Ha ricordato un po’ commosso Gianluca Pasqui, sindaco di Camerino: “In compagnia dei miei compagni di scuola nel pullman che ci portava tutti da Serravalle di Chienti a Roma in quell’inverno dell’82, chissà quante volte avrò ripetuto dentro di me quella domanda laboriosamente ‘confezionata’ in classe per il Grande Uomo che avremmo incontrato: ‘Quali mezzi e quali strategie, signor presidente, lo Stato sta utilizzando per debellare la tremenda piaga del terrorismo?’…”.
Naturalmente Sandro Pertini rispose puntualmente al giovanissimo Gianluca e a tutti gli altri studenti italiani che settimanalmente incontrava. Fece anche di più quella volta, il presidente contribuendo a ripristinare, a domanda/richiesta di Alessandra Conti, serravallese anche lei, la Festa della Befana soppressa cinque anni prima nel quadro di misure prese nelle prime ricorrenti crisi energetiche del Paese.
La memoria di quell’episodio è emersa nel salone degli Stucchi di Camerino alla presentazione de ‘Il Ragazzo e l’Altopiano’ (Ilari editore) di Maurizio Verdenelli: biografia di Venanzo Ronchetti, ‘il sindaco del terremoto’. E promotore dello storico incontro, nel nome di Pietro Capuzi martire partigiano, degli studenti serravallesi con Sandro Pertini. A questo proposito, da Camerino, è venuta una commovente testimonianza diretta: “Salvatosi Pertini per un provvidenziale febbrone che l’aveva bloccato a Pievetorina nella marcia verso Visso, nella ‘retata’ dei nazifascisti era finita (con Pietro Capuzi, medaglia d’oro alla Resistenza) Carla Voltolina, moglie di ‘Sandro’. La giovane donna, partigiana, si salvò grazie ad un fugace senso di pietà di un soldato tedesco. Con un calcio, la giovane fu letteralmente lanciata fuori dal cassone del camion, nella neve. Sulle prime, Carla Voltolina pensò ad un’ulteriore umiliazione, ma capì presto che a quell’atto di violenza (apparente) doveva la salvezza. E scappò nella neve senza che nessuno l’inseguisse. Un fatto di cui il fratello minore di Carla –mio conoscente- è stato naturalmente sempre al corrente e quest’estate si è ripromesso di tornare insieme con la famiglia a Visso nel punto in cui questo avvenne, in quell’inverno pieno di neve scolpito nella memoria della famiglia Pertini”. Ha rammentato Ronchetti:
“Quando feci il nome di Capuzi, il Presidente mi abbracciò piangendo commosso”.
Persone, luoghi, eroismi, episodi inediti che ogni presentazione della biografia di Ronchetti fa emergere. “”Venanzo è stato anche il mio sindaco –ha detto Pasqui- un esempio di onestà e vicinanze alle persone, amministrando in un momento drammatico come quello del sisma del ‘97”. E l’ex sindaco Dario Conti: “Il grande sindaco si vede nel momento dell’emergenza, che va affrontata con coraggio”.
Il rettore di Unicam, prof. Flavio Corradini: “Molto bello il titolo che accosta l’uomo al territorio e ne sa interpretare la vocazione e programmare lo sviluppo”. Corradini ha ricordato poi l’incontro all’Expo di Milano nel quale l’Università di Camerino ha rappresentato l’istituzione culturale in Italia legata alla propria territorialità e al suo target umano e culturale (Unicam ha promosso la conoscenza, attraverso l’archeologia, del grande passato millenaristico dell’altopiano di Colfiorito).
Un incontro pieno di spunti, sapientemente lanciati da Donatella Pazzelli, ‘fresca di stampa’ del suo primo (bel) romanzo “Gli Ulivi di Albanella”. Una bellissima giornata, a Camerino, alla riscoperta di uomini di buona volontà, di saggia amministrazione e di estremi sacrifici personali. Infatti, poco prima dell’evento a palazzo comunale, all’Università è stato presentato “Il sindaco pescatore” libro di Dario Vassallo sulla vita del fratello Angelo, l’eroico primo cittadino di Pollica ucciso ‘da mano ignota’ il 5 settembre 2005.
Giovedì prossimo “Il ragazzo e l’altopiano” fa tappa a Tolentino dalle 21.30, in piazza San Nicola. Partecipano Solidea Vitali, Venanzo Ronchetti e l’autore. L’evento, nel corso del quale verrà proiettato il filmato (di Lucio Biagioni) prodotto da Umbria e Marche a 10 anni dal sisma del ’97, è a cura dell’amministrazione comunale, delle associazioni culturali ‘Città del Sole’, ‘don Luigi Sturzo’ e della Bottega del Libro di Tolentino.
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Con tutto il rispetto per la partigiana in questione, non me ne frega un beato cavolo. Quell’epoca è finita da un pezzo, siamo in un’altra era. M’ interessa più della contemporaneità, in particolare dell’incendio del Cosmari e dei suoieffetti sulla popolazione più prossima e più colpita dall’aver respirato Diossina. Tra cui , quella di Tolentino.