di Monia Orazi
“Catia aveva lo stesso Dna del padre: una persona gentilissima e disponibilissima, lei era come lui, gli somigliava tantissimo, viveva per le figlie e il marito” è il ricordo di una conoscente della donna di 44 anni, Catia Fattoretti, di Camerino, travolta e uccisa da un’auto ieri mattina mentre si occupava di regolare il traffico lungo la Muccese. I funerali della donna sono stati fissati per domani alle 15 nella chiesa di Santa Maria in via. Camerino oggi si è svegliata sconvolta dalla morte di Catia Fattoretti, la gente resta ammutolita e incredula di fronte all’assurdità di una morte avvenuta mentre la donna era intenta a lavorare. “Io l’ho vista nei giorni scorsi lungo la provinciale a segnalare il via libera alle auto – dice una donna – non c’erano stati problemi, li avevo visti prima lungo la strada da San Severino, poi verso Matelica”. La preoccupazione di tutti va alle due figlie, di 12 e 13 anni, rimaste senza il sorriso e la gioia di vivere della loro mamma che le adorava, in un’età delicatissima, come quella dell’adolescenza. Proprio loro erano state festeggiate un mese fa da tutta la famiglia, in occasione della Cresima, con un grande pranzo a cui avevano partecipato parenti e amici di famiglia. La famiglia Fattoretti a Camerino è conosciutissima perché il padre Venanzo, che tuttora suona nella banda cittadina insieme a una delle due figlie della donna e al fratello Andrea, per tanti anni ha consegnato le bombole del gas in giro e aveva un’attività di casalinghi. Poi si era messo a fare il ciabattino riprendendo l’attività di suo padre. Da quando si era sposata Catia viveva con il marito e le due figlie in campagna, in località Cignanello, non lontano dalla frazione San Marcello, dove aveva sede l’azienda di movimento terra della famiglia del marito, con cui lei collaborava. D’estate tagliavano l’erba, spesso d’inverno rimuovevano la neve, oltre a vari lavori come piccoli trasporti. “Aveva un amore assoluto verso le figlie e il marito – ricorda un altro conoscente della donna – queste sono cose che lasciano il segno, è difficile giustificare la morte di una donna così giovane, avvenuta in modo inaspettato, me la ricorderò sempre come una donna educata, sempre pronta al sorriso e al saluto”. In queste ore il grande cordoglio rimbalza attraverso una valanga di messaggi sul social network Facebook, che esprimono tutta la partecipazione e la vicinanza alle due figlie, al marito Fabrizio Mancinelli, ai genitori Angela e Venanzo, al fratello Andrea, ai suoceri Costantino e Graziella. Sul fronte delle indagini proseguono gli accertamenti della polizia municipale di Matelica che ha effettuato i rilievi del tragico incidente. La donna, ieri mattina, mentre regolava il traffico a Matelica lungo la Muccesse per l’azienda privata della sua famiglia che aveva in appalto i lavori di pulizia del verde, è stata travolta da un’auto, condotta da un giovane fabrianese che avrebbe riferito di non averla vista. Gli esami tossicologici eseguiti sul giovane sono risultati negativi. La famiglia di Catia Fattoretti ha espresso il desiderio di devolvere le offerte che saranno fatte durante il funerale all’associazione Raffaello, che si occupa di bambini malati.
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Solo l’inchiesta potrà accertare le ragioni della tragedia, ma – come si fa a non vedere un cantiere stradale e il grande segnale rosso che la vittima avrà tenuto in mano? Me lo chiedo, perché qualche giorno fa qualcuno mi ha superato mentre rallentavo in prossimità di un cantiere stradale, sfiorando gli operai al lavoro. Lì c’era un angelo custode. In questo caso, era distratto anche lui.
Ormai ci sono morti ogni giorno a causa delle auto: dovrebbe esserne impedita la pubblicità alla stessa stregua dei prodotti “pericolosi per la salute” (come le sigarette).
Anche per questi morti è nostro preciso dovere cominciare a togliere privilegi alle auto che, oltre a quanto detto, rovinano l’ambiente e ci impoveriscono.
Ancora sono insufficienti gli autovelox e tutor che sono attivi ,devono studiare qualche dispositivo satellitare che controlla la velocità a tutti i veicoli in circolazione , e soprattutto i medici di base devono comunicare alla motorizzazione se il suo paziente e in grado di guidare o no casi che hanno fatto richiesta di invalidità poi magari circolano con la macchina ancora per i prossimi 5 anni perché da poco hanno rinnovato la patente