Nota delle segreterie regionali diCgil, Cisl,Uil, Fp Cigil, Fp Cisl e Fpl Uil:
Grande partecipazione dei lavoratori delle Province marchigiane all’incontro, che si è svolto nella mattinata di ieri, tra le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti di categoria e le Rsu con i parlamentari marchigiani ai quali è stata illustrata la pesante situazione in cui si trovano questi enti. Una situazione difficile, quella in cui versano oggi le Province. A partire dall’occupazione: sono infatti a rischio oltre mille lavoratori su un totale di 2278 dipendenti di cui 524 ad Ancona, 413 ad Ascoli Piceno, 228 a Fermo, 455 a Macerata e 628 a Pesaro. Dei 2278 dipendenti, il 50% verrà posto in mobilità senza la certezza di una nuova occupazione. I sindacati, già nelle scorse settimane, hanno promosso varie iniziative per sollecitare Governo e Regione a risolvere la questione: ci sono stati presidi davanti alla sede della Regione Marche e anche l’occupazione delle Province. Il Governo però ha confermato i tagli della legge di stabilità senza attendere il completamento dell’iter attuativo della legge che prevede la mappatura delle funzioni provinciali non “fondamentali” – quelle “fondamentali” (pianificazione del territorio, servizi di trasporto, rete scolastica, edilizia scolastica, controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale, pari opportunità, sviluppo strategico e di relazioni istituzionali) verranno conservate dalle province – e l’individuazione delle risorse umane da trasferire tra Comuni e Regione stessa. Il taglio delle risorse finanziarie agli enti locali costituisce un impedimento, di fatto, al trasferimento del personale provinciale presso gli enti subentranti. Un contesto che apre scenari allarmanti e prelude una condizione di paralisi organizzativa delle Province ma anche per le Regioni chiamate a subentrare nella titolarità delle funzioni. Nell’ultimo tavolo con la Regione, è emersa la decisione di far fronte comune sull’esigenza di garantire la continuità dei servizi svolti dalle Province e assicurare la tutela dei livelli occupazionali. I sindacati, intanto, attendono anche l’incontro già programmato per lunedì 19 gennaio per l’esame della bozza di proposta di legge regionale per il riordino complessivo delle funzioni, cosiddette “non fondamentali”. I sindacati, infine, chiedono che venga dato seguito all’ordine del giorno approvato dal consiglio regionale il 27 dicembre scorso all’unanimità e si preveda un fondo nel bilancio regionale per accompagnare il trasferimento di funzioni e personale.
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Nel privato quando un azienda chiude ( e di questi tempi ne chiudono tantissime !) i lavoratori vanno a casa e cercano con tutte le difficoltà del caso una nuova occupazione. Nel pubblico ogni volta che qualcuno rischia il posto cominciano le crociate. Se veramente viviamo in un paese democratico in cui vige la parità di diritti per tutti, i dipendenti pubblici dovranno andare a casa senza se e senza ma.