Nei giorni scorsi il nostro lettore Simone Marchegiani aveva segnalato il ritrovamento di poltrone da ufficio lungo la strada provinciale Santa Sperandia (leggi l’articolo). Oggi cambia la location, ma le poltroncine sono sempre le stesse e a trovarle è sempre Marchegiani:
«Quando si dice il caso – scrive – Ricordate le poltroncine da ufficio o da sala convegni abbandonate sotto un ponte della strada Provinciale Santa Sperandia in territorio treiese ( per pochi metri non è territorio di Cingoli )?
Ebbene oggi decido negli ultimi giorni di ferie di fare un giro in mountain bike su strade nuove, arrivato a San Severino imbocco la strada per Stigliano, proseguo per la frazione di Sant’Elena, vedo un’ indicazione “Chiesetta di S. Maria di Cesello sec XV” e decido di andare a vedere di cosa si tratta, poco prima però arrivo ad un ponte e noto qualcosa di colorato sul lato destro tra i rovi, rallento ed alla fine mi fermo ed indovinate cosa era quella cosa azzurro sgargiante? Le poltroncine da ufficio. L’autore o gli autori del misfatto hanno seminato sotto i ponti, chissà se sono stagisti che stanno promuovendo nuovi arredi d’ambiente da mettere a disposizione dei turisti in cerca di more?
Quanti altri ponti tra San Severino, Cingoli e Treia fanno da deposito a queste poltroncine che oramai tra i due siti abusivi individuati ammontano a diverse decine. Come può l’Italia cambiare con questi atteggiamenti?
Haivoglia a fare il porta a porta, hai voglia a riciclare. Comunque ad oggi due sono i siti individuati di queste poltroncine.
Lungo la Provinciale Santa Sperandia nelle vicinanze della chiesetta di S Maria dell’Ospedale, prima dell’imbocco del sentiero per l’Eremo di San Michele Arcangelo, sotto il ponte, in territorio quasi certamente treiese anche se per pochi metri (una decina). Lungo la strada che dalla frazione di Sant’Elena di San Severino Marche conduce alla chiesetta di Santa Maria di Cesello del Sec. XV, sempre sotto un ponte.
Speriamo almeno in una rapida bonifica».
nella cartina, con un puntatore giallo, sono indicati i luoghi del ritrovamento delle poltrone
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Simone, mi servono 4 sedie thonet ed un tavolo 90 x 90…..me le trovi per favore?
Tutto perchè nelle isole ecologiche non si ha la possibilità di lasciarle (e magari essere pagati con un prezzo simbolico… per esempio togliendole dalle tasse spazzatura) e nessuna associazione (CARITAS per es.) ha la possibilità di poterle ristrutturare e rimetterle sul mercato a fini sociali…. magari facendo rinascere delle piccole scuole delle Arti e dei Mestieri. Ci vuole così poco per evitare certe porcherie… ma dove sono i nostri amministratori a pensare alle grandi cose?
Pinco Pinco non sono d’accordo.
L’eliminazione delle poltrone dovrebbe essere un evento eccezionale e dedicare qualche minuto per trovare una giusta collocazione nelle isole ecologiche non dovrebbe essere un problema.
Basta vedere lungo le strade le carte, le lattine e bottiglie che vengono abbandonate.
E’ solo un problema di educazione e rispetto per il proprio Paese che purtroppo oramai sono stati dimenticati ed i risultati sono fin troppo evidenti di come si trova la nostra povera Italia.
Il motivo è uno ed uno soltanto: gli italiani (e gli stranieri che vivono o vengono in Italia) sono una popolazione di zozzoni, menefreghisti e sciacalli.
E’ anche vero che si adattano “allo stile di vita” imposto dalle istituzioni, però questa è l’unica spiegazione.
Ieri di ritorno da Milano ho notato diverse gomme abbandonate “fresche fresche” in un campo sul ciglio della strada che porta da selvalagli a matelica. In parecchi avranno notato quelle presenti nella corta che dal cimitero di Cingoli porta verso Jesi. Sono state li per anni senza che nessuno intervenisse.