«Un cementificio sta ad un inceneritore come un bagno sta ad un cesso, i controlli nei cementifici sono circa il 25 per cento di quelli che avvengono negli inceneritori, che noi combattiamo», così Rossano Ercolini, il fondatore del Movimento Rifiuti Zero, si è rivolto ieri sera alla popolazione di San Severino, nel corso di un incontro pubblico. «I cementifici sono estremamente impattanti nei confronti del territorio, la vostra vallata è un buco, tutto candida l’esposizione della popolazione di San Severino al flusso dei venti, la quantità di materiale trattato è importante solo per la pianificazione regionale, ma di fatto è secondaria, vi ringrazio perché mi avete dato la possibilità di mappare il contesto, sono un maestrino dalla penna rossa, vi assicuro che seguirò attentamente il vostro caso». Ercolini oggi è in Regione per illustrare alla commissione consiliare ambiente e viabilità, la strategia dei rifiuti zero.
«Le Marche sono una delle regioni più virtuose d’Italia, in cui la raccolta differenziata ha raggiunto percentuali altissime, anche grazie alla spinta della provincia di Macerata, dovrebbero salire sul treno delle buone pratiche, il 20 per cento di indifferenziato che resta, non è obbligatorio trattarlo per produrre Css (combustibile solido secondario da rifiuti), con operazioni di questo tipo si espongono le comunità alla disseminazione tossica di questi veleni – ha proseguito il maestro – illustreremo il metodo dei rifiuti zero, in Italia ci sono oltre 255 comuni che hanno scelto questa strategia, per un totale di 4 milioni e 700 mila abitanti, esiste un modo alternativo di gestire i rifiuti». Ercolini ha poi portato l’esempio di una fabbrica di Este in cui il trattamento meccanico dei rifiuti, anziché per produrre Css, viene utilizzato per il recupero della plastica riciclata. La riflessione del maestro toscano ha poi toccato lo scenario aperto dall’articolo 35 dello Sblocca Italia di Renzi, che prevede la costruzione di 12 nuovi inceneritori, tra cui uno nelle Marche, su cui la Regione si è espressa contro. «Si sta aprendo una partita per la gestione dei rifiuti, si gioca alla roulette con i territorio per fare gli investimenti – ha affermato – l’articolo 35 è servito per mettere nelle mani delle multichimiche il monopolio della gestione dei rifiuti, che sono trattati come una questione sporca.
L’Unione Europea ci dice che nel cassonetto c’è una miniera d’oro, non siamo più nell’era dei rifiuti, che ci sono quando mischio l’organico al resto, quando si separano sono risorse, considerate i benefici per l’Italia anche in termini di politica economica e posti di lavoro, siamo un paese povero di materie prime, il secondo più manifatturiero d’Europa. Usciremo dalla crisi quando avremo una vera e propria industria dei rifiuti, non abbiamo neanche un piano nazionale per la gestione dei rifiuti, se ad esempio non vogliamo dipendere dalla Cina che commercializza il 90 per cento dei materiali metallici, noti come terre rare, dobbiamo imparare ad estrarli dai rifiuti elettrici ed elettronici». Così si è espresso sul possibile inceneritore regionale Ercolini: «Non si può mettere al centro della programmazione regionale lo smaltimento dei rifiuti, che è un elemento transitorio, reso più aggressivo dall’articolo 35 dello Sblocca Italia, l’Italia non accetta più una democrazia inquinata, occorre la rivoluzione del buonsenso, un inceneritore che dura trent’anni non si può fare contro la gente, quando poi quindici anni dopo ci si accorge che le persone muoiono di più, le scelte devono essere trasparenti e senza arroganza. Il parere della Conferenza Stato Regioni è consultivo, sappiamo che ci sono stati dei voltagabbana, il ministro dell’ambiente Galletti ha paventato alle Marche ed all’Umbria di portare i loro rifiuti in Toscana, quando c’è un inceneritore se i rifiuti non bastano si importano da fuori, ce lo insegna la Germania. Si può fare in un altro modo, non è accettabile esporre la comunità a rischi. I comitati locali devono connettersi, agire localmente e pensare globalmente, a Capannori l’inceneritore era una minaccia, lo abbiamo sconfitto scegliendo le buone pratiche dei rifiuti zero. Piccoli gruppi organizzati possono sconfiggere grandi gruppi, noi abbiamo contribuito a sconfiggere trecento inceneritori».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Una serata veramente brillante ma sopratuttto istruttiva! Lui? un grande!
L’ho ascoltato attentamente, d’accordissimo sul principio rifiuti ZERO, ma non ha dato nemmeno una soluzione.
1° – Il connettersi con chi? Sei il cittadino non viene ascoltato da chi è sulla regia di comando, provincia… regione sino a Roma, con chi altro dovrebbe connettersi. Con il referendum sull’acqua pubblica, poi si è visto come è andata. Stessa cosa per i rifiuti.
Non vi è un piano Nazionale sui rifiuti, sulle industrie del riciclo, sulle industrie degli imballaggi unificati e semplificati, sull’obbligo delle materie prime e secondarie per nuovi prodotti.
Non vi è un piano per fonti energetiche alternative, non vi sono incentivi per i piccoli utenti, ma solo per le lobby….. per cui con chi dovremmo connetterci …. solo tra di noi non è sufficiente.
2° – La politica locale non ha n’è forza n’è gli attributi per contrastare ( lo si è visto recentemente sulla sanità) questo scempio dei nuovi inceneritori.
Anche se i sindaci possono emettere ordinanze sulla limitazione e transito per il trasporto del Css dentro i centri abitati.
Visto poi l’alta percentuale della differenziata nella provincia di Macerata intorno all’80%, con altri sistemi alternativi si può benissimo arrivare vicino al 100%, e rendere inutile l’incenerimento.
3° – Come sopra detto è la politica che deve comprendere queste strade alternative ed applicarle sul territorio, per lo meno provare. Ci sono progetti presentati anche al COSMARI da oltre 3 anni.
Ma tutto tace.
Cosa invece, 1 o 2 volte settimana vado fuori regione, soprattutto nei piccoli comuni per spiegare ed indirizzare al nuovo sistema per una differenziata vicina al 100%, dopo essere passati dall’educazione dei cittadini dal Porta a Porta.
4° – Dapprima vengono portate le risultanze delle analisi fatte dall’Arpam, sia sull’incenerimento del COSMARI, poi del cementificio.
Pochi mesi dopo viene autorizzato la ripresa del COSMARI, ed infine con il benestare di Cerescioli, l’autorizzazione da Roma per l’inceneritore nelle Marche per 200.000 tonn. provenienti soprattutto da altre regioni.
Queste sono i tasselli, che messi tutti insieme, è la certezza di un progetto globale, non per limitare i rifiuti, ma per guadagnare alle nostre spalle e salute. E’ lo stesso esempio del terremoto dell’Aquila, i quali furbetti ridevano per i lauti guadagni sulla ricostruzione.
Ma qui è questione di salute, di aumento delle percentuali di morte per tumori……
MEDITATE GENTE, MEDITATE BENE …….
Molto interessante l’incontro con Ercolini, ma sono cose già dette e ridette da chi si impegna da anni per queste battaglie. Sono d’accordo con Luigi Ranaldi. Se la politica non aiuta i cittadini e pensa solo ai propri interessi, se la politica è succube del ras di turno, se la politica non riesce a capire cosa ci aspetta per il futuro abbiamo poche possibilità di vincere. Però l’esperienza di Ercolini ci insegna a non rinunciare, anzi a combattere sempre di più e sempre più uniti. Ricordo che un gruppo di cittadini è riuscito a bloccare (non ad annullare purtroppo) l’autorizzazione data al cementificio. Quindi restiamo con gli occhi ben aperti perché nessuno ci aiuterà. Un’altra considerazione. Grazie alla politica i rifiuti (se volete chiamateli pure CSS) sono diventati combustibile e quindi si possono commercializzare e acquistare da qualsiasi parte. Non importa se vengono prodotti nelle Marche o in altre regioni quindi il dicorso della differenziata c’entra poco. Anche se la regione decide di passare alle buone pratiche, il cementificio, che è già stato autorizzato ad usarli dopo modifiche dell’impianto, credo che li potrà bruciare comunque. A meno che non venga annullata l’AIA concessa nel 2013. Ad oggi questo non è avvenuto nonostante le richieste fatte ai funzionari regionali. E visti i soggetti coinvolti in questa storia (Caltagirone, il PD, l’UDC e le lobby dei rifiuti) difficilmente avverrà. Solo noi cittadini dobbiamo vigilare e lottare. Non aspettimoci aiuti da nessuno.