A pochi giorni dalla conclusione di Macerata Jazz 2016, la rassegna organizzata da Musicamdo con il sostegno del Comune e degli sponsor privati Hats&Dreams, Domizioli Abbigliamento, Ottica Pietroni, Strumenti Musicali Principi e Apm, il direttore artistico Daniele Massimi fa il bilancio di una edizione di grande successo: «I numeri sono importanti, – spiega Massimi – gli abbonamenti rispetto alla stagione precedente sono raddoppiati e in cinque appuntamenti, in un teatro come il Lauro Rossi con una capienza massima di 400 posti a serata, oltre 1800 spettatori complessivi hanno preso parte ai concerti, una media di 360 spettatori a ad evento. In due serate in particolare e cioè la prima con il quartetto di Bosso e l’ultima con Enrico Rava si è raggiunto il sold out e non tutti hanno potuto assistere al concerto».
«Un grazie particolare- continua Massimi – va fatto ai collaboratori, a Paolo Piangiarelli, alla stampa, al Consorzio Colli Maceratesi Doc, agli amici del ristorante Il Pozzo, e a tutti coloro che hanno reso possibile la rassegna. Anzitutto all’amministrazione, dall’assessore Stefania Monteverde al sindaco Romano Carancini, che hanno partecipato con entusiasmo ai concerti e hanno sostenuto la rassegna, credendoci pienamente e ripagando con la loro fiducia l’impegno di tutto il nostro staff».
La rassegna ha unito cultura e imprenditoria locale con l’incontro tra il mondo del jazz e quello del cappello attraverso la collaborazione con il cappellificio di Montappone Hats&Dreams. Grazie al progetto #JazzForHats, i musicisti che hanno calcato il palco maceratese, da Fabrizio Bosso a Roberto Gatto passando per Michael Blake, i fratelli Cutello sino a Enrico Rava e Gianluca Petrella, si sono fatti testimonial di un’eccellenza tutta marchigiana, una firma da portare in giro per il mondo per raccontare una grande regione, le Marche.
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Chissà cosa sarebbe potuto diventare Macerata Jazz, sul panorama internazionale, se non le fossero state tarpate le ali agli esordi….
C’era un tempo in cui i jazzisti andavano ad Umbria Jazz (a “fare le prove generali”) prima di esisbirsi a Macerata Jazz, tanto era importante (non solo a livello italiano) la nostra rassegna
Si è infatti puntato tutto e solo sull’Opera Lirica, il Jazz non coinvolge la popolazione locale e relativi voti di scambio. Non ha le prime, dove i VIP locali si mostrano con gli abiti nuovi. I costi sono ben diversi. Insomma un’altra conferma delle lungimiranti scelte politiche delle amministrazioni maceratesi.
@ Roberto Cardinali
Magari fosse stata una “scelta” (politica, cultuale, “elettorale”, ecc.) quella di privilegiare un certo contesto invece che un altro….
NEMMENO quello….
Con Macerata Jazz si c’erano tutte le potenziali per far crescere tale rassegnsa ad un livello “importante” (con maggiori impegni, maggiori presenze, maggiori introiti, maggiori visibilità, ecc. ecc. ed anche con -eventuale- voto di scambio) qui si è fatto di peggio…
Mi hanno raccontato, oramai coloro che sono nonni, che all’inizio tale manifestazione richiamava un pubblico vario e variegato da tutta Italia (ed anche dall’estero).
Ma tale pubblico ha allarmato i nostri benpensanti dell’epoca (alcuni dei quali ancora in giro oggi, o che hanno lascito in eredità la loro mentalità) che hanno dormito sonni inquieti….
Chi sono tutti questi forestieri che vengono a disturbare il perenne sonno della bella addormentata sulla collina??>em>
Cosicchè come hanno provato a fare volare Macerata Jazz è stata subito impallinata, non tanto per scelte culturali ma solo per non distrurbare troppo la sonnolenza cittadina.
Infatti si vede ancora oggi: chi in città fa il controccoerente o l’alternativo ( per non dire -addirittura nientepopòdimeno- che il rivoluzionario) è solo un figlio viziato da un padre che fa politica e che lo “accontenta” dando il patrocinio (e psesso i soldi pubblici) ad iniziative pseudoculturali e pseudoartistiche che hanno solo come comun denominatore quello di raccatare qualche voto elettorale, in quanto di artistico e culturale non hanno propio nulla.
Da sempre l’essere contro (a torto o a ragione) è stato contro il Potere Costituito: solo a Macerata questo Potere “gestisce” la rivoluzione (culturale, associativa, sociale) concedendo spazi, denari e visibilità ai nostri rivoluzionari da operetta….
Moltri dei nostri “artisti” sono a libro paga dei politici…