La cerimonia con i ragazzi delle scuole di Corridonia per il centenario della morte di Filippo Corridoni
di Sara Santacchi
Hanno gremito la piazza della città oltre mille ragazzi delle scuole in onore di Filippo Corridoni, questa mattina, per il centenario della morte del concittadino che ha dato il nome alla città. Sindacalista nato a Corridonia nel 1887 e morto in guerra sul Carso nel 1915 è lui in questi giorni il protagonista assoluto a cui sono state dedicate le celebrazioni del centenario. Questa mattina è stata la volta della cerimonia commemorativa con i ragazzi degli istituti scolastici, poi domani alle 21,15 in teatro saranno lette alcune lettere autografe di Filippo Corridonicon accompagnate dal concerto della Banda giovanile delle Marche, 60 giovani diretti dai maestri Giorgio Caselli e Luciano Feliciani. Domenica sarà la volta della commemorazione ufficiale alla quale parteciperà anche Franco Marini, presidente emerito del Senato (leggi l’articolo). In piazza ci saranno anche il sindaco Nelia Calvigioni e altre autorità. In onore di Filippo Corridoni sarà inaugurata la lapide commemorativa e durante la cerimonia sarà anche proiettato un video sull’eroe concittadino. “Non sempre purtroppo nel territorio questo personaggio così importante è conosciuto – ammette Nelia Calvigioni, sindaco di Corridonia – Soprattutto tra le nuove generazione accade e abbiamo lavorato tanto con le scuole anche con questa commemorazione proprio per rivivere la sua identità. Una mattinata davvero emozionante che ha coinvolto veramente i nostri giovani”.
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Filippo Corridoni – che la mia famiglia conosceva in quanto la sua casa dista dalla mia 150 metri – scomparirà sempre di più dalla memoria cittadina perché egli non è mai stato di Corridonia. Tornava ogni tanto per l’affetto che lo legava ai genitori e ai fratelli. Era considerato dai suoi concittadini un “matto” perché faceva cose estreme che non capivano. Fu poi odiato come interventista. I suoi concittadini non capivano le ragioni di una guerra dei Savoia e non volevano andare a combattere. Corridoni era devastato dalla tisi e avrebbe avuto, se fosse vissuto, pochi mesi di vita. Invece, morì alla Trincea delle Frasche, in piedi sulla trincea appena conquistata, urlando “vittoria!” e beccandosi una palla austriaca in fronte, ma per molti quella era una palla italiana. Un killer? Uno che ce l’aveva con lui come interventista? E perché non fu riportato indietro dai suoi “corridoniani”, quando invece riportavano indietro i loro “corridoniani” morti? Siamo la mistero che nessuno svelerà, ma che ha reso più “mitico” il personaggio Corridoni.
I fascisti odiavano i “corridoniani”. Corridoni odiava Mussolini. Per lui Mussolini era un verme da eliminare. “Ha tradito sua moglie… tradirà anche noi” – scriveva. Poi Mussolini strumentalizzò Corridoni, l’eroe puro, l’Apostolo del Lavoro, beneficiò la famiglia e tutto finì in cavalleria, all’italiana.
Su richiesta dei demagoghi del Regime, fu la nostra città a perdere il precedente nome di Pausula, a favore di un “Corridonia”, che mai Corridoni avrebbe voluto. Con la democrazia hanno cancellato tutto ciò che ricordava il fascismo, ma “Corridonia” rimase..
Anche “Pausula” era un nome fasullo. Fu frutto di una idea di eruditi clericali, perché pensavano che Montolmo, il vero nome storico della città, non fosse troppo nobile. Vollero ritornare alle origini (fasulle) romane. Come fecero Monte Milone con “Pollenza”, e Monte Santo con “Potenza Picena”. Recanati, più onesta e veritiera, non divenne “Leopardi”, pur avendo dato i natali ad uno dei massimi poeti di tutti i tempi. Tra Giacomo Leopardi e Filippo Corridoni c’è un abisso d’arte e di sapienza e di conoscenza. In effetti Corridoni fu un simpatico, puro, onesto arruffapopolo, che perdette tutte le sue battaglia. Delle idee ideali, politiche e sindacali nulla è rimasto.
Allora, perché continuare a chiamare la nostra città “Corridonia”? Perché non ritornare al vero e antico e originale nome di Montolmo?
Dicono: perché ormai “Corridonia” è un nome registrato e si dovrebbe buttare tutto ciò che è intestato come “Corridonia”. Ma, aggiungere a “Corridonia” pure “Montolmo” porterebbe un grosso intralcio?
Non capite che “Corridonia”, nome fasulle costruito dalla imbecillità dei fascisti non ci appartiene e non ci rappresenta? Né Filippo Corridonia rappresenta la nostra identità montolmese?