Nasce la fattoria socio-didattica:
integrazione e amore per la natura

MACERATA - Presentata questa mattina l'iniziativa di Comune, Ircr e Meridiana. Sarà realizzata a Piedicolle, a Corridonia

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Da sinistra Ivo Schiaffi, (direttore generale Ircr), Paola Medori, Giuliano Centioni, l'assessore comunale Marika Marcolini, Giuseppe Spernanzoni e Luca Rosconi

Da sinistra Paola Medori, Giuliano Centioni, l’assessore comunale Marika Marcolini, Giuseppe Spernanzoni e Luca Rosconi

 

fattoria socio-dodatticadi Federica Nardi

L’aria di campagna, gli alberi, l’orto, gli animali. Elementi di una vita rurale che spesso i più piccoli non hanno mai visto se non in fotografia. E un contesto fatto di ritmi scanditi dal ciclo naturale che può aiutare con piccoli lavori quotidiani le persone con disabilità fisiche e mentali. Questo il cuore del progetto della fattoria socio-didattica di Comune, Ircr e Meridiana, presentato questa mattina a Macerata. Sarà realizzata a Piedicolle, a Corridonia, su uno dei terreni di proprietà dell’Ircr. E il primo passo è già stato fatto: l’orto, di 0,7 ettari, è in coltivazione. Chi lo lavorerà sarà seguito da Marisa Vigioni, responsabile delle serre di Meridiana. «Affiancheremo il progetto della fattoria socio didattica alla coltivazione dell’orto e degli alberi da frutta – dice Giuliano Centioni, presidente dell’Ircr – La nuova produzione è iniziata da maggio, a metà luglio avremo i primi prodotti che saranno poi mandati nelle nostre case di riposo e nelle mense scolastiche». Come quella di Villa Cozza dove, come anticipato dal vicesindaco Stefania Monteverde, a settembre arriverà un nuovo asilo (leggi l’articolo). La verdura prodotta, biologica, potrà essere venduta anche con l’aiuto del Mercato ortofrutticolo sia a privati che a scuole pubbliche. A entrare nel dettaglio del progetto Giuseppe Spernanzoni, presidente della Meridiana: «Sistemeremo la struttura che c’è per trasformarla in un centro aziendale e in una meta per le gite scolastiche dei ragazzi. Sarà un percorso fondamentale per la collaborazione tra generazioni». L’Ircr possiede circa 123 ettari di terreni di cui 107 sono coltivabili, anche se con produttività diverse. Mentre quelli che rendono di più in termini di raccolto vengono gestiti direttamente dall’Ircr, gli altri, spiega l’agronomo Luca Roscani, «vengono rinaturalizzati, cioè se prima c’era un uliveto o un frutteto recuperiamo lo stato originario del terreno, come nella nuova fattoria». La presentazione del progetto è stata anche occasione per tirare le somme del primo anno di gestione diretta da parte dell’Ircr dei suoi terreni agricoli. «Nel 2015 siamo in sostanziale pareggio – dice Giorgio Piergiacomi, del cda dell’Ircr – Con un rendimento del 50 percento in più rispetto all’anno precedente. Nonostante molti terreni andassero recuperati e nonostante altre due variabili senza controllo. Quella del clima e quella dell’andamento del grano, che ha quotazioni sempre più basse».



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