La Banca della Provincia di Macerata chiude il 2014 con un utile netto di 3,5 milioni e centra l’obiettivo di azzerare le perdite iscritte in bilancio, pari a 3,3 milioni. Il 2013 si era chiuso con un risultato positivo netto di 264 mila euro. Il bilancio approvato il 10 corrente dal Cda vede ricavi attestati a 24,1 milioni (+54% sul 2013) e costi operativi incrementatisi del 20% a 5,371 mila euro per effetto dello sviluppo della Banca che nel 2014 ha aperto una Filiale a Porto San Giorgio e un Punto Servizi a San Severino. Il cost-income (indicatore di efficienza aziendale) è pari al 29,6% beneficiando del rilevante risultato della negoziazione titoli (11,3 milioni). Quasi raddoppiati gli accantonamenti su crediti rispetto al 2013 (da 3,9 a 7,2 milioni) con un coverage ratio (somme accantonate sul totale esposizione) salito al 38% per le partite deteriorate (53% per le sofferenze). Il margine di interesse è salito dell’8,6% (+405 mila euro) e il margine di intermediazione è raddoppiato passando da 9 a 18 milioni di euro. In aumento la raccolta diretta, di quasi il 2%, e la raccolta indiretta del 15%, in linea con le risultanze nazionali.
“Nel 2014 abbiamo mantenuto gli impegni che avevamo assunto” ha commentato il direttore generale, Ferdinando Cavallini. “Abbiamo aumentato il credito erogato di circa il 4% a fronte di una diminuzione generalizzata segnata dal sistema. Abbiamo così sostenuto le imprese meritevoli e le famiglie. I mutui prima casa sono aumentati del 68%. La progressiva attuazione del piano industriale sta dando i suoi frutti – continua il direttore – e pone la Banca in una situazione privilegiata in un contesto economico locale che finalmente comincia a dare i primi concreti segnali di miglioramento abbastanza generalizzati. La Banca si pone come riferimento di tutti coloro che chiedono di poter trovare nella “loro” banca locale umanità, prossimità di interessi, capacità di ascolto, professionalità, trasparenza e correttezza di comportamenti”.
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Tanto non ve se compra’ lo stesso nisciu’!
Non risulta che sia in vendita
Il problema e’ che nessuno l’ha chiesta.
Non conosco il sig. “Orfeo Negro”, ma comunque lo ringrazio perché i suoi commenti mi danno l’opportunità di affrontare un tema che mi sta molto a cuore; cioè quello della necessità di abbandonare gli individualismi per concentrarsi tutti nel superamento della crisi che, confermo, comincia a dare segnali di attenuazione ma non è ancora sconfitta.
Credo che non sia questo il tempo dei campanilismi; non sia questo il tempo che richiama la famosa barzelletta “sono disposto a perdere un occhio purchè il mio vicino li perda tutti e due”. E’ invece questo il tempo delle sinergie fra banche e imprese, della collaborazione fra istituzioni, della messa a fattor comune delle migliori forze del territorio per il bene della comunità.
Il consolidarsi di una Banca locale, con azionisti tutti locali, dipendenti quasi tutti locali, clienti quasi tutti locali, dovrebbe essere visto da ognuno, a prescindere da idee e simpatie, come una buona cosa. Una Banca locale che si consolida crea ricchezza (l’utile è ricchezza che si riversa sul territorio), occupazione (fra dipendenti e promotori finanziari, BPrM dà lavoro a circa 80 persone di cui il 75% giovani e quasi la metà donne), opportunità di sviluppo di business alle imprese della zona, opportunità di investimento e di risparmio remunerato alle famiglie.
Egregio sig. “Orfeo Negro”, non intendo convincerLa, ma solo a indurla a riflettere su quanto potrebbe essere positiva una totale sinergia fra tutte le componenti del territorio. Ricordo che questa splendida terra maceratese deve le sue fortune, in non poca parte, all’aver potuto contare negli anni ’60 e ’70 sulla Carima, appunto una Banca locale vocata allo sviluppo del territorio.
Infine, vorrei rendere noto che BPrM ha avuto diverse offerte di acquisto, ma i pattisti che governano la Banca con il possesso del 60% delle azioni non hanno mai voluto vendere perché, pur in un momento così difficile, hanno creduto nel progetto, che il Presidente Tartuferi porta innanzi ormai da oltre dieci anni, di “restituire” al maceratese la “sua” Banca. Per far ciò hanno impegnato capitali propri, nemmeno pochi. Non voglio dire che si sta riproponendo la storia dei cento consorti che hanno lasciato lo Sferisterio ai posteri, ma ci siamo vicini.
La saluto cordialmente.
Ferdinando Cavallini – Direttore Generale della Banca della Provincia di Macerata
Erano solo 2 battute secondo un mio personale punto di vista. Non pensavo necessitassero di tante spiegazioni.
@orfeonegro. Da alcuni anni la banca cerca un partner.
Spiacente sono sposato
Dai pollicini rossi si evince che ha 9 dipendenti e che il 17 febbraio uno era in ferie
Non ho capito la famosa barzelletta.