Taglio del nastro questa mattina, ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi, per il primo Baby pit stop del Comune di Macerata che nasce dalla collaborazione tra l’assessorato alle Pari Opportunità, il consiglio delle donne, il dipartimento materno infantile dell’Asur Area Vasta 3 e la Leche League Italia, l’associazione di volontariato che si dedica al sostegno delle mamme che desiderano allattare e che promuove l’iniziativa a livello nazionale. Una poltrona rossa, un cuscino per l’allattamento e un ambiente ospitale, costituiscono l’angolo dove mamma e bambino, che si trovano fuori casa al momento della poppata, possono fermarsi in tutta tranquillità e riservatezza.
Alessandra Orazi, Federica Curzi e Romano Carancini inaugurano il baby pit stop a Palazzo Buonaccorsi
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Romano Carancini, del vice sindaco e assessore alle Pari opportunità Federica Curzi, dell’assessore alla Scuola Stefania Monteverde e della presidente del consiglio delle donne Alessandra Orazi. L’idea del Baby pit stop trae origine da un ordine del giorno del consiglio comunale votato all’unanimità che invitava l’amministrazione a favorire l’accoglienza delle mamme che avessero necessità di accudire il proprio bambino. Sono cinque i Baby Pit stop avviati da oggi all’interno delle strutture del comune segnalati dalla scritta “Qui puoi allattare e accudire il tuo bambino”. Oltre che nei Musei civici, gli angoli riservati a mamma e bambino si trovano nella sede centrale del comune, in piazza della Libertà, nella Biblioteca comunale Mozzi Borgetti, in piazza Vittorio Veneto, nel Teatro Lauro Rossi in piazza della Libertà e negli uffici dei Servizi sociali, nella sede del Comune di viale Trieste.
«Macerata è una città accogliente – ha detto l’assessore alle Pari opportunità Federica Curzi – ed anche una città di cultura. Per questo con grande soddisfazione apriamo oggi questo spazio all’interno di un luogo simbolo della cultura quale è il Palazzo Buonaccorsi, sede dei Musei civici di Macerata. Vogliamo infatti permettere alle mamme di essere protagoniste della vita sociale della nostra città senza rinunciare al piacere di stare insieme al proprio bambino e di allattarlo con riservatezza e tranquillità anche se si trovano in un posto pubblico. E’ un passaggio culturale importante, invitiamo pertanto anche altri uffici ed esercizi pubblici a far parte di questa rete a sostegno delle mamme».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Perfetto, ora dovrò evitare di andare in biblioteca ( luogo che amo piu di ogni altro ) perchè qualche femmina invece di starsene a casa, se ne va in giro a sfamare pubblicamente i neonati. Scusate, ma non a tutti piacciono certi ” spettacoli “, mi auguro che tale angolo sia ben riparato dal pubblico.
Grande iniziativa.
Ma come si fa ancora oggi ad avere certe opinioni sull’allattamento materno? “Sfamare pubblicamente neonati” credo che sia una delle scene migliori a cui la nostra società dovrebbe riabituarsi ad assistere. Eppure, frequentando una biblioteca, si dovrebbe aprire le proprie vedute….
@sara e @Silvia
credo che, come spesso accade, la verità stia nel mezzo. Da un lato, mi pare quanto meno eccessivo definire un’attività naturale come poche altre “certi spettacoli”, e poco rispettosa nei confronti di mamme che spesso cercano solo qualche ora di svago per sfuggire al “carcere duro” dei primi mesi di allattamento, e che però devono comunque provvedere ai bisogni della prole. D’altra parte, proprio perché l’allattamento e la maternità sono (dovrebbero essere) cose naturali, è spesso stupefacente il modo con cui donne, evidentemente appagate per la propria maternità, ostentano il proprio ruolo di mamme di fronte a chiunque si pari loro innanzi: non dimentichiamo che una biblioteca è tradizionalmente luogo di silenzio e rispetto.
Non mi sembra che la postazione per il Baby Pit Stop consista in un trono posto al centro della sala principale della biblioteca. E’ evidente che si tratta di un’angolo in cui poter trovare tranquillità e comodità per poter accudire il proprio bambino. La biblioteca è luogo di silenzio, ma anche il massimo esempio di democrazia e ‘pubblicità’: luogo in cui anche i bambini possono e devono entrare, fin dalla nascita, come ci ricorda il progetto ‘Nati per Leggere’, che incentiva la lettura fin dai primi mesi di vita. Prevedere una postazione per poter allattare e magari fare una sosta anche per leggere qualcosa ai propri piccoli, non mi sembra che significhi ostentare il proprio ruolo. L’iniziativa, tra l’altro diffusissima in moltissimi paesi, è solo un segno di civiltà e accoglienza in una città che è decisamente poco adatta per le famiglie con bambini. Probabilmente ancora molta gente non sa che i piccoli vanno allattati a richiesta e che diventare madri non significa doversi segregare in casa e affrontare il ‘carcere duro’.
In una società dove purtroppo siamo abituati a comportamenti scandalosi di tutt’altro genere sentire una donna che parla di altre donne definendole “femmine che invece di stare a casa si permettono di uscire e sfamare i loro neonati in luoghi pubblici…” mi mette molta tristezza e rabbia. Non sa quante donne sono scoraggiate dall’allattare al seno per non ricevere commenti di questo genere… prima di parlare bisognerebbe riflettere sull’impatto di ciò che si dice… Allattare al seno è la cosa più naturale di questo mondo e non dovrebbe suscitare altro che commenti positivi e di incoraggiamento…
L’iniziativa proposta è meravigliosa a mio parere… quale modo migliore di avvicinare i più piccoli al” magico mondo dei libri” rendendo la biblioteca un luogo accogliente per loro sin dalla nascita…
Ma quale sarebbe esattamente l’oscenità nella scena di una madre che allatta un bambino? La visione di un seno nudo o il bambino che vi si nutre? Mi pare che siamo abituati, in tv e per strada a scene e spettacoli ben peggiori di questi… finiamola con questo finto bigottismo.
E poi non mi sembra proprio che una mamma che allatta si spogli pubblicamente, anzi, spesso siamo talmente riservate da coprirci con un fazzoletto o con una fascia .. o davvero pensiamo che il biberon si l’evoluzione tecnologica della tetta?
La scelta del Comune mi sembra una scelta di civiltà già presente e solida in altri contesti europei.
Inoltre dalle foto si vede benissimo che il posto in oggetto (quello della biblioteca) è ben riparato e rispettoso anche degli sguardi del lettore più pudico visto che si trova nella saletta antistante le sale di lettura che è utilizzata proprio per le letture e le iniziative di “Nati per Leggere” progetto che sposa la lettura ad alta voce ai bambini in età prescolare (e quindi anche ai neonati).
Magari ci fossero stati spazi del genere quando allattavo mia figlia! Mi dovevo nascondere o supplicare i locali in cui mi trovavo per poter sfamare mia figlia e ho subito gli sguardi storti della gente perché era già grande (avevo fatto la scelta di allattarla a richiesta e fino a due anni).
Ma certo, forse me ne sarei dovuta stare a casa per due anni perché essendo contraria al latte artificiale e avendone di mio mi meritavo sacrifici e arresti domiciliari.
Ci sono molti più seni nudi in una Pinacoteca che in un reparto di ostetricia. Quindi, l’arte supera la realtà. Non c’è niente di malizioso nel nutrire la prole ed è soggettivo il fatto che non ci sia ostentazione nel farlo, come in qualsiasi espressione umana.
Detto questo, per me non ci sarebbe bisogno di nessun
paravento per coprire sì nobile evento, ma l’iniziativa è valida
anche perchè riporta all’attenzione l’importanza di questa
azione di amore primario e primordiale. Brave.
Certo che se lo “spettacolo” di una madre che allatta il proprio figlio scandalizza a tal punto, forse nn solo fai bene ad evitare la biblioteca, ma fai meglio a startene tu reclusa in casa, che evidentemente tanto amore per i libri t hanno chiuso la mente ma fatto aprire la bocca senza cognizione di causa! Ma sai di cosa parli?? O forse sei amica di pediatri compiacenti che consigliano il latte artificiale…ahahah!!! 😀
Gentili Signore, grazie a dio non ho figli proprio perchè non intendo averne, ribadisco che chiunque abbia un neonato per le mani dovrebbe accudirlo in sede appropriata e non in giro per la città, sedute al bar con la tetta al vento, non in biblioteca e di sicuro non in luoghi pubblici. Il comune non poteva spendere soldi in modo piu stupido, peronalmente è una scena che mi fa schifo, mi inorridisce e la trovo anche discretamente maleducata. Contro i bambini non ho nulla, so di cosa parlo in quanto è una mia opinione, è strettamente soggettiva e in quanto essere umano mi sento in diritto di pubblicarla esattamente come tutti gli altri. Il duro lavoro e lo stremo dei primi mesi di allattamento è cosa risaputa, se non vi sentivate in grado di affrontare la clausura derivante potevate fare a meno di farli. Saluti!
PS: Anche fare pipi e avere le mestruazioni è una cosa naturale ma non mi sento in diritto di cambiarmi il tampax difronte a tutti.
Cara Sara, se non hai figli un motivo c’è e grazie a Dio che spesso fa le cose giuste, tu non potrai sentirti madre. Purtroppo però non potrai cogliere neanche la sensazione di libertà che può darti il mostrare una parte del tuo corpo, che in altri contesti potrebbe alimentare la morbosa curiosità degli altri e che, invece, in quella specifica occasione, alimenta solo il frutto del tuo seno. Mi dispiace, davvero, per te.
Definire “uno schifo”, “mi inorriddice”, “seno al vento” un’azione naturale come allattare significa vivere in un mondo di plastica, innaturale e evidentemente problematico. Credo che la terminologia usata sia fuori luogo e rasenti una vera e triste stortura. Che tristezza che mi fa lei, cara signora Sara.
Sono sempre stata una sostenitrice dell’allattamento al seno…ho allattato le mie figlie ovunque anche in Chiesa ma con grande discrezione che non lasciava intravedere nulla del mio seno, tutti pensavano che la bambina dormisse quando in realtà se la “poppava” di gran gusto, per non turbare la sensibilità di persone come la Signora Sara…
Per contro ho conosciuto mamme che, magari a cena tra amici, sfoderavano interamente il loro seno senza preoccuparsi di creare imbarazzo soprattutto tra i ragazzi che non sapevano più dove dirigere lo sguardo…
Viva il buon senso!!! Delle mamme nell’essere discrete e delle donne come la Signora Sara nel cercare di comprendere che la bruttezza non è nel gesto ma negli occhi di chi lo guarda…
Grazie.
Cara Sara mi dispiace per te che non proverai l’esperienza dell’allattamento!!!! eppure un motivo ci sarà!!! L’iniziativa è interessantissima e per fortuna non tutti la pensano come te. Lo sai che il latte in polvere può causare la morte del bambino fino ai 12 mesi di età, se non somministrato con le giuste precauzioni? tipo se preparato con acqua fredda! Io prima di parlare mi informerei bene e sosterrei tutte quelle mamme che oltre ad essere mamme, sono anche mogli, casalinghe, lavoratrici, e molto altro ancora……..
Signora Sara, ha il diritto di esprimere la sua opinione come tutti gli altri ed infatti nessuno ha attaccato lei personalmente ma la sua visione delle cose.
Trovo però alquanto esagerate le parole “schifo” e “mi inorridisce” relative alla visione di una madre che allatta il suo bambino in un luogo pubblico: fare la pipì o cambiarsi il Tampax in mezzo ad una strada, come dice lei, è un gesto di inciviltà in quanto, se permette, lascio un mio rifiuto per strada infischiandomene del mio prossimo, diverso è il fatto se allatto il mio bambino, specialmente se questo gesto, sicuramente intimo, viene fatto in maniera riservata e non “ostentata” proprio per rispettare anche chi non ama (e ci può stare) tale “spettacolo” (ma poi dove stanno tutte queste “tette al vento” in giro per la città??)
Continuo a ribadire che il Comune ha compiuto un gesto di profonda civiltà e ha “speso soldi” (per una poltrona e per un cuscino di allattamento…) molto bene, specialmente per la Biblioteca che ospita tutti i lunedì proprio le letture promosse da “Nati per Leggere” per i piccoli e per i piccolissimi.
Che fare figli significhi rinchiudersi in casa non mi risulta, anzi, la vedo una visione molto retrograda e maschilista, ma è un mio punto di vista. Saluti
Che peccato Sara, pur essendo uomo e pur non partorendo e non allattando sono sicuro che Lei si neghi la più bella esperienza che una donna possa vivere. Ne sono certo e conscio per quanto mia moglie ha vissuto con i nostri figli. Comunque, buona lettura.