Da Maria Magi, presidente della cooperativa titolare di Radio Erre, riceviamo:
Radio Erre, rischia lo sfratto dal Comune di Recanati, da Palazzo Venieri, dove da 35 anni, ha il suo impianto di trasmissione, pagando un regolare contratto di affitto. La diffida inviata alla cooperativa dal dirigente dell’ufficio tecnico l’architetto Maurizio Paduano, pone come giorno per la rimozione dell’antenna il 31 agosto prossimo, semmai in caso di inottemperanza, scatta l’ordinanza sindacale. Maria Magi, presidente della cooperativa, ha chiesto al Comune di tollerare la situazione attuale ancora per un paio di anni in attesa del passaggio in digitale della radiofonia che eliminerebbe definitivamente la necessità di possedere ancora simili impianti di trasmissione, o in alternativa che vengano individuati dal Comune siti alternativi dove de localizzare l’antenna. Magi si è rivolta anche al nuovo vescovo Monsignor Nazareno Marconi, che fa domani il suo ingresso ufficiale a Recanati, con una lettera che di seguito riproduciamo.
«Eccellenza, mi rivolgo a lei in qualità di Presidente della cooperativa senza scopo di lucro “Radio Erre”, una realtà che opera da oltre 35 anni in questo territorio e che, senza ombra di dubbio e senza alcuna vanità, rappresenta un importante strumento di comunicazione e informazione per molti cittadini del territorio del maceratese ed anconetano.
Il mio appello nasce dall’attuale momento di difficoltà che stiamo vivendo per la volontà dell’Amministrazione di applicare oggi, in un breve lasso di tempo, un vincolo di legge che impone che sopra gli edifici scolastici o lavorativi o, comunque, dove ci sia la presenza di persone non possa convivere l’antenna che ci permette di portare in tutte le case la voce della città. Entro il 31 agosto, senza che ci sia consentito di individuare un sito alternativo dove delocalizzare l’antenna, dovremo spegnere il nostro segnale: un impianto di piccolo ingombro fisico, perfettamente all’interno dei limiti imposti dalla legge in fatto di inquinamento elettromagnetico e che, pertanto, non costituisce alcun problema sanitario per la popolazione.
Eccellenza, il mio appello è perchè la sua autorevole voce si unisca alla nostra affinchè questa realtà del territorio non venga spenta per il grande ruolo sociale ed educativo che l’emittente svolge per tutta la comunità tanto che è stata riconosciuta dallo stesso Ministero come “radio di carattere comunitario”.
Avremo modo di conoscerci nel tempo e mi auguro che potremo presto ospitare la sua Parola anche nella nostra emittente e che Lei possa rendersi conto di persona come questo strumento, la cui attività è portata avanti con grande sacrificio e impegno in modo del tutto volontaristico da un gruppo di persone di idee e cultura completamente eterogenee, rappresenti da sempre un’importante compagnia per le persone anziane sole, per le donne e gli uomini di buona volontà che vogliono informarsi e impegnarsi per rendere migliore l’ambiente in cui vivono.
Eccellenza, in questo giorno speciale, in cui lei fa il suo primo ingresso nella città della poesia, del bel canto e dell’arte, il mio augurio è che la sua presenza possa operare per una riappacificazione sociale fra gli uomini di questa terra, per la crescita del senso civico, della pace e dell’accoglienza che questo territorio nella sua storia ha sempre perseguito».
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una radio libera, che dà voce a tutti, e non solo a chi crede di comandare, che si fa portavoce di tutti coloro ai quali hanno negato un diritto, dà FASTIDIO; MOLTO FASTIDIO, a quei politicucci da quattro soldi, che utilizzano i mezzi di informazione come i gerarchi utilizavano l’istituto Luce e cioè, solo per mera propaganda, è insopportabile che una realtà simile esista e la vogliono sopprimere.
Cari politicucci, che ne facciamo di tutte le altre antenne poste sul territorio? di quelle che sono poste sull’acquedotto? di quelle al cimitero? di quelle a Villa Teresa? di quelle in piena Piazza Leopardi? e di Quelle di TVRS? Due anni ulteriori di concessione e tutto si sarebbe risolto, ma due anni sono troppi per coloro che vogliono cancelalre l’ultimo baluardo di libertà in un paese in cui libertà è una parola dimenticata.