di Matteo Zallocco
“Calma, ho segnato e abbiamo vinto contro la Spal, non contro il Barcellona”. Pensieri e parole di Giordano Fioretti, match winner dello scontro al vertice di sabato all’Helvia Recina. Un gol che ha regalato tre punti e uno storico primo posto in Lega Pro alla Maceratese. Era dal 1967 che il club biancorosso non era primo in terza serie. E Fioretti, prima firma di questa pagina di storia, predica calma. Lui che l’anno scorso giocava proprio a Ferrara, città che lasciò a marzo dopo alcuni problemi con la società. “Questo gol non ha il sapore della rivalsa, non voglio vendicare il trattamento ricevuto – dice il 30enne attaccante biancorosso – Certo con la Spal mi sono lasciato male, ma ora penso solo alla Maceratese. Durante l’estate mi sono allenato un mese da solo per rimettermi in condizione e arrivare preparato al ritiro. La mia voglia di rivalsa è con me stesso perché la passata stagione, anche a causa di un problema fisico, ho segnato solo otto reti”.
Troppo poche per un bomber di razza che da sette anni segna in serie C e che ora è a caccia di un record. “Il mio obiettivo è tagliare il traguardo di 100 gol, con quello di sabato sono a quota 92”.
Finora con la Maceratese ha segnato 5 volte in 9 partite ed è il miglior marcatore con un gol in più di Kouko. “Con lui formiamo una coppia ben assortita, ma non dimentichiamo Massimo Ganci. E’ stato fermo due anni e lo stiamo aspettando, sarà un giocatore importante”. Alla Maceratese lo ha voluto Cristian Bucchi, uno che di gol se ne intende. “Sono stato contattato da lui, non lo conoscevo di persona. Mi è sembrato da subito una persona positiva e ambiziosa e si sta dimostrando tale. I meriti più grandi di questo inizio di campionato sono dell’allenatore. Bucchi e il suo staff sono professionisti di alto livello, in questa categoria c’è poca gente così preparata”.
Prima di incrociare Fioretti a Macerata, la Spal non perdeva da 21 partite e sin dall’inizio del campionato viene considerata la maggiore accreditata alla vittoria finale. “Sulla carta magari lo è, come lo può essere anche il Pisa – commenta Fioretti – ma non credo sarà l’ammazza campionato descritta da molti. In questo girone regna l’equilibrio e ogni squadra può vincere o perdere contro un’altra. Andrà in serie B la formazione che metterà più cattiveria e determinazione in ogni singola partita. La Lega Pro è terra di conquista, può vincere chiunque”. E la Maceratese cosa può fare? “Adesso sta andando tutto bene, non dobbiamo commettere l’errore di rilassarci e pensare di essere forti. Dobbiamo continuare ad essere cattivi, lottare su ogni pallone, è questa la nostra forza”. Si aspettava un inizio di campionato così positivo? “No, ma durante il ritiro ci siamo resi conto giorno dopo giorno che questa squadra ha valori importanti sia a livello umano che professionale. Abbiamo giocatori con grande esperienza e sappiamo bene che in questa categoria la differenza la fa la squadra, non il singolo. Da quest’estate è stato costruito un grande gruppo e i maceratesi ci stanno sostenendo nel migliore dei modi. Sabato è stato uno spettacolo vedere tremila tifosi allo stadio. Credo siano numeri molto importanti per una città di 40mila abitanti, considerando anche che non si giocava di domenica”. Sabato alle 20,30 si tornerà in campo, a Pistoia. “Andremo in Toscana ricordandoci di essere una neopromossa, una squadra operaia”. Mentre è di oggi la notizia che a Prato si giocherà sabato 14 novembre alle 17,30.
Giordano Fioretti, romano, è cresciuto nel settore giovanile della Roma. Fino al 2008 giocava nei dilettanti e lavorava come barista nella capitale. Poi arrivò la chiamata del Figline, in C2: “In attacco c’era Enrico Chiesa, un fenomeno. Mai visto un giocatore del genere. Poi a gennaio si fece male e io presi il suo posto. Riuscimmo a vincere il campionato. Fu una stagione splendida come quella di tre anni fa a Gavorrano, quando realizzai 33 gol”. In C2 mai nessuno è riuscito a far meglio. “E mai nessuno ci riuscirà – scherza Fioretti – visto che la C2 purtroppo non esiste più”. Purtroppo? “Sì perché con questa rivoluzione della Lega Pro tanti calciatori, tra cui miei amici, sono rimasti senza squadra o sono dovuti scendere a giocare tra i dilettanti”.
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