Il vescovo sale in cattedra
e cita Simon e Garfunkel:
standing ovation all’Accademia

MACERATA - Auditorium Svoboda gremito di autorità e rapito dalla lezione di Nazzareno Marconi su fede e arte contemporanea "Da Burri a Giobbe". Il presidente di Abamc Evio Hermas Ercoli: «Emozionante e coinvolgente. Uno dei contributi più importanti che abbiamo avuto"
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Il vescovo durante la sua lezione all’accademia di Belle Arti

(Foto di Lucrezia Benfatto)

Il vescovo Nazzareno Marconi sale in cattedra all’accademia di Belle Arti di Macerata. “Da Burri a Giobbe” il titolo della lezione tenuta in un percorso audiovisivo che ha visto il prelato rapire un auditorium Svoboda gremito di autorità e personaggi del mondo accademico e universitario. In prima fila il prefetto Roberta Preziotti, il questore Giancarlo Pallini, il sindaco Romano Carancini, l’ex sottosegretario Adriano Ciaffi, la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti, il comandante dei Carabinieri Stefano Di Iulio, la vice presidente della Provincia Paola Mariani, il direttore del dipartimento di Scienze politiche, della comunicazione e delle relazioni internazionali Francesco Adornato e l’assessore alla Cultura di Macerata, Stefania Monteverde. Mentre proiettate sulla parete scorrevano le opere dell’artista contemporaneo e concittadino di Marconi (entrambi di Città di Castello), Alberto Burri, il vescovo tesseva in una trama di immagini e suoni la sua relazione sulla ricerca artistica come ricerca di fede. Intanto Piergiorgio Pietroni punteggiava la lezione con letture tratte dal libro biblico di Giobbe.

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Da sinistra Romano Carancini, Francesco Adornato, Paola Mariani e Katia Acciarresi, assessore di Montecassiano. Sulla destra Stefania Monteverde

Un testo controverso di cui il vescovo propone una lettura trasversale e, dell’ultima riga, una traduzione alternativa: «Io ti conoscevo per sentito dire ma ora i miei occhi ti vedono, perciò detesto la polvere e la cenere ma ne sono consolato». Una traduzione del testo ebraico che restituisce la contraddizione del mondo per come viene raccontato nella Bibbia e rappresentato dall’arte povera di Burri, abitato dal male ma saturo della presenza di Dio, che dice il vescovo «è bellezza. Sull’ardito del dramma, la trama dell’arte e dell’armonia». Giobbe, Burri ma anche il mondo contemporaneo. Marconi in chiusura ricorda «ciò che resta dopo è il  silenzio» dice il vescovo, citando apertamente “The sound   of silence” di Simon e Garfunkel. Standing ovation finale sulle note della canzone citata da Marconi e grande emozione per quello che il presidente di Abamc, Evio Hermas Ercoli, ha definito «Uno dei contributi più importanti che abbiamo avuto in Accademia. Emozionante e coinvolgente». Entusiasta anche la direttrice Paola Taddei: «Una congiuntura perfetta tra Burri e il testo sacro resa ancora più speciale dalle immagini e dalla musica».

 

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Le autorità in prima fila – Da destra il prefetto Roberta Preziotti, il questore Giancarlo Pallini, il comandante Stefano Di Iulio la presidente della fonazione Carima Rosaria del Balzo Ruiti

 

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Gli assessori Paola Mariani, Katia Acciarresi e Stefania Monteverde

 

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