Erosione della costa,
esposto in procura dei titolari degli chalet

PORTO RECANATI - Sei i firmatari, il loro legale: "Situazione drammatica, non ci fermeremo. Una concausa del dissesto potrebbe essere un'opera su cui ci sono stati controlli da parte della magistratura". Dubbi anche sul ripascimento "senza barriere si rischia di buttare al vento 4 milioni di euro"

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Mauro Antognini-Rodolfo Scalabroni- Vincenzo Pandolfi- Christian Gambelli (2)

L’avvocato Gabriele Cofanelli con i titolari degli chalet, da sinistra Mauro Antognini, Rodolfo Scalabroni, Vincenzo Pandolfi, Christian Gambelli

Mauro Antognini-Rodolfo Scalabroni- Vincenzo Pandolfi- Christian Gambelli (3) di Gianluca Ginella (foto di Lucrezia Benfatto) Un disastro ambientale. Questa l’ipotesi di reato nell’esposto firmato da sei titolari di chalet di Porto Recanati la cui attività è stata danneggiata dalla scomparsa di metri e metri di spiaggia nel corso degli ultimi anni. “Lo presenteremo la prossima settimana – dice l’avvocato Gabriele Cofanelli, che assiste i titolari degli chalet –. La situazione a Porto Recanati è drammatica”. L’esposto che verrà presentato in procura si basa su di una perizia che è stata realizzata da un ingegnere: “che sostiene che quello che sta accadendo possa avere, come concausa, un’opera che è stata realizzata a Porto Recanati e che ha portato a rompere l’equilibrio sulla costa – dice l’avvocato Cofanelli –. Sembra che su quell’opera la procura sia già intervenuta, perché sarebbe stata informata su di un abuso edilizio che ci sarebbe stato”. Un danno, quello causato dalla scomparsa della spiaggia, che “comporta, fra tutti quanti, una perdita di un milione di euro ogni anno” dice Rodolfo Scalabroni, titolare dello chalet Tutto esaurito. Sul lungomare di Porto Recanati, dove il mare ha mangiato la spiaggia, sono stati stanziati lavori di ripascimento per 4 milioni e 200mila euro. Lavori che, dice Scalabroni, dovevano cominciare a giugno “ma non sono partiti e temiamo che il bando dovrà essere rifatto”. L’appalto era stato vinto dalla ditta Dicearco costruzioni srl di Messina. “I soldi che sono stati destinati al ripascimento rischiano di essere buttati al vento. Perché senza barriere il mare potrebbe rimangiarsi la spiaggia. Ben venga il ripascimento, ma il Comune o crea una barriera sul mare o spendere 4 milioni e 200mila euro potrebbe diventare una follia” dice Cofanelli. I titolari degli chalet, tra loro oltre a Scalabroni ci sono Mauro Antognini, titolare dello chalet Mauro, Vincenzo Pandolfi, proprietario dello chalet La rotonda e Christian Gambelli, titolare dello stabilimento La masaya, che si trovano tutti in località Santa Maria in Potenza a Porto Recanati, nei mesi scorsi avevano costituito un comitato per tutelarsi. Una battaglia che proseguirà “non possono fermarsi, anche perché sono persone che si sono trovati con l’attività mozzata e che rischiano a novembre di trovarsi a non avere più niente” conclude l’avvocato Cofanelli.     Mauro Antognini-Rodolfo Scalabroni- Vincenzo Pandolfi- Christian Gambelli (1)

Gabriele Cofanelli (3)   Gabriele Cofanelli (1)



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