La festa di celebrazioni per i 35 anni dell’Osteria dei fiori. I proprietari Paolo (a sinistra), Letizia (al centro) e Iginia con in mano la bottiglia commemorativa insieme ad alcuni clienti affezionati
di Marco Ribechi
(foto di Andrea Petinari)
Una festa per commemorare i 35 anni di attività. Così l’Osteria dei fiori, nel suo dehor di via Lauro Rossi 61, ha voluto omaggiare i tanti clienti che nel corso del tempo hanno apprezzato e sostenuto l’infaticabile lavoro dei tre fratelli Carducci. Una gestione familiare ad litteram che è diventata il marchio di fabbrica e il punto di forza di Iginia, Paolo e Letizia, sempre fedeli all’avvertimento del babbo: “Fai il passo secondo la gamba”. «Abbiamo iniziato nel 1980 rilevando una vecchia cantina – raccontano – Era l’epoca in cui le osterie iniziavano ad trasformarsi lentamente in trattorie. La struttura e l’ingresso raccontano la destinazione antica del locale che doveva consentire il passaggio delle merci. Il nome invece lo abbiamo scelto noi e deriva dal fatto che la signora al piano di sopra aveva moltissime piante sul terrazzino che creavano una specie di cascata floreale».
In breve tempo la trattoria ha iniziato a guadagnarsi un certo giro di clientela, grazie a due centri che ogni anno raccoglievano un gran numero di visitatori: «Un gruppo di clienti che ci faceva costantemente visita era garantito dal Car dell’aeronautica – continua Iginia – Ancora oggi c’è gente che torna e ricorda i tempi del militare. Erano persone abbastanza facoltose che amavano la sincerità della nostra proposta culinaria, fatta di ingredienti freschi della campagna, spesso provenienti direttamente dall’orto di nostro padre. Poi c’era lo Sferisterio che negli anni ’80 e ’90 radunava centinaia di persone che restavano anche per 3 o 4 mesi. Una volta anche gli operai provenivano da fuori città». Questo ha reso l’Osteria dei fiori un locale atipico a Macerata, frequentato quasi esclusivamente da visitatori. «Da sempre la nostra clientela proviene per oltre il 90% da fuori città – prosegue Letizia – Questo grazie al passaparola che prima dei social era l’unico modo per farsi pubblicità fuori dai confini maceratesi. Abbiamo ricevuto anche tanti personaggi famosi tra cui ricordiamo sicuramente Dario Fo. Venne subito dopo aver conquistato il premio Nobel. Noi ci aspettavamo chissà quali richieste invece ordinò un uovo al tegamino. Un altro ospite che non dimenticheremo mai fu Joaquín Cortés. C’era una fila di donne che lo aspettava e bloccava l’intero vicolo. Allora annullò la sua cena ma venne la sua compagnia che suonò il flamenco fino a notte fonda. La mattina dopo lo trovammo sulla porta per il pranzo con la sua fidanzata. C’era solo lui e riuscì a mangiare senza la pressione delle fan».
Ma il segreto di una storia così longeva è nella sinergia dei tre fratelli che, nonostante i tanti litigi, hanno saputo distinguere e rispettare i propri ruoli: «Iginia è la mente creatrice della cucina – spiega Letizia – Paolo è abile nel selezionare i prodotti mentre io mi occupo della sala e cerco di trasmettere al cliente le prerogative del ristorante: ingredienti locali e stagionali, mentalità contadina, selezione di vini quasi esclusivamente maceratesi e sincerità nel preparare i piatti. Il nostro motto è dall’ingrediente al piatto». Con questo spirito negli anni l’Osteria ha saputo guadagnarsi rispetto in molte guide, soprattutto internazionali, con una posizione di rilievo nel Mangiarozzo. Inoltre è recensita tra le Osterie d’Italia. Negli ultimi anni, la crescente attenzione al cibo e richiesta di saperne di più rispetto all’identità maceratese, ha spinto i fratelli Carducci ad organizzare serate a tema in un podere in campagna, con piatti tipici stagionali e cantastorie. «La proposta gastronomica è in continua evoluzione e sposa tutti i principali eventi di promozione del territorio – conclude Iginia – ad esempio siamo andati incontro ai vegetariani e ai celiaci, conservando però sempre lo spirito iniziale, quando usavamo i prodotti dell’orto di nostro padre. Questa festa è per dire grazie ai tanti clienti che ci hanno sostenuto, che sono tornati e che nel tempo sono diventati dei veri e propri amici senza i quali tanto lavoro non sarebbe stato sufficiente a garantire la fiducia continua».
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Ciao Iginia sono felice di rivederti. Ancora mi ricordo di te. Abbiamo fatto il corso nel 1989 all’otel marche; non so se tu mi ricordi sono Lippi Silvana di S.Severino. Eri la piu’ brava e il tempo che e’ passato te lo conferma 35 anni di lavoro con la crisi che stringe non e’ da tutti rimanere sul mercato. Complimenti e un buon continuo lavoro. Ciao
Un ristorante che, oltre a servire cibo squisito, è un sito di cortesia. Tanti auguri per i prossimi 35 anni!
Tanti auguri a voi
Quanti ricordi!
Auguri!!!!!