di Gilberto Piccinini (docente di Storia dell’Università di Urbino)
Maria Cristina Pasquali, è appena uscita la versione in inglese del suo libro su Addis Abeba. Come mai ha deciso pubblicarlo anche in un’altra lingua?
Ultimamente c’e’ stato un risveglio di interesse per questa parte della nostra storia che era stata per tanti anni negata o rinnegata. Peraltro il mio libro parla prevalentemente di storie di vita di italiani che sono nati o cresciuti in Etiopia oppure delle tracce che hanno lasciato gli italiani in quella terra Inoltre il turismo verso il Corno d’Africa sta aumentando soprattutto in Etiopia che si sta lanciando proprio ora in questo settore di crescita economica. Pertanto ho ricevuto richieste pressanti da parte del distributore etiopico e anche da gruppi di italiani ed etiopici che vivono in USA per cui ho ritenuto che fosse opportuno preparare una traduzione in inglese..
Come le era venuta inizialmente l’idea di scrivere questo libro?
Avevo raccolto tanti documenti che mi erano anche serviti per le programmazioni interdisciplinari quando insegnavo alla scuola italiana di Addis Abeba, ma soprattutto ero proprio io stessa molto curiosa di conoscere il passato, l’epoca storica dei miei genitori. Mio padre, pur non essendo mai vissuto laggiù, mi parlava spesso da piccola di Haile Selassie ed io,quando andai a lavorare ad Addis Abeba per il Ministero degli Esteri avevo un grande desiderio di sapere cosa era successo esattamente, visto che i nostri libri di storia non ne parlavano mai. Soprattutto desideravo conoscere gli italiani che erano nati e cresciuti ad Addis Abeba e sapere tutto sulla loro vita.
Come è stato concepito il libro?
In realtà il libro non e’ stato mai concepito. Dopo il mio ritorno in Italia avevo tutto questo materiale formato da parecchi articoli che avevo scritto per il giornale del club italiano di Addis ed anche per qualche rivista italiana. Insieme a documenti ed a foto d’epoca che ritenevo interessanti. Ho deciso di non lasciare queste memorie nel cassetto e di realizzarci una pubblicazione.
E l’idea ha avuto successo?
L’idea ha avuto un successo insperato. Come se tutti aspettassero che si schiudesse una porta fino allora rimasta chiusa. «. Finalmente dopo una certa riluttanza, dovuta al fatto che non potevo affidare la traduzione esclusivamente ad un estraneo , ho deciso di farla io personalmente con la supervisione di una docente di madre lingua
Cosa le è piaciuto di più di questa ricerca?
Direi tutto. Perche’ in ogni pagina del libro, palpita un pezzo di vita. Non c è stato un solo lettore che, per quanto condizionato dai pregiudizi, non abbia percepito questa anima sotterranea che traspare da ogni capitolo, pur non trattandosi di un romanzo. Dopo la fine dell’occupazione italiana (1936-1941) in Etiopia, verso la fine degli anni sessanta le relazioni tra Italia e Etiopia (compromesse durante il periodo dell’occupazione) cominciarono a normalizzarsi. Nel 1970 il Primo Ministro Aldo Moro fu ricevuto ad Addis Abeba da Haile Selassie con gli onori di un Capo di Stato, ma poi,durante gli anni del “Terrore rosso” seguiti alla deposizione di Haile Selassie, moltissime famiglie italiane furono rimpatriate (dal 1974 al 1978). Le buone relazioni fra i due stati ricominciarono proprio nel ’78 quando il vice ministro degli Esteri Luciano Radi offrì al paese un programma di cooperazione tecnica ed economica in cambio di un atteggiamento più tollerante nei confronti degli Italiani. Da quel momento il Governo italiano e la Chiesa Italiana sono stati sempre impegnati a lanciare e mettere in opera programmi di cooperazione ed umanitari.
A chi è rivolto questo libro?
Se devo essere sincera lo consiglierei “in primis” a tutti i cooperanti e volontari che vanno in Etiopia animati da tanta buona volontà, ma che non sanno molto, spesso nulla, della nostra comune storia. Lo avevo notato tante volte ad Addis Abeba e ne ero molto dispiaciuta perche’ poi gli Italiani laggiù vengono spesso visti come quelli che appena arrivano in albergo vanno subito in cerca di belle donne a buon mercato. Statisticamente i lettori più appassionati e quelli che mi hanno inviato continue richieste sono stati coloro che hanno vissuto nel Corno d’Africa o che hanno combattuto nel Corno d’Africa o che avevano curiosità di conoscere questa parte della nostra storia. Quindi lettori non giovani, ma c’è stato anche qualche universitario che mi ha contattato per le sue ricerche.
La versione in inglese, come ho detto avrà tra i “consumatori” etiopici o italiani in “diaspora” cioè partiti dal Corno d’Africa ed emigrati altrove (sono tanti) che capiscono l’inglese, oppure turisti e curiosi in Etiopia. Anche perché senza questa guida ormai non è facile ritrovare le tracce lasciate degli Italiani soprattutto nella capitale . Questo libro come tutte le cose vere, ha avuto una sua forza, una sua anima . Ha praticamente “viaggiato da solo”. Vorrei ringraziare le tante persone che sono tutte menzionate nel testo. Per questa edizione in inglese vorrei in particolare ringraziare il prof . Gilberto Piccinini professore di Storia dell’ ‘Università di Urbino e Presidente della Deputazione Storia Patria delle Marche che ha gentilmente redatto la prefazione e che ha giustamente auspicato addirittura l’adozione del testo nelle scuole italiane. Mi ha infine veramente commosso il commento inviatomi dal professore emerito dell’università Paris – Sorbonne Daniel-Henri Pageaux, specialista di letteratura comparata e di letteratura dei territori delle colonie e d’oltremare che vorrei riportare qui per intero:
Gentile Signora,
ho avuto molto piacere a leggere il suo libro. Ho appreso molte cose. Al di là di una certa nostalgia che traspare dalle sue pagine, questo miscuglio di memorie e testimonianze, la ricchezza e la varietà delle foto e delle illustrazioni dei testi allegati, fanno del suo libro un documento umano di rara intensità.
C’è una sorta di archeologia vivente se posso azzardare l’espressione. Qualche cosa che palpita continuamente sotto l’informazione, una presenza spirituale che dà alla sua inchiesta su un passato recente, degli accenti commoventi.
La ringrazio di avermi offerto la possibilità di condividere con lei una stupefacente avventura culturale e spirituale e le auguro un eccellente anno 2015.
Molto cordialmente
Daniel Henri Pageaux, Professore di letteratura comparata e specialista in letteratura d’oltre mare –Università Paris-Sorbonne
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*Per il momento le copie in italiano non sono più reperibili in libreria per cui , chi fosse interessato, può rivolgersi all’indirizzo email : mariacristina.pasquali@yahoo.com
Novembre 2002. Delegazione Lions all’ambasciata di A. Abeba per la presentazione del progetto al centro Maria Cristina Pasquali
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Rallegramenti vivissimi per tutto il tuo bel lavoro.
Mi piacerebbe averne una copia, naturalmente pagata, e incontrarci per chiacchierare….a presto