Non si placa il dibattito sulla vendita del castello di Brunforte a Loro Piceno dopo il consiglio comunale dei giorni scorsi nel corso del quale il sindaco Ilenia Catalini aveva spiegato perchè l’amministrazione aveva deciso di appoggiare la cessione alla famiglia Mosiewicz (leggi l’articolo). Motivazioni che hanno trovato la netta contrarietà da parte dell’opposizione che avrebbe voluto posticipare la votazione della convenzione.
«L’atto – scrive Progetto per Loro Piceno – presenta molti punti sui quali che destano perplessità e timore, una fra tutte la possibilità che venga precluso ai loresi, che da sempre ne hanno liberamente usufruito, l’utilizzo del simbolo del Castello se non dietro consenso degli acquirenti.
La convenzione di fatto parla di un preliminare che non viene allegato, solleva dubbi su chi sia l’acquirente finale del castello, non presenta nessuna condizione di salvaguardia per la comunità, ma solo obblighi per l’amministrazione. Perche tanta fretta di concludere?».
Progetto per Loro Piceno dichiara che la sua posizione non è di assoluto diniego alla compravendita: «Ci si aspettava, di fatto, di elaborare e votare un documento che fosse trasparente ed assolutamente privo di incertezze».
Molti i dubbi sollevati dal gruppo consiliare: «Siamo certi che gli acquirenti hanno già un progetto chiaro su cosa fare dell’immobile, ognuno di noi quando acquista uno stabile che debba essere ristrutturato ha già un progetto di massima su cosa fare, tanto più quando si acquista, ad un prezzo milionario, una proprietà unica nella Regione e vincolata dalla Sovrintendenza delle belle arti. L’uso dell’immagine del Castello ad oggi è libera e tale deve rimanere, mentre nella vostra convenzione è espresso il contrario. È chiaro che l’uso del Parco Girone deve assolutamente essere escluso dalla convenzione, è sempre stato di tutti e tale deve rimanere».
La minoranza torna ad attaccare sulla prelazione del Comune, ipotesi esclusa categoricamente dal sindaco: «L’amministrazione – scrivono Rocco Tirabasso e i suoi – non ha neanche lontanamente previsto e studiato questa soluzione, questo lo dimostra il fatto che non sono a conoscenza dell’effettivo prezzo della transazione. Facile restare a guardare, sindaco. Certo che trovare il modo di esercitare il diritto di prelazione e mettersi in gioco facendo si che il Castello diventi un’ attrazione turistica proprietà della comunità lorese sarebbe stato un obiettivo troppo elevato. Evidentemente tutta la vicenda rappresenta una sfida culturale, amministrativa e politica talmente ardua che questa maggioranza non è in grado di affrontare. Infine parliamo della gestione del Consiglio Comunale da stadio, con tre Carabinieri e una Guardia Municipale, il sindaco non ha dato il permesso di parlare ad alcuni cittadini che si erano prenotati come da regolamento. Arroganza e prepotenza, queste di fatto sono state le caratteristiche della conduzione, addirittura il capo gruppo di maggioranza si è permesso di chiedere ad un uno dei cittadini che stava intervenendo, se lo stesso votasse nel comune di Loro Piceno».
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