Associazioni ambientaliste delle Marche sul piede di guerra contro il Piano provinciale delle attività estrattive (Ppae). Dopo che Confindustria di Macerata, in risposta all’inchiesta di Cronache Maceratesi (parte 1 – parte 2), aveva parlato della «piena condivisione delle associazioni ambientaliste» (leggi l’articolo) sul Ppae approvato lo scorso ottobre, l’Alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane, in rappresentanza anche di tutte le proprie articolazioni locali chiarisce di non aver «mai espresso la propria piena condivisione al piano», invitando Confindustria Macerata «a specificare quale delle associazioni ambientaliste avrebbe espresso la propria condivisione a quel maxi piano, del tutto sovradimensionato – dice l’Alleanza in una nota – e con notevoli dubbi sulla liceità amministrativa della approvazione di un nuovo piano provinciale prima della approvazione del nuovo piano regionale, come rilevato dal Corpo Forestale dello Stato in sede di Valutazione ambientale strategica». A chiedere spiegazioni sono le maggiori associazioni, radunate in alleanza: Cai Marche, Forum Paesaggio Marche, Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra Marche, Legambiente Marche, Lupus in Fabula, Onda Verde Onlus, Pro Natura Marche, Terra Mater e Wwf Marche. «Il Piano proposto dalla provincia di Macerata prevede l’estrazione ogni anno di 1 milione e 224 mila metri cubi l’anno di materiali, quando nel 2014 in tutte le Marche sono stati estratti 1 milione e 460 mila metri cubi l’anno. La provincia di Macerata è anche quella che ha il più alto numero di cave attive, in numero di 23 che sempre nel 2014 hanno estratto per 461.315 metri cubi l’anno. La Provincia – conclude l’Alleanza – ha programmato una estesa distruzione del territorio senza neanche la giustificazione dalla domanda di materiale».
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