di Gianluca Ginella
Contributi pubblici percepiti nell’ambito dei lavori per la Quadrilatero: cinque persone (tecnici e proprietario di un terreno), erano imputati al tribunale di Macerata. Sono stati tutti prosciolti dalle accuse.
Si è chiuso con tre assoluzioni e due dispositivi di non doversi procedere l’udienza davanti al gup Enrico Pannaggi in cui erano imputate cinque persone che avrebbero concorso all’ottenimento di 172mila euro circa di contributi statali in merito ai lavori della Quadrilatero. Secondo l’accusa, i soldi che avevano ottenuto riguardavano l’indennizzo ai proprietari di terreni che venivano espropriati per la realizzazione della Quadrilatero. L’area in questione si trova in località Rocchetta, a Muccia. Secondo l’accusa su quell’area c’erano state delle edificazioni abusive il che non consentiva di ottenere i benefici statali.
Per questa vicenda erano imputati Antonio Micheli, geometra nominato componente nella terna dei tecnici dai proprietari interessati dall’esproprio, Pasquale Buono, perito agrario della ditta Sia, cui erano state delegate dalla Val di Chienti Scpa tutte le attività necessarie per gli espropri, Mario Gigliucci, geometra del tribunale di Camerino che si occupò della redazione, insieme a Buono e Micheli, di una relazione sui valori concordati nella fase arbitrale per quantificare il valore dei beni espropriati da indennizzare, il geometra Leonardo Fabbrizio, tecnico incaricato dalla ditta Sia srl, che avrebbe attestato falsamente che sulla particella in questione era stato demolito un fabbricato uso magazzino, che invece – dice l’accusa – non risultò essere demolito e il proprietario del terreno Renzo Capitani. Per Fabbrizio e Buono, che avevano scelto il rito ordinario, il giudice ha disposto il non doversi procedere. Micheli, Gigliucci e Capitani, che avevano scelto di fare il processo con rito abbreviato, sono stati assolti. Il giudice ha rilevato che non vi è nessuna responsabilità penale per gli imputati. Sono difesi dagli avvocati Rossano Romagnoli, Cristiano Carnevali, Giuseppe Giammusso e Giuseppe Casale.
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