Tifosi da tutte le Marche per Francesco
Il fratello: “Lui è con tutti noi”

POTENZA PICENA - Commovente l'addio al 34enne ucciso da un brutto male. Il parroco: "Era entrato nel cuore di tutti". Gli ultras di diverse squadre lo hanno salutato con cori, striscioni e fumogeni

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Gli amici di Francesco fuori dalla chiesa

Gli amici di Francesco e i tifosi di diverse squadre di calcio fuori dalla chiesa

Francesco Angeloni

Francesco Angeloni

di Laura Boccanera

“Qualunque cosa accada a me, vada come vada, c’è un uomo e la sua strada”. Le parole di una canzone di Brusco, è questo l’addio cantato che gli ultras di tutte le Marche, gli amici e i parenti hanno scelto per salutare Francesco Angeloni, ex calciatore e allenatore di Potenza Picena stroncato da male che da mesi lo teneva prigioniero a 34 anni (leggi l’articolo). C’erano oltre 500 persone al funerale che questa mattina si è celebrato nella chiesa della Collegiata della sua città. Una commemorazione che è stata molto di più di una semplice orazione funebre, con tanto di striscioni, fumogeni, manifesti. La partita con la vita era arrivata al 90° minuto per Francesco, ma il cuore di questo ragazzo continua a vivere nella grande testimonianza di affetto che tutta la città ha voluto rivolgere a questo suo figlio. Un’omelia partecipata e commossa, tanto che anche il parroco ,don Andrea Bezzini, a stento quasi trattiene le lacrime. Una cerimonia durata quasi due ore e iniziata nella chiesa dei Francescani Conventuali da dove la salma è partita per raggiungere in corteo la Collegiata. Visibilmente commosso Don Andrea che aveva seguito Francesco e la sua famiglia in questi mesi di malattia: “E’ entrato nel cuore di tutti noi, anche di chi non lo conosceva e che con la preghiera e con l’aiuto hanno cercato di essere vicini a lui e ai familiari in questo momento. Francesco aveva riscoperto la fede, a volte lo incontravo

Lo striscione esposto per ricordare Francesco

Lo striscione esposto per ricordare Francesco

ed era arrabbiato, altre volte invece era lui a cercarmi, per pregare e io ora sono sicuro che è vicino al Signore. Oggi faccio fatica a trovare parole che non suonino retoriche o scontate, tutta questa assemblea è stata spettatrice di un evento drammatico e incomprensibile per chi non ha fede e anche chi ce l’ha vacilla in questi momenti. Quel corpo che per Francesco è diventato una prigione ora non è più qui, ma lui sono certo rimane in voi”. Al termine della cerimonia il suo ex allenatore ha voluto ricordare alcuni aneddoti di vita dello sfortunato papà 34enne (ha una bimba di soli 4 anni), ma a leggere la testimonianza è ancora Don Andrea: “L’autore temeva di piangere, ma anche a me non rimane semplice – ha detto. “Ho condiviso con Francesco molti momenti, calcistici e non – inizia la lettera – sono stato tra i primi a cui ha detto felicissimo che sarebbe diventato papà, e poi anche dopo. Era un ragazzo dall’animo genuino, pieno di sogni e di speranze. Scherzando gli dicevo che a calcio era scarso, ma sapeva benissimo che scherzavo e pensavo l’esatto contrario, ora lo vedo in Cielo, col suo sinistro a segnare qualche gol”. A prendere la parola è poi Lele, il fratello:Vedo oggi un grande affetto da parte di tutte le tifoserie, quelle

La folla in chiesa

La folla in chiesa

gemellate, ma anche quelle che per campanilismo sportivo sono avversarie. Oggi sono tutti qui e ci hanno dimostrato tanto affetto. Il tifoso è visto come un teppista, invece questi ragazzi hanno quello che in gergo si chiama mentalità e questa non ha colori. La malattia ha vinto solo il corpo di Francesco, lui è con tutti noi, nei pensieri e nelle parole”. All’uscita del feretro la canzone di Brusco ha accompagnato la folla composta da tantissimi tifosi giunti da tutte le Marche: Sconvolts, Skorpions Potenza Picena, Gruppo Ceres Porto Potenza, Sak Treia, Ultras Potenza Picena, Brigate Civitanova, Pro Appio Roma, Ultras Ancona, Teste matte Trodica, Drughi Marche, Bad boys Castelfidardo. “Uno di noi, Francesco uno di noi” intonavano in un solo coro all’uscita accompagnati dai fumogeni, reggendo uno striscione con su scritto “un piacere imitarti, un dovere non dimenticarti”. La salma è stata poi portata in corteo a piedi nel cimitero cittadino.

Guarda sotto il video dei cori dei tifosi:

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