“Buoni pasto,
i conti non tornano”

TOLENTINO - I genitori contrari all'aumento dei prezzi hanno mostrato i dati in loro possesso durante l'incontro con i cittadini. Domandano all'assessore Pezzanesi: "è disposto a fornirci chiarimenti sulle incongruenze emerse?"

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Una mensa scolastica

Una mensa scolastica

“E’ necessario l’aumento del prezzo dei buoni pasto?” La risposta dell’assessore ai Servizi sociali Fausto Pezzanesi (leggi l’articolo) alla domanda non soddisfa coloro che l’hanno posta (leggi l’articolo). Giuliana Del Bello, Ivan Tomassucci e Mirko Angelelli, portavoce di un gruppo di genitori di Tolentino, nel corso di un confronto tra i cittadini che si è svolto venerdì sera – e a cui ha partecipato anche il rinnovato consiglio dei genitori dell’istituto comprensivo Lucatelli – hanno ribadito le loro perplessità e illustrato i dati ottenuti dopo gli accessi agli atti, manifestando quelle che secondo loro sarebbero delle anomalie. «Ci rivolgiamo all’assessore ai Servizi Sociali chiedendogli se ha letto il contenuto della nostra lettera inviata al sindaco, perché dal comunicato stampa le risposte fornite sono quelle di sempre e riferite solo alla domanda finale: non è stato, infatti, citato nessun dato oggettivo per chiarire i fatti – sostengono i portavoce – Allora chiediamo: è disposto a fornirci chiarimenti sulle incongruenze e diversità di dichiarazioni emerse?». I rappresentanti del gruppo di genitori affermano che «le incongruenze sono molte, ma alcune di quelle più evidenti riguardano l’erogazione di servizi a domanda individuale, tra i quali troviamo le mense scolastiche, dove per legge non è prevista una copertura da parte degli utenti in percentuale minima o fissa, salvo che l’ente si trovi in situazione strutturalmente deficitaria: in quel caso la copertura minima dovrebbe essere del 36 per cento. Il comune di Tolentino dichiara nel rendiconto 2014 – sostengono i portavoce –  di non trovarsi in situazione strutturalmente deficitaria e nell’allegato “servizi a domanda individuale – mense scolastiche” al bilancio preventivo 2015, di avere avuto nel 2014 una copertura di questo servizio, da parte degli utenti, del 75,79 per cento sulle spese totali ammontanti a 543.650 euro. Da sottolineare la differenza evidente dal totale dichiarato, nelle risposte a noi pervenute, di €813 .930 – affermano –  Ricordiamo che all’epoca il prezzo del buono pasto era di 3,10 euro e poiché l’amministrazione ha dichiarato che un pasto costa 6 – 6,50 euro, di conseguenza la copertura da parte dell’ente doveva essere di 48,34 per cento – 52,31 per cento, in realtà dal rendiconto è stata del 24,21 per cento. Altra grande differenza la troviamo – proseguono i tre rappresentanti –  alla voce “personale” tra il dichiarato nelle risposte a noi pervenute dall’amministrazione, che sono 321mila euro e quelle riportate nel rendiconto che sono 193,650 euro sia per il 2014 sia per il 2015. Il consigliere Carmelo Ceselli, presente all’incontro, ha confermato che nel costo delle derrate alimentari sono contenute le spese sostenute sia per le mense scolastiche sia per gli asili nido, specificando che dalle determine i costi sostenuti da settembre 2014 a giugno scorso equivalgono a 330mila euro, inferiore quindi ai 350mila euro a noi dichiarato dall’amministrazione e contenuto nel bilancio consuntivo 2014».

Il consigliere comunale Carmelo Ceselli

Il consigliere comunale Carmelo Ceselli, presente all’incontro organizzato dal gruppo di genitori contrari all’aumento dei prezzi dei buoni mensa

I portavoce del gruppo dei genitori continuano: «Dal confronto è emerso, come opinione collettiva, di dover verificare il numero di buoni pasto erogati che, sempre secondo Ceselli, sono circa 141mila euro, cioè in numero maggiore rispetto ai buoni pasti venduti e dichiarati 121.120. Da tale puntualizzazione è sorto un dubbio ai cittadini, i quali hanno chiesto se il mancato pagamento di alcuni è stato scaricato sull’aumento, sollecitando un approfondimento sul numero reale dei pasti erogati, per poi ritrovarci di nuovo per un confronto. Ceselli – dichiarano – ha ricordato anche gli emendamenti da lui presentati nel consiglio comunale nel novembre 2014, con i quali si chiedeva di non aumentare i buoni pasto ad anno scolastico in corso, non approvati in sede di discussione della mozione atta a modulare i costi in base a l’Isee. I presenti hanno rilevato che la mozione è servita sostanzialmente a ufficializzare l’aumento e che nessuno della maggioranza e dell’opposizione si è mai interessata di verificare, come fatto poi da noi cittadini, se il costo di 6 – 6,50 euro che l’amministrazione sostiene di pagare per ogni pasto erogato sia congruo e reale – evidenziano – Questa verifica con dati alla mano sarebbe servita eventualmente a presentare una mozione con dati oggettivi che chiedesse di impegnare la giunta a non aumentare i buoni pasto, perché non se ne evidenziava la necessità, specificandone i motivi. Da tali dati i presenti hanno evidenziato che un aumento così consistente non fosse necessario, tantomeno a metà anno scolastico – concludono Giuliana Del Bello, Ivan Tomassucci e Mirko Angelelli –  Al termine della riunione anche ai cittadini presenti è aumentato il dubbio sulla reale necessità di aumento. Vista la riuscita dell’iniziativa, e aspettando una risposta, annunciamo una replica dell’incontro».



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