Variante del glorioso, la Provincia
fa ricorso al Presidente della Repubblica

SAN SEVERINO - Contro il diniego della Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici delle Marche al prgetto per la realizzazione del braccio secondario dell'opera. Pettinari: “Non ci possiamo permettere un'incompiuta”

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Il sindaco di San Severino Cesare Martini e il presidente della Provincia Antonio Pettinari illustrano il progetto

 

“Sproporzionato, contraddittorio, pregiudiziale”. Con queste motivazioni la Provincia di Macerata ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il provvedimento negativo emesso dalla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici delle Marche sulla possibilità di procedere alla realizzazione del braccio secondario della Variante del Glorioso, a San Severino, così come progettato dalla Provincia. Sulla collinetta dove dovrebbe passare questa nuova bretella di collegamento con il quartiere Glorioso, sono state infatti rinvenute, nel corso dei lavori, alcune strutture murarie di interesse archeologico tali che per la Direzione regionale è necessario spostare il tracciato.

GloriosoLo stop, senza se e senza ma, è arrivato “a sorpresa”, dopo che la Soprintendenza per i Beni archeologici delle Marche si era espressa, invece, favorevolmente alla rimozione delle presenze archeologiche, a seguito delle approfondite indagini commissionate dall’Amministrazione provinciale alla ditta specializzata Kora e dirette dalla stessa Soprintendenza. Lo scavo, secondo il funzionario che aveva seguito i lavori per conto della Soprintendenza ai Beni archeologici, era stato regolarmente eseguito ed esaustivamente documentato, e non si ritenevano sussistenti motivi ostativi al rilascio dell’autorizzazione allo smontaggio dei pochi resti rimasti.

Per la Provincia modificare adesso il progetto, spostando l’arteria stradale come richiesto da Ancona, è una soluzione impraticabile a livello tecnico e funzionale e in termini economici, con un aggravio dei costi ad oggi non sostenibile in quanto la copertura finanziaria è garantita esclusivamente con fondi statali messi a disposizione dalla Regione per la ricostruzione post-terremoto e dunque non integrabili.

Nei fatti, poi, l’opera pubblica rischia di interrompersi, anche perché dagli scavi condotti sul braccio secondario dovevano essere acquisiti i materiali necessari per la realizzazione dell’infrastruttura.

“Non ci possiamo permettere un’incompiuta”, taglia corto il presidente Antonio Pettinari, che sottolinea come l’iter procedurale che ha portato all’approvazione del progetto abbia rispettato le varie competenze previste dalla legislazione vigente. 



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