di Carmen Russo
(foto di Lucrezia Benfatto)
Giovane, più istruito e orientato sul lavoro: questo l’identikit dello straniero residente nella provincia di Macerata secondo i dati Istat. E’ stato presentato, questa mattina nella Prefettura di Macerata, alla presenza, oltre che di numerose autorità, del prefetto Pietro Giardina e del direttore Istat dell’Emilia Romagna e Marche, Marco Ricci, la quinta edizione del rapporto sulla presenza straniera nel territorio della provincia.
«E’ essenziale conoscere il fenomeno dell’immigrazione e che sia utile per tutti coloro che sono chiamati a dare direttive e normative- ha affermato il prefetto Giardina – Citando Giorgio Napolitano che quando incontrò gli stranieri disse “Vogliamo accogliere nuovi cittadini consapevoli, che siano riconosciuti e si affermino come tali. Ma il punto di partenza non può non essere una presa di coscienza collettiva”. Il nostro scopo è dunque fornire alle istituzioni degli strumenti validi di conoscenza e per scelte amministrative efficace».
Da quanto è emerso dallo studio, curato da Sergio Pollutri dell’Istat regionale, sono 33.621 gli stranieri residenti nella provincia di Macerata, più del 10% della popolazione totale. Ma la provincia di Macerata si classifica all’ultimo posto per presenza straniera femminile, pari al 52,4%. Altissima la presenza minori, ben 7.776, pari al 23% degli stranieri. L’età media dei residenti extracomunitari si aggira attorno ai 30 anni, racchiudendo la fascia di popolazione attiva e lavoratrice. Un dato che rispecchia e compensa quella che sembra essere l’emigrazione dei giovani italiani all’estero e dunque che lascia spazio alla forza lavoro degli immigrati.
I permessi di soggiorno che, al 1 gennaio 2013, non sono stati rinnovati o sono scaduti ammontano a 2038, pari all’8,2% dei permessi rilasciati e/o rinnovati al 1 gennaio 2012. Sono tornate ad aumentare le acquisizioni di cittadinanza italiana: 1.104 persone, con un aumento rispetto al 2011 di quasi il 50%. La presenza di minoranze ha una forte incidenza sul totale della popolazione, primo comune per il rapporto tra italiani e stranieri è Pioraco, seguito dai comune di Porto Recanati e Sefro, mentre ultimo classificato è Acquacanina dov’è presente solo una donna di nazionalità marocchina.
E’ proprio il Marocco a primeggiare, con l’Albania, la Macedonia e la Cina tra le nazioni di provenienza. Le prime tre comunità di stranieri a Macerata (rumeni, macedoni e albanesi), nel complesso, costituiscono il 38,3 per cento del totale degli stranieri, con una preminenza della componente femminile, ma se si aggiungono le tre successive in graduatoria (pakistani, cinesi e marocchini), la quota arriva al 61,9%, con una prevalenza degli uomini.
Un dato significativo, che si collega anche all’integrazione – progetto intrapreso per il primo anno dall’osservatorio Istat – ed emerge anche dai dati sul livello culturale conseguito dagli stranieri. In crescita l’integrazione linguistica: su 2872 test eseguiti al 31 gennaio 2013, il 92% sono stati superati. L’istruzione che aumenta, non solo dal punto di vista linguistico, anche nelle scuole il numero di iscritti alle scuole primarie (2.233 unità), ma che, per la prima volta, diminuisce nelle scuole secondarie (una diminuzione del 4,6 per cento degli iscritti stranieri). L’incremento, però, è evidente nei dati delle due università del territorio. Molto alto, pari al 7,8% degli iscritti è quello dell’ateneo di Camerino, che prediligono le facoltà di Farmacia e Scienze e Tecnologie, ma discreto anche il numero per l’Università di Macerata, con 135 studenti stranieri distribuiti maggiormente nelle facoltà di Giurisprudenza, Scienze della Formazione e Lettere e Filosofia.
Sono soprattutto gli argentini a usufruire delle cure ospedaliere, seguiti dai nigeriani e in particolare dalle donne in gravidanza.
Forte risulta essere l’incidenza dell’imprenditoria straniera sul territorio, dove a primeggiare sono i cinesi, seguiti dai marocchini, rumeni e macedoni. Per l’imprenditoria straniera sono molto importanti anche i settori della fabbricazione di articoli in pelle e simili (8,1 per cento), del commercio 163 all’ingrosso (7,4 per cento) delle attività dei servizi di ristorazione (6,6 per cento) e dell’industria di confezione di articoli di abbigliamento (97, pari al 2,2 per cento); notevole il contributo del settore primario (agricoltura, pesca e attività di trasformazione primaria di questi prodotti), pari al 2,9 per cento. Che conseguentemente porta anche un’introito fiscale: nell’anno d’imposta 2011 (dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche presentate nell’anno 2012) gli stranieri hanno redatto 23.802 dichiarazioni, delle quali il 20,3 per cento di modello Unico, il 31,3 per cento di modello 730 e il 48,4 per cento di modello 770.
Un particolare studio, curato da Barbara Vallesi dell’Istat di Ancona, è stato fatto sulle patenti e sulle immatricolazioni di veicoli da parte di stranieri. Il 7,7 % dei veicoli immatricolati al 31 gennaio 2013, sono stati fatte da stranieri, in particolare albanesi, romeni e marocchini. Su 7.117, 241 sono le patenti da non comunitari fino al 20 settembre 2013 e in maggioranza le patenti di tipo B.
“Si evidenzia che tra le province marchigiane c’è un maggiore sviluppo – ha commentato il direttore dell’Istat, Marco Ricci – Un’importante dimostrazione di crescita e un consolidamento della presenza straniera. Ormai questa realtà è una parte integrante della nostra società e si intreccia saldamente con i nostri tessuti economici”
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Come sono ottimisti… fanno tenerezza. Accogliamoli! Faccetta nera, sarai romana…
Invece, rimarranno ciò che sono: gli Africani rimarranno tribali, primitivi, istintivi e sanguinari, né basta una laurea per cambiarli. I musulmani sono una cosa molto più seria, poiché hanno una religione più forte, più pragica, più materiale della religione cristiana, che viaggia sull’astrazione spirituale. I Musulmani si integreranno, sì, ma alle loro condizioni: quelle della shari’a. Nè potranno piegarsi alle leggi laiche, poiché quelle date dal Corano sono leggi dettate da Dio a Maometto. Quindi, la loro è una legge religiosa, politica e sociale. Quando, tra venti anni, ve ne accorgere, sarà troppo tardi.
Già. Poi ci sono i clandestini, i criminali etc. etc.
Di questo meglio non tenere conto .
Sono troppi gli stranieri veramente troppi
Ma quando mai si intrecciano . io vedo che gli africani e i mendicanti li sfuggono tutti. Eppoi quando vado al centro internet dove sono presenti in massa ma stanno sempre a solo fra di loro. E queste persone che parlano tanto di solidarietà oppure mangiano con la solidarietà .e ne conosciamo Qualcuno sono i più razzisti di tutti . E ora di finirla con queste ipocrisie
Sull’articolo precedente dicono che ne verranno altri perché abbiano bisogno di lavoratori, non ne abbiamo più neanche per noi.. ma come è? Mi domando dove andranno a vivere con gli affitti, che costano più di quello che si guadagna?
I POLITICI SONO SEMPRE BENPENSANTI TANTO NON TOCCA A LORO RELAZIONARSI CON GLI STANIERI. CON LE LORO PANCE PIENE CHIUDONO GLI OCCHI DI FRONTE ALLE PROBLEMATICHE DEI CITTADINI.
quella che ha staccato 2 diti al controllore che è laureata in ingegneria meccanica?
comunque a parte li scherzi ade’ tutta brava jente…soprattutto quelli dell’est,rumeni,albanesi,macedoni…tutta jente che piu’ ce n’è e meglio’ ade’!
Purtroppo e’ la lenta ed inesorabile invasione gia’ pronosticata da Oriana Fallaci, io non ho niente contro gli stranieri nel mio paese, ma proprio perche’ e’ il mio paese sono loro a doversi adeguare a noi, invece il buonismo strisciante delle istituzioni stanno rendendo un Italia simile a una Babele dove fra un po’ non ci capiremo piu’ nessuno.
posso capire il rancore nei confronti degli stranieri che delinquono ma non il razzismo allo stato puro verso chi lavora e paga le tasse regolarmente come emerso dai dati sopra citati.la più grande vergogna della nostra storia sono proprio le leggi razziali del periodo fascista.se vogliamo progredire e non commettere gli stessi catastrofici errori dobbiamo capire che gli stranieri sono una opportunità e non un peso.in questo momento i problemi veri del paese arrivano dall’interno:classe politica incapace,corruzione,evasione fiscale,finanza creativa,mafia,clientelismo,sperpero di denaro pubblico,appalti truccati,lavoro nero,delocalizzazione industriale……………
Caro A.Poloni , premetto che ho una meravigliosa cognata ucraina e una delle mie migliori amiche e’ albanese e non mi sento per niente razzista, voglio solo dire che una piccola parte di stranieri e’ veramente un opportunita’ per l’Italia, ma la maggior parte sono un peso (uso le sue parole) insopportabile per il nostro paese , un paese pieno di problemi grandi come giustamente dice lei che appunto non puo’ sopportare un invasione di disperati a cui non siamo in grado di dare una vita dignitosa.
Gibbons stabilisce che la fine dell’impero romano inizia quando nn ci sono più cives a difendere la nazione ma i mercenari,
quando si perde lo spirito di Patria e viene sostituito dal meticciato politico
Lo stesso Alfano oggi ha ricordato che, dall’inizio dell’anno, l’Italia ha già salvato 19mila immigrati. E ai parlamentari della Lega, che ne chiedevano le dimissioni del titolare del Viminale, ha ribadito essere certo di “non voler far morire mai delle persone in mare per 500mila voti in più della Lega”. “L’Italia è o no una grande nazione?”, ha chiesto provocatoriamente Alfano rivendicando per sé l’obbligo di “garantire la sicurezza e l’accoglienza”.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/immigrazione-scontro-camera-alfano-e-lega-1011364.html
cara S.SAN vede la differenza è proprio questa:molti distinguono le persone per il loro luogo d’origine,per il colore della pelle,per il loro credo religioso e alla fine resteranno sempre stranieri anche se come dice l’articolo lavorano,pagano le tasse,imparano l’italiano e cercano di integrarsi nel tessuto sociale.io invece li vedo per quello che sono,persone. per quanto rigurda l’immigrazione clandestina il problema è diverso e deve essere valutato seriamente in sede europea ma non con respingimenti barbari proprio perchè buona parte fuggono da situazioni ben peggiori di quelle che pensiamo di vivere noi.
Roma – Tre circolari del ministero della Salute in quindici giorni. L’ultima, martedì. Tutte con lo stesso argomento in oggetto: «Misure di sorveglianza per contrastare la diffusione dell’Ebola». E in tutte i toni sono piuttosto allarmati.E da un punto di vista ufficiale, tali misure sono concentrate sui «punti internazionali d’ingresso»: porti, aeroporti, frontiere. Ma l’operazione Mare Nostrum ha – nella sostanza – esteso questi «punti internazionali d’ingresso» a tutto il Mediterraneo. E in prima linea ci sono gli uomini della Marina militare e delle Capitanerie. Sono loro che accolgono, recuperano, salvano i migranti che a frotte arrivano nella Penisola. Le loro uniche protezioni sono guanti in lattice e mascherina. Bastano a fermare l’Ebola? Un ufficiale di rango preferisce non scendere in dettagli. «Ci hanno spiegato – dice – che i migranti che soccorriamo non possono essere infetti da Ebola. La malattia ha un’incubazione di 21 giorni. Quindi, quelli che imbarchiamo sui nostri mezzi al centro del Mediterraneo non possono averla. Chi l’ha contratta nei paesi in cui è stata segnalata l’epidemia è già morto prima di imbarcarsi dalle coste libiche». E se un contagiato l’avesse trasmessa durante il periodo in attesa dell’imbarco, prima di morire? La domanda cade nel vuoto. «Il contagio è improbabile», ripete. «Comunque – aggiunge – il migrante che segnala febbre alta e astenia viene messo subito in isolamento».
Il ministero della Salute, comunque, in chiave anti-ebola chiede alla Marina militare ed alle Capitanerie di imbarcare sulle proprie navi «barelle di alto bio-contenimento»: «Il cui impiego potrebbe essere necessario per il trasporto di pazienti all’interno del territorio nazionale, sui vettori aerei ad ala fissa o rotante». Ma il problema più serio per gli uomini della Marina non sono i migranti a bordo dei barconi, sono quelli che vengono portati a terra dai mercantili. L’alto numero (in tre giorni ne sono arrivati 6mila) e la mancanza di controlli preventivi operati a bordo delle navi militari, fa di questi migranti un evidente rischio epidemiologico. Insomma, il rischio che qualche migrante possa sfuggire al calcolo probabilistico legato ai tempi d’incubazione dell’Ebola c’è eccome. Tant’è che il ministero invita l’Enac a informare le compagnie aeree delle «procedure nazionali per l’evacuazione medica ed il trasporto in alto bio-contenimento di persone affette, o sospette di essere affette, da malattie infettive contagiose». Evacuazione medica – precisa la circolare della Salute – che deve essere effettuata anche senza ricorrere ai velivoli dell’Aeronautica militare. E proprio all’Aeronautica, il ministero della Salute chiede di verificare la possibilità di caricare sui propri mezzi «ambulanze ad alto isolamento in dotazione all’Istituto per le Malattie infettive Lazzaro Spallanzani». Ma a preoccupare non è solo l’Ebola, che potrebbe non arrivare (sempre per il famoso calcolo probabilistico), ma anche la tubercolosi. Negli ultimi anni la diffusione della Tbc è aumentata di quasi il 50 per cento: da 4 a 6mila casi all’anno. Era stata praticamente debellata negli anni Ottanta, per poi tornare a crescere. La causa della diffusione è la crescente immigrazione da paesi ad alta endemia. Non solo. La terapia seguita (massicce dosi di antibiotici) sta selezionando ceppi batterici che diventano sempre più resistenti alle cure. E anche questi malati vengono accolti da marinai dotati solamente di guanti in lattice e mascherine.
http://www.ilgiornale.it/news/interni/ebola-e-tbc-sbarcano-immigrati-1011595.html