di Maurizio Verdenelli
Un ‘triangolo delle Bermude’ nel cuore delle montagne della Vecchia Europa. Dalla Provenza a sud della Francia giù giù fino al ‘cuore verde’ della confinante Italia, sulle vette dei Sibillini, le vette ‘care’ alla tradizione millenaristica della Sibilla ‘madre’ di tutti i misteri della tradizione classica. E se i monti francesi salgono ripidi, possenti e grigi, privi di vegetazione, fino a sfiorare i tremila metri (Tete de L’Estrop), quelli ‘omonimi’ italiani sono invece un invito a salire, arrotondati, accessibili, verdissimi a poco più di duemila metri d’altitudine. Entrambi i massicci accomunati dallo stesso toponimo, a segnalare parimenti un confine multiplo, triplo appunto.
Quello marchigiano con addosso una ‘fama’ inquietante sin dall’impero romano. Un’aura maledetta sul luogo che nel Medioevo venne accresciuta dalla leggenda della ‘punizione’ inflitta dal destino al ‘giudice di Cristo’. Parliamo dell’ormai notissimo agli escursionisti Lago di Pilato dove il governatore che mandò a morte il Salvatore, sarebbe sprofondato con la sua biga ‘impazzita’. Quello francese con una ‘fama’ orribile, ugualmente maledetta, eppure così atrocemente reale, della quale a titoli di scatola i giornali del mondo ogni giorno continuano a parlare, da quel 24 marzo scorso.
La tragedia dell’Airbus A329 della Germawings, in volo da Barcellona a Dusseldorf, con il suo carico di 151 morti: 149 passeggeri, il pilota e Andreas Lubitz il copilota che consapevolmente ha mandato a schiantarsi il velivolo su le Massif des Trois Eveches, lo stesso nome di uno dei luoghi più noti dei ‘Monti azzurri’, i leopardiani Sibillini marchigiani: il Pizzo Tre Vescovi. Che dopo la Forcella del Fargno, s’erge tra Castel Manardo, Monte Rotondo, Monte Bove, il Berro e la Regina. E se il ‘Pizzo’ in Provenza segnava il confine tra i territori dei vescovadi francesi di Digne, Embrun e Senez, quello al centro d’Italia le diocesi confinanti (scrive Giuseppe De Rosa su Orizzonti della Marca) “dovrebbero essere quelle di Camerino, Spoleto e Fermo. Diciamo Spoleto e non Norcia in quanto quest’ultima fu eretta a diocesi solo nel 1820 (e soppressa nel 1984) in un’epoca cioè troppo tarda per assumere un valore toponomastico fondativo”.
Tutto qui per sostenere un ‘Triangolo di Bermude’ (con elemento rilievo montuoso che sostituisce l’elemento acqua) tra Provenza e Centro Italia? Assolutamente no, perché l’analogia è ben più ‘nera’ luttuosa. Tra gli anni 50 e 60 del secolo appena scorso, un aereo dell’aviazione militare italiana si schiantò come l’airbus (seppure per cause ben diverse) sulla parete di Quarto San Lorenzo, del Monte Vettore. Proprio sopra il Lago di Pilato (1940 m.)! L’unico a bordo, il pilota, perse la vita. Il velivolo quasi si disintegrò e pezzi di lamiera (che escursionisti continuarono a raccogliere per molto tempo) si sparsero sull’ampia morena che circonda il Lago maledetto nel nome di chi esattamente 1982 anni fa mandò a morte il Cristo.
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in verità l’inchiesta sull’Airbus della Germanwings è appena partita e non è detto che la fretta del Procuratore francese e di tutta la stampa occidentale a sentenziare il suicidio deliberato del copilota e del relativo pluriomicidio del medesimo sia foriera della sacrosanta verità, visti i numerosi interrogativi emersi ed oggi anche condivisi dall’associazione piloti europei (ECA), rappresentativa di 38mila piloti.
http://sputniknews.com/europe/20150401/1020305534.html
A me pare solo una coincidenza di nomi. Per fare un triangolo manca un terzo luogo il cui nome sia simile.