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In alto la galleria fotografica di Lucrezia Benfatto
di Marco Ribechi
Perfetta. Una serata magica, briosa, condotta sin dal primo momento con la precisione e la puntualità di un metronomo. Il secondo appuntamento con le finali di Musicultura stupisce per la sua capacità di emozionare e di toccare tutte le corde dell’animo umano. Gli ospiti e gli artisti in gara hanno saputo offrire spettacoli variegati, di differente stile, lingua e colore appagando un pubblico gioioso e desideroso di farsi coinvolgere. Un’apoteosi i 30 minuti di grande musica offerti dal Banco del Mutuo Soccorso. La monumentale band che da oltre 40 anni continua a fare la storia del rock progressivo e della musica italiana si lecca le ferite, piange lacrime di dolore per la scomparsa del genio poetico e musicale di Francesco Di Giacomo ma non si arrende.
Banco del mutuo soccorso
Con un supergruppo inedito formato da nove componenti, tra cui anche Maurizio Solieri, annuncia a Macerata l’inizio del nuovo tour che potrebbe chiamarsi “per non dimenticare” visti gli intenti della band. Se sostituire la mente geniale del gruppo può sembrare un’operazione impossibile bisogna riconoscere che il Banco ha senza dubbio messo in campo uno dei pochissimi artisti italiani in grado di caricarsi questo onere sulle spalle. Si tratta di John De Leo che con i Quintorigo ha già scritto un capitolo fondamentale della musica italiana e in particolare del canto. Quattro i pezzi presentati all’arena: R.I.P. , Il Ragno, 750.000 anni fa l’amore… (in versione completamente rivisitata) e Traccia in un collage che vuole sintetizzare l’orientamento della band: «Un pezzo sulla guerra per cancellarla, un pezzo sull’opportunismo per combatterlo e uno sull’amore per difenderlo». L’ultimo pezzo invece è probabilmente un regalo ai fan come l’annuncio che presto, il 22 agosto, il Banco calcherà di nuovo il palco dello Sferisterio con un concerto della durata di 2 ore e mezza. Altra chicca l’annuncio di un nuovo lavoro, un concept album sull’Orlando Furioso, progetto sempre tenuto nel cassetto.
Patrizio Fariselli
Un sottile filo rosso collega gli ospiti della notte magica. De Leo è stato spesso paragonato a Demetrio Stratos per le capacità e la sperimentazione vocale. E proprio dalle ceneri degli Area torna a Macerata come una fenice Patrizio Fariselli che continua a fare della sperimentazione e della contaminazione, non potrebbe essere altrimenti, il suo manifesto artistico. Con Xiao He, poliedrico artista cinese di fama internazionale arrivato con in mano uno strumento cinese inventato 1700 anni fa (da ricordare su invito dell’istituto Confucio, sempre più presente nell’ampliare l’offerta culturale maceratese) hanno dato vita a un mosaico di forme e suoni che si spingono oltre i confini dell’arte musicale. I due si erano conosciuti solo poche ore prima ma hanno saputo trovare una sinergia quasi automatica. «Questo dimostra che l’incontro tra popoli e culture è sempre possibile – spiega Fariselli – non perchè la musica sia un linguaggio universale ma perchè in quanto musicisti ci siamo calati nella nostra reale materia, il suono».
Xiao He
Francesca Michielin
E il filo prosegue con Francesca Michielin che si dichiara da sempre innamorata del Banco e presenta in scaletta, cantanta a cappella, “Alleluja” il brano di Leonard Cohen glorificato da Jeff Buckley figlio dell’immenso Tim Buckley, altra pietra di paragone vocale con De Leo. Un meccanismo perfetto che non può che esaltare il pubblico dello Sferisterio che non lesina fragorosi applausi. Sul palco salgono anche gli Oblivion, che fanno della distruzione delle canzoni italiane il loro mestiere. Sulle orme del Quartetto Cetra i 5 esilaranti artisti si sono cimentati con il repertorio cantautoriale italiano giocando con i testi, con le musiche e mettendo in scena dei siparietti che hanno strappato grasse risate in platea. Insieme agli Oblivion a divertire il pubblico il poeta irriverente Guido Catalano, a metà strada tra il demenziale e il geniale, ha letto 3 testi poetici che tramite il nonsense tentavano di cogliere la risposta ad alcune domande ataviche della poesia. Un colpo di classe il quesito “Dimmi quanto ti amo… in chili” che ha dato il là a tutta una lista di improbabili unità di misura per quantificare l’amore, naturalmente non ricambiato.
Flo
Ma il vero cuore pulsante della manifestazione sono gli artisti in gara che hanno saputo fare la loro bella figura in un palco tenuto magistralmente da Fabrizio Frizzi che continua a confermarsi un grande showman, gentile, simpatico e mai banale. A presentarsi sono stati Giammarco Dottori, Paolo Russo, Flo e Ivan Talarico (premiato dall’università) che hanno saputo mostrare anche spaccati di reale cultura italiana con pezzi radicati alle tradizioni, ai luoghi e ai dialetti. Particolarmente sentito il ringraziamento di Paolo Russo che ha portato un brano difficile completamente cantato in dialetto siciliano, U Friscu. «Sono stupito che Musicultura mi abbia portato in finale con questo pezzo che io sento molto perchè composto sulla base delle immagini del mio paese ma che all ostesso tempo non è di facile comprensione per un pubblico non siciliano. Un concorso nazionale che valorizza le tradizioni e il dialetto e senza dubbio da ammirare».
Ivan Talarico
Frizzi scherza anche con Ivan Talarico, poeta “professore”, come lo chiamano gli amici, che con Carote D’amore ha saputo divertire soprattutto per la capacità di giocare con testi e tempi musicali. Il brano contiene due parti molto lunghe cantate in apnea che probabilmente solo l’artista stesso è in grado di vocalizzare. A passare il turno sono però con lo stupore dello stesso Frizzi, Flo e Dottori che incontreranno Turkish Cafè e Davide Di Rosolini questa sera nella finalissima. Forse nelle parole di Vittorio Argento di Rai Radio 1, raggiunto da Frizzi, è possibile ritrovare lo spirito più puro della manifestazione: «Noi siamo qui perchè dobbiamo esserci, è una missione. Musicultura già nel nome sintetizza il 50% della mission di Rai Radio 1. Musica e cultura a cui noi aggiungiamo l’informazione. Siamo un servizio pubblico, abbiamo l’obbligo di sostenere e promuovere Musicultura per diffondere la cultura musicale nel nostro paese».
Una notte speciale, piena di buone intenzioni realizzate nel concreto, che ha regalato tutto quello che era un po’ mancato nella prima serata. Ottima l’idea di inserire un po’ di allegra comicità tra un artista e l’altro per alleggerire gli animi. Da migliorare però l’amplificazione che purtroppo ha leggermente compromesso la qualità dell’ascolto, particolarmente evidente nell’esibizione del Banco e di Francesca Michielin. Il bello della diretta si dice in queste occasioni. Stasera sarà proclamato il vincitore assoluto del 2015, anticipato sul palco da un altro grande ospite, Roberto Vecchioni, che ha già promesso interessanti sorprese.
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