Piano cave, Confindustria:
“Immotivato il no della Regione”

L'INTERVENTO - Dopo gli articoli apparsi su Cronache Maceratesi, gli industriali intervengono per chiarire che il progetto della Provincia sulle estrazioni è stato condiviso da tutti ed è necessario per la programmazione e il mantenimento di posti di lavoro

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La cava regionale per il ripascimento delle spiagge, a Treia (foto di Lucrezia Benfatto)

La cava regionale per il ripascimento delle spiagge, a Treia (foto di Lucrezia Benfatto)

Il terreno a Pian della Castagna, al confine tra Treia e Cingoli

Il terreno a Pian della Castagna, al confine tra Treia e Cingoli

 

«Sul piano provinciale delle attività estrattive c’è stata la piena condivisione delle organizzazioni di categoria, delle associazioni ambientaliste e dei i Comuni. L’unico parere negativo, espresso dalla Regione, non è giustificabile perché generico e immotivato». Con queste parole Confindustria Macerata interviene per chiarire la sua posizione rispetto alle polemiche che stanno accompagnando le fasi preliminari dell’attivazione delle nuove cave in provincia di Macerata. Si tratta di una nuova cava a Pian della Castagna (Cingoli), dell’ampliamento, sempre nel Cingolano, di una cava di calcare e di altre tre cave che si dovrebbero attivare a Treia, Cingoli e San Ginesio. A esprimere preoccupazione sui nuovi progetti, che rientrano nell’aggiornamento del Piano provinciale delle attività estrattive (il Ppae, risalente allo scorso ottobre) erano stati i sindaci di Treia e Cingoli (leggi l’articolo), mentre il presidente della Provincia Antonio Pettinari ha puntato il dito contro le ferite lasciate dalle cave regionali per il ripascimento delle spiagge (leggi l’articolo). A stretto giro anche Legambiente di Cingoli aveva lanciato l’allarme perché i bacini regionali intercettano, a Cingoli, aree di interesse archeologico e ambientale (leggi l’articolo). In fase di Valutazione ambientale strategica del piano di recupero delle vecchie cave, che forma parte integrante dell’aggiornamento del Ppae, la Regione aveva inoltre dato parere negativo.

Da sinistra: Alberto Gigli e Antonio Pettinari durante la conferenza stampa di presentazione dell'aggiornamento del Ppae

Da sinistra: Alberto Gigli e Antonio Pettinari durante la conferenza stampa di presentazione dell’aggiornamento del Ppae

Ma Confindustria sottolinea come «l’unico parere negativo è stato quello della Regione che però non ha mai contestato nel merito una difformità del piano provinciale rispetto a quello regionale (il Prae). Ha invece proposto una revisione del piano regionale di cui oggi non esiste traccia e quindi di lontana applicazione, che avrebbe bloccato la programmazione provinciale riportando le imprese del settore nella totale precarietà. Il Ppae é il programma provinciale delle attività estrattive la cui revisione, recentemente avvenuta ad opera del Consiglio provinciale all’unanimità, costituisce un legittimo esercizio di programmazione della Provincia – dice Confindustria Macerata in una nota -. Infatti la prima stesura del Piano provinciale risalente al 2003 è ormai scaduta e alcune aziende hanno esaurito i materiali assegnati in quella fase. Il settore Attività estrattive di Confindustria Macerata aspettava da tempo la revisione del piano e ha chiesto con forza alla Provincia di rispondere alle istanze delle imprese, per le quali questo strumento è essenziale per la programmazione dell’attività industriale e in particolare per la pianificazione degli investimenti e il mantenimento dei posti di lavoro, fortemente auspicato anche dalle organizzazioni sindacali». Tutti d’accordo, dunque, dice Confindustria «sia perché il nuovo piano non stravolge nulla rispetto al precedente, sia per garantire la prosecuzione dell’attività industriale. Si parla poi di pochissimi progetti i cui quantitativi (richiesti e non ancora assegnati) sono inferiori al 30 percento del budget assegnato dalla Regione alla nostra provincia. Anche le superfici interessate sono esigue, alcuni dei progetti riguardano infatti il solo ampliamento di cave già esistenti». Infine Confindustria precisa che per il piano provinciale sulle attività estrattive, autorizzate dai Comuni, c’è una «vigilanza continua finalizzata a verificare il rispetto dei progetti, che peraltro prevedono anche il recupero ambientale e le  garanzie fideiussorie».

(Fe. Nar.)



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