Case popolari sfitte e in degrado
Inquilino scrive all’Erap

MATELICA - Succede in via De Luca. Due appartamenti sono vuoti da tempo e c'è cattivo odore. Cantine ancora occupate con materiale delle famiglie precedenti. Il residente: «Chiedo un intervento per ripristinare le normali condizioni igienico sanitarie»

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Appartamenti popolari

di Monia Orazi

Due appartamenti sfitti da tempo, meta di abusivi, insieme a due vecchie cantine piene zeppe di roba varia, in pessime condizioni igieniche, da ripulire. E’ la denuncia che ha fatto da tempo, senza essere ascoltato, un inquilino delle case popolari, in un palazzo di via Tommaso De Luca a Matelica. Un vecchio stabile che a occhio sembrerebbe costruito più di mezzo secolo fa, che contiene sei appartamenti, con i due al piano terra completamente vuoti da tempo. Lettere all’Erap, l’ente di edilizia residenziale pubblica di Macerata, sollecitazioni ai vigili urbani di Matelica e ai carabinieri, una doppia visita agli ultimi due sindaci della città, Paolo Sparvoli prima ed Alessandro Delpriori poi. «Chiedo all’Erap di intervenire per ripristinare le normali condizioni igienico sanitarie – denuncia un inquilino dello stabile con regolare assegnazione – delle due cantine e di sgomberare uno dei due appartamenti pieno di roba, c’è cattivo odore ed inoltre c’è il rischio di abusivi, come faccio io a stare tranquillo sapendo che qui può entrare chiunque?». Sin da quando è arrivato a vivere qui nei due appartamenti al piano terra ci sono stati problemi. In quello di destra, salendo solo una rampa di scale, una volta c’era una famiglia. Ci sono ancora i loro nomi sui campanelli. Stando all’inquilino nel 2012 è stato occupato abusivamente per alcuni mesi da un’altra famiglia, poi a seguito della segnalazione fatta da lui stesso, l’Erap è intervenuto sgomberando gli abusivi, che però in cantina hanno lasciato materassi, giochi per bambini, oggetti vari accatastati in un ciarpame indescrivibile, con il cattivo odore di umidità e muffa che regna nell’aria. Da allora resta vuoto.

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La finestra dalla quale sono entrati gli abusivi

L’altro appartamento è stato abitato sino al dicembre del 2013 da un giovane extracomunitario, dentro, secondo l’inquilino, ci sarebbero ancora molte cose, con cattivo odore percepibile nell’androne di ingresso. Il giovane teneva in cantina un paio di cani, causa di cattivo odore. Vista la situazione l’inquilino si era recato dall’allora sindaco Sparvoli, il quale inviò i vigili ed i cani furono trasferiti dalla cantina all’appartamento. Questo pomeriggio nella cantina, che è a libero accesso di chiunque così come l’altra, c’era di tutto, un fusto, sacchetti di immondizia, mobilia, sul pavimento l’inconfondibile sagoma di un grosso ratto in decomposizione. Immancabile l’odore di muffa. «Ci ho trovato persino i topi ed ho fatto derattizzare a mie spese – continua l’inquilino della denuncia – ho chiesto di sgomberare le cantine per riportare un minimo di decoro e condizioni sanitarie decenti.  Lo scorso 16 settembre su mia richiesta è intervenuto il dipartimento di prevenzione Asur per un’ispezione, ma non sono potuti entrare negli appartamenti perché chiusi e hanno chiesto informazioni all’Erap, per poter accedere».
case popolari (3) Nell’appartamento che il giovane ha lasciato a dicembre del 2013, l’inquilino ha notato strane presenze nei primi quattro mesi dell’anno. «Giovani che entravano dalla finestra – dice – rotta al piano terra e uscivano dalla porta, un grosso viavai, ci hanno anche dormito secondo me, ho avvertito carabinieri e polizia municipale, sembra che poi tutto sia cessato. La finestra non è stata riparata e può entrare chiunque. Non mi sento tranquillo per il fatto che potrebbero esserci persone abusive, l’Erap dovrebbe intervenire». Il sopralluogo dell’Asur ha rilevato presenza di muffa nelle cantine e cattivo odore, constatando che negli appartamenti non si poteva entrare perché chiusi, in attesa di avere le chiavi dall’Erap per poter procedere all’ispezione. L’ultimo appello ad intervenire l’uomo lo ha lanciato con una recente lettera al presidente dell’Erap Daniele Staffolani, esponendo nel dettaglio tutta la situazione e chiedendogli di intervenire. «Spero in una sua risposta – conclude l’inquilino – per poter risolvere definitivamente la situazione».
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