Come da tradizione anche quest’anno l’assemblea della sezione provinciale Federcaccia di Macerata si è svolta a Caccamo di Serrapetrona. Momenti di profonda commozione da parte di tutti i presenti alla consegna della targa in ricordo di Sergio Natalini, presidente della Federcaccia provinciale prematuramente scomparso, consegnata al figlio Giovanni dal presidente regionale Federcaccia Paolo Antonioni, che ha ricordato Sergio come una persona unica e insostituibile che ha dedicato tutta la sua vita all’associazione. Dopo l’illustrazione dei bilanci e la relazione del vice presidente vicario Nazzareno Galassi, approvati all’unanimità dall’assemblea, il presidente Paolo Antonioni ha esposto tutto il lavoro svolto dall’Ufficio Avifauna Migratoria con le ricerche sulla beccaccia, alzavola, beccaccino, frullino, turdidi e pavoncella, finalizzate ad avere dati certi ed inconfutabili da utilizzare in sede di approvazione dei calendari venatori, ribadendo che quello della Regione Marche è uno dei migliori d’Italia nel pieno rispetto delle normative nazionali e comunitarie. «Ogni giorno la Federcaccia è impegnata su tutti i fronti per far si che l’attività venatoria sia sostenibile e conservativa per dare un futuro ai nuovi cacciatori – si legge in una nota – C’è grande preoccupazione in questo momento di transizione con il passaggio delle competenze in materia di caccia tra Provincia e Regione, auspicando una rapida risoluzione alle varie problematiche che sono emerse: controllo corvidi, piccione e cinghiale, rinnovo appostamenti fissi, esami per aspiranti cacciatori, rinnovo decreti gg.vv». Alcuni chiarimenti in merito alle questioni citate sono state dati dal direttore dell’Ofr Marche Daniele Sparvoli, che, invitato all’assemblea, ha spiegato che la Regione si sta prodigando in modo celere per risolvere i problemi, con l’attivazione degli uffici decentrati in ogni provincia. Apprezzato negli interventi dei vari presidenti provinciali e comunali il lavoro svolto dalla Federcacccia in difesa di una attività venatoria che deve avere un ruolo essenziale e prioritario nella gestione del territorio e della fauna selvatica tutta, senza estremismi, ma auspicando la collaborazione di tutti gli interessati alla effettiva gestione, nel pieno rispetto delle tradizioni venatorie marchigiane, supportate con dati scientifici scaturiti dallo studio e dalla ricerca.
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