di Gabriele Censi
Un mese di cassa integrazione per 35 dipendenti su 75 e produzione interna ferma alla Manas (leggi l’articolo). A questi se ne aggiungono altri 15 dei 50 dipendenti dell’altra azienda del gruppo che fa capo alla famiglia Sagripanti, la Alfiere spa. La notizia ha creato sorpresa e preoccupazione a Montecosaro dove l’azienda rappresenta un simbolo positivo. Ottimi rapporti sindacali e radicamento nel territorio con la totalità dei dipendenti del posto, il primo caso di contratto integrativo nel 1997, attenzione al capitale umano.
Un esempio dunque come conferma Sonia Paoloni, segretaria provinciale Filctem, che però sente un campanello d’allarme in questa decisione improvvisa e non motivata: “Abbiamo avuto la comunicazione da Confindustria il venerdì e lunedì è partito il provvedimento senza che ne potessimo discutere”.
Oggi le rappresentanze sindacali hanno incontrato il sindaco Stefano Cardinali che ha condiviso le preoccupazioni: “Conosco un’altra Manas e voglio pensare sia ancora quella, un orgoglio per le istituzioni e i lavoratori di questa comunità. Ci preoccupa la modalità usata per questo provvedimento e per questo voglio parlare con la proprietà nella speranza che ci sia una prospettiva in linea con lo stile Manas”.
La produzione interna rappresenta solo un quota residuale del totale (circa il 25 %) il resto è affidato a terzisti e si paventa una delocalizzazione nel nord Italia. “Ci interroghiamo sul senso del provvedimento, – prosegue la Paoloni- se queste sono le prospettive non hanno futuro come già successo in altri casi, se invece si tratta di un fermo momentaneo per rilanciare il brand su target più alti ci troveremo a fianco dell’azienda, che incontreremo venerdì prossimo”.
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Le scarpe le devono fare in Italia e noi in Romania o limitrofi e poi mettere made in Italy, così le 120 famiglie di Montecosaro non avranno più incertezze!
con quello che costa farle interamente in italia sarebbe chiusa gia’ da un bel pezzo !!!!! e non solo la manas …hai totalmente ragione , ma la tassazione sulla produzione da parte del governo e’ assurda..e questi sono i risultati.
Vi posso dire una cosa, in Romania gli operai costano 250 euro e lavorano 12 ore al giorno, no ci sono i sindacati la tassazione e’ diversa e tu puoi versare anche 10.000 euro in contante sul conto corrente senza che nessuno ti chieda niente, scusate ma perché un’azienda dovrebbe produrre in Italia? Solidarietà cmq a tutte le famiglie ma purtroppo l’Italia o abbassa le tasse e il costo del lavoro oppure deve puntare su altro, altrimenti e’ una scommessa persa. Io sto scrivendo dalla Romania.
MARCIARE NON MARCIRE:
PERCHE’ BISOGNA CONTINUARE A PRODURRE IN ITALIA ??? PERCHE’ SIAMO ITALIANI QUESTA E’ L’UNICA RISPOSTA POSSIBILE. ESSERE ITALIANI VUOL DIRE AVERE UN PATRIMONIO ARTISTICO CULTURALE SCONOSCIUTO NEGLI ALTRI PAESI.
OGNI NOSTRO TERRITORIO HA UNA VARIETA’ CULTURALE INTROVABILE ALTROVE, POSSIAMO PRODURRE LE MIGLIORI SCARPE DEL MONDO, AVERE LA MIGLIORE INDUSTRIA AGRO-ALIMENTARE DEL MONDO, UN TURISMO LEGATO ALLA CULTURA SENZA CONCORRENTI ( TOLTA LA FRANCIA ), OGNI NOSTRO PICCOLO PAESE HA UNA PERLA ARTISTICA IN UNA DELLE SUE CHIESE,VERE CUSTODI DELLA NOSTRA MEMORIA STORICA.
DOBBIAMO SOLAMENTE CREDERCI, SENTIRCI ITALIANI, FARE SQUADRA E VINCERE.
Poco tempo fa sul giornale diceva che andava tutto bene… come è?
per Yuri, l’autore del primo commento, rispetto la tua opinione ma in tutta onestà io non la penso assolutamente come te, chi ha delocalizzato all’estero, perchè ha trovato molti benifici non ha tenuto conto che ha impoverito la nostra nazione, Dal mio punto di vista se tu produci in romania ed hai vantaggi fiscali a produrre li fallo ma poi sui tuoi prodotti non scriverci made in italy (ed è quello che ti fa vendere le scarpe o quello che producete li) perchè io sono convinto che un paio di scarpe dove c’è scritto made in romania vendute a prezzi del fatto in italia sono in pochi se le comprano. Il costo del lavoro è un problema grosso come lo sperpero del denaro pubblico e la corruzione, però le tasse contribuiscono anche a far avere servizi ai cittadini.
Vorrei precisare una cosa che a molti sfugge: IL MADE IN ITALY E’ UN CAZZATA.Che differenza c’è tra un cosa fatta in Cina e una fatta in Italia da cinesi? La Manas già produce in Romania e quello che fa internamente è una minima quantità (facendo lavorare anche tomaifici cinesi).
Il problema è che la ditta, dopo l’abbandono di Cleto Sagripanti, è guidata da altri che non si fanno tanti scrupoli e guidati da una schiera di consulenti che si presentano in ditta con le loro Porsche fiammanti, consigliano di fregarsene del tessuto sociale, dei lavoratori quasi tutti del paese ed indicano come unica soluzione i tagli del personale.
Buona fortuna!