione Marche, la Provincia di Macerata e i comuni di Morrovalle, Montecosaro, Civitanova, Ascoli, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare per la realizzazione degli interventi di bonifica della falda del sito in questione ha impedito di utilizzare risorse finanziarie pari a 3 milioni e 700mila euro. La responsabilità della mancata attuazione dell’accordo è da attribuire esclusivamente alla Provincia di Macerata». Secondo la commissione, l’ente aveva presentato un progetto definitivo che prevedeva un quadro economico complessivo di interventi per oltre 10 milioni. «Detto progetto definitivo non è stato approvato dalla conferenza di servizi ministeriale in quanto risultava sostanzialmente difforme dal progetto preliminare di bonifica approvato e oltretutto prevedeva dei costi di gran lunga superiore rispetto a quelli previsti nell’accordo». Sempre a detta della Commissione «la Provincia è altresì responsabile di non aver tramesso in qualità di soggetto attuatore, un progetto definitivo aggiornato sulla base delle prescrizioni indicate nei pareri dell’Arpam e dell’Ispra e della Regione così come richiesto con decreto direttoriale relativo alla conferenza di servizi ministeriali del 12 ottobre 2011. Non è dato comprendere – continua la Commissione – perché la Provincia abbia dapprima consentito di far redigere un progetto definitivo difforme dal progetto preliminare approvato e successivamente sia rimasta inerme rispetto alla richiesta del ministero di redigere un progetto definitivo affiorato sulla base di prescrizioni e pareri espressi da Arpam e Ispra e Regione. Altro rilievo è che «non risultano indagini svolte dalle autorità amministrativa competenti, in particolare Provincia di Macerata e di Fermo, finalizzate alla identificazione dei responsabili della contaminazione del sito in questione».



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