La cava Sielpa a Cingoli
La valle dove, secondo i documenti regionali, si può scavare
«È errato e dannoso voler intraprendere una nuova attività estrattiva sulle montagne di Cingoli, che ha già pagato un prezzo altissimo sacrificando l’intera vallata del Rio Laque alle cave che hanno irrimediabilmente compromesso il paesaggio». Così il circolo Legambiente “Il nibbio” di Cingoli in una lettera inviata a Cronache Maceratesi, dopo la pubblicazione delle prime due parti del “Dossier cave” (prima puntata – seconda puntata). Legambiente si unisce così all’allarme già lanciato dai sindaci di Cingoli e Treia, Filippo Saltamartini e Franco Capponi, a cui, la settimana scorsa, si era unito anche il presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari. Il circolo cingolano di Legambiente fa sue le parole dei Comuni e della Provincia: «La messa a norma e la riqualificazione ambientale delle cave dismesse devono essere una priorità e condizione essenziale per il rilascio delle autorizzazioni per nuove escavazioni».
Mappe a confronto: a sinistra il bacino estrattivo nell’area di Cingoli, a destra nel riquadro giallo sono segnalati i siti archeologici nella valle di Magliano
Ma a preoccupare il circolo cingolano di Legambiente è soprattutto uno dei siti di escavazione indicati dal Programma provinciale delle attività estrattive (Ppae): «L’aggiornamento del programma provinciale risalente al 15 ottobre scorso ha individuato come “bacino estrattivo prioritario” nel comune di Cingoli anche una zona compresa fra piane Mastro Luca e valle di Magliano – dice Legambiente nella lettera – un’area molto importante dal punto di visto paesaggistico, naturalistico, storico e archeologico e vicina all’area indicata come Sito di interesse comunitario (Sic) della “Macchia delle Tassinete”». Legambiente nella lettera cita puntualmente studi archeologici e ambientali, ricordando che «a Piane Mastro Luca è stata scoperta una delle più antiche industrie litiche del territorio marchigiano, strumenti in selce che risalgono alla fase finale del Paleolitico inferiore arcaico. Mentre il complesso forestale della “Macchia delle Tassinete”, il bosco con maggior presenza di tasso nelle Marche, è un’area floristica e sito d’importanza comunitaria (Sic). Le ricognizioni archeologiche di superficie nella valle di Magliano, iniziate nei primi anni ’70, hanno permesso il recupero e la conservazione di abbondanti reperti archeologici del neolitico, dell’eneolitico, dell’età picena e dell’epoca romana. I rinvenimenti, riferibili a differenti periodi, testimoniano l’importanza che questa valle ha svolto nel passato, una valle ubicata lungo direttrici commerciali che mettevano in collegamento la vallata del Musone con quella del Potenza».
La valle di Magliano
Dati che dimostrano «in maniera inequivocabile – prosegue la lettera – quanto sia errato e dannoso voler intraprendere una nuova attività estrattiva nel sito indicato. Cingoli ha già pagato un prezzo altissimo, sacrificando l’intera vallata del Rio Laque alle cave che hanno irrimediabilmente compromesso il paesaggio. Per questo ci opponiamo fermamente all’apertura di una nuova cava che distruggerebbe anche in questo caso un territorio eccezionale che dovrebbe, al contrario, essere valorizzato dal punto di vista naturalistico, storico e agricolo. Il 20 aprile anche il sindaco di Cingoli- conclude la lettera – aveva dichiarato nel gruppo facebook “Sei di Cingoli se…” che “il comune di Cingoli mai permetterà questo scempio, finchè che io farò il sindaco”. Siamo felici che Saltamartini appoggi questa battaglia di civiltà e di tutela di un bene comune, che non può sottostare solo ed esclusivamente agli interessi economici e politici di pochi. Il territorio è di tutti noi e soprattutto è di coloro che verranno dopo di noi».
(Fe. Nar.)
La valle di Magliano da piane Mastro Luca
La valle di Magliano da piane Mastro Luca
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Ci risiamo, scavate scavate e fate scempio, ci sono fiumi che sono più alti della campagna circostante, scavate e dragate ibgiumi come nel tempo passato e non si avrà più alluvioni e danni dateli gratuitamente alle ditte che vogliono scavare le montagne e si avrà un guadagno per tutti senza pagare idanni che ora si hanni dai fiumi, la cava di cingoli e visibile dal monte ragnolo come se fossimo li davanti, e poi hanno fallito e lasciato tutto lo scempio.