Symbola riscopre la straordinaria Italia:
“Siamo leader mondiali
e non lo sappiamo”

TREIA - Il Seminario Estivo si è aperto con il rapporto "I.T.A.L.I.A. – Geografie del nuovo made in Italy" illustrato dal segretario generale di Unioncamere Claudio Gagliardi. La stragrande maggioranza degli italiani non sa che siamo secondi in Europa solo alla Germania nel manifatturiero. Il vice ministro Carlo Calenda fiducioso sulla vicenda Whirlpoorl. La vice presidente del Senato Valeria Fedeli: "C'è un altro paese da raccontare sui media". Maria Letizia Gardoni, Coldiretti Giovani: "L’agroalimentare è un settore competitivo e strategico, un ragazzo su 4 ci scommette" - VIDEO

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symbola prima giornata 3di Gabriele Censi

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C’è una comunità che ogni anno ormai, con alcune presenze fisse ed altre variabili, si ritrova a Treia per confrontarsi sulle prospettive economiche del paese. Esperti, politici, imprenditori senza formalismi si incontrano sul palco del teatro comunale e ne escono idee e proposte che prospettano un’Italia diversa da quella che viene percepita. Il Seminario della Fondazione Symbola si è aperto stamattina con la presentazione del rapporto “I.T.A.L.I.A. (acronimo di industria, turismo, agroalimentare, localismo, innovazione, arte e cultura) Geografie del nuovo made in Italy”

Claudio Gagliardi

Claudio Gagliardi

Dopo le riflessioni introduttive di Fabio Renzi, segretario generale di Symbola, il rapporto lo ha illustrato il  segretario generale di Unioncamere Claudio Gagliardi:  «Le geografie del nuovo made in Italy fotografano una capacità di reazione alla crisi delle nostre imprese che ha dello straordinario, se si tiene conto del sempre difficile contesto internazionale oltre che dei ritardi infrastrutturali, della pressione fiscale e delle criticità burocratiche di cui il sistema-Paese continua a soffrire. La scelta di investire in qualità, sfruttando le leve dell’eco-innovazione, della cultura e del legame con i territori sta premiando lo sforzo di molti imprenditori facendo raggiungere posizioni da primato nel mondo a tanti prodotti italiani dalla meccanica all’agroindustria, dalla moda al  turismo. Ma i primati riguardano anche settori all’avanguardia come l’aerospaziale, le biotecnologie o la robotica. Ora però bisogna puntare con decisione sulle competenze digitali per riprogettare le strategie aziendali: passa anche da questa strada la ripresa dell’occupazione e la sostenibilità dello sviluppo del Paese». 

symbola prima giornata 2Scorrendo le pagine del rapporto scopriamo che l’Italia sa essere innovativa,  versatile, creativa, reattiva, competitiva e vincente. Soprattutto sui mercati globali. Tanto da esprimere, nonostante i sette anni di crisi, quasi mille prodotti con saldo commerciale attivo da record. Un risultato di tutto riguardo, raggiunto grazie a una scelta decisa sulla qualità. E in linea con il nostro primato sul fronte dell’avanzo commerciale: l‘Italia è uno dei soli cinque paesi al mondo che vanta un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari. In compagnia di grandi potenze industriali come Cina, Germania, Giappone e Corea. Una leadership che ci parla di qualità crescente riconosciuta alla nostra manifattura. Non a caso dall’introduzione dell’euro l’Italia ha visto i valori medi unitari dei suoi prodotti salire del 39%, facendo meglio di Regno unito (36%) e Germania (23%).

symbola prima giornata 1Dati supportati anche dalle tendenze rilevate da un recente sondaggio Ipsos secondo cui circa l’80% degli statunitensi e dei cinesi riconosce nel made in Italy un grande valore. Sia all’estero che in patria il made in Italy è sinonimo di moda, artigianato, arredamento, design e cibo, e soprattutto di bellezza e qualità. Due italiani su tre sono disposti a pagare un sovrapprezzo per avere prodotti 100% italiani. Grazie alla bellezza e alla qualità connaturata ai nostri prodotti, poi, l’Italia continua a produrre cose che piacciono al mondo e che sono sempre più desiderate sui mercati globali. Come ci dicono i dati relativi alle ricerche su Google dei prodotti made in Italy, cresciute dal 2011 al 2014 di ben il 22%. Specie in Paesi come Giappone, Emirati Arabi, Usa, Russia e Brasile. Del resto aprirsi ai mercati globali sfruttando anche le possibilità offerte dalle nuove tecnologie è una risposta concreta, e già praticata da molte delle nostre imprese, alla contrazione del mercato interno.

realacci 2«Mentre la crisi sembra finalmente allentare la sua presa sul Paese, è ancora più importante avere un’idea di futuro, capire quale posto vogliamo che l’Italia occupi in un mondo che cambia. Più che in passato – dice Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola –, l’Italia deve fare l’Italia rispondendo ad una domanda che aumenta ed è confermata dai dati sull’innalzamento delle ricerche di made in Italy su Google e sul gradimento dei prodotti italiani in grandi paesi come Stati Uniti e Cina. E puntare sui talenti che il mondo le riconosce: bellezza, qualità, conoscenza, innovazione, territorio e coesione sociale che sempre più incrociano la frontiera della green economy. Talenti che ci consegnano le chiavi della contemporaneità e delle sfide del futuro perché assecondano la voglia crescente di sostenibilità dei consumatori e danno risposte ai grandi cambiamenti negli stili di vita e nei modelli di produzione. E’ così che il nostro Paese, già oggi, può declinare quel ‘rifiuto dello scarto’ e quell’attenzione alle cose e alle persone del creato che papa Francesco mette al centro della sua enciclica Laudato si’».

Maria Letizia Gardoni

Maria Letizia Gardoni

Tra le testimonianze, la delegata nazionale dei giovani imprenditori della Coldiretti, la marchigiana Maria Letizia Gardoni: «Il fatto che un giovane su quattro scommetta oggi sul cibo per il suo futuro dimostra che l’agroalimentare è un settore competitivo e strategico, che va sostenuto con scelte intelligenti. Se consideriamo tutti i primati del Made in Italy, è evidente la necessità di puntare sui mercati esteri attraverso un’internazionalizzazione efficace ed efficiente – ha spiegato la Gardoni -. Ma ciò sarà possibile solo  tutelando l’origine dei nostri prodotti agroalimentari nel mondo, anche rispetto al fenomeno dell’agropirateria. Il finto Made in Italy vale oggi 60 miliardi di euro, il doppio del valore del nostro export. Per rilanciare l’economia occorre una crescita circolare che sfrutti appieno le potenzialità del territorio – ha concluso la delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa – coinvolgendo tutti i settori in un’ottica di responsabilità e consapevolezza». Sono intervenuti anche Vincenzo Boccia, presidente comitato tecnico credito e finanza di Confindustria,  Leopoldo Freyre, presidente dell’Ordine degli Architetti, Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato e Stefano Micelli, direttore scientifico Fondazione Nord Est.

Antonio Calenda

Carlo Calenda

Assente il ministro Maurizio Martina, che ha inviato un messaggio letto da  Realacci, la voce del governo viene portata da Carlo Calenda vice ministro dello Sviluppo Economico. La manifattura, all’insaputa degli stessi italiani (il 70 % dei rilevati dalla ricerca presentata da Nando Pagnoncelli non sa che siamo secondi in Europa solo alla Germania), rimane un settore su cui puntare. Sulla vicenda della Whirlpoorl,  Calenda vede rosa: «Ho fatto proprio ieri un’interrogazione alla Camera sulla Whirlpoorl, il 2 di luglio ci sarà un altro incontro, dobbiamo lavorare per raddrizzare un piano che ha molte ombre, perchè non è accettabile ridurre la manodopera, ma ci sono anche investimenti. Credo che lo spazio ci sia per correggerlo. Ma il territorio non è fatto solo di crisi. La leva dell’internazionalizzazione è importante. Un lavoro che andremo a fare sul calzaturiero è spostare la concentrazione dei rischi cercando di indirizzare le imprese dalla Russia al mercato americano. La politica commerciale si ferma dove comincia la politica estera,  di fronte alla minaccia di integrità territoriale bisogna agire. Speriamo che si rallenti la tensione, Obama e Putin si sono parlati. Poi c’è da rilanciare la domanda interna ma serve la fiducia. E i dati di non consapevolezza che abbiamo delle nostre eccellenze sono significativi sul lavoro da fare».

Valeria Fedeli

Valeria Fedeli

Ha concluso la prima parte del seminario la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli: «Credo che la capacità di indagine di questo Seminario sia diventata un punto di riferimento. Gli elementi nuovi sono le risposte della politica e l’ampliamento dei soggetti coinvolti. Questo rapporto andrebbe presentato in sede parlamentare per avere un rapporto più consapevole con l’economia reale. Altri soggetti da coinvolgere sono i media che raccontano un’altra Italia spesso in negativo»

Per la giornata conclusiva di domani sono attesi i ministri Graziano Delrio e Paolo Gentiloni. Il dibattito sarà moderato da Monica Maggioni,  direttore di Rainews24. Il programma completo su www.symbola.net



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