di Gabriele Censi
Un piano di azione nazionale per fermare le smart drugs, le sostanze ‘furbe’ che si nascondono dietro pasticche dall’apparenza spesso innocua, decine di formule chimiche che usano la rete per arrivare nelle tasche di consumatori ignari. Nei giorni scorsi lo hanno annunciato il Ministro della Salute e il capo del Dipartimento Politiche Antidroga Nazionale. Per saperne di più abbiamo incontrato il direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche di Macerata e Camerino, Gianni Giuli. Il dipartimento svolge da anni anche uno screening sul territorio con l’unità mobile di prevenzione “Stammibene” che raggiunge i luoghi di aggregazione giovanile.
Cosa sono le droghe furbe e quali problemi pongono? “Queste droghe sono delle erbe in genere. Prodotti legali molto accattivanti e molto dannosi, perché gli effetti sono poco conosciuti. Vengono principalmente dalla Cina e confezionate in paesi del Nord e Est Europa. La distribuzione avviene attraverso internet e gli smartshop con dei nomi molti accattivanti e un marketing fatto bene per spingere un prodotto”.
E’ stato fatto un monitoraggio sul nostro territorio? “Per ora non c’è un consumo di massa, tra il 5 e il 7 % delle persone che rileviamo, con i nostri interventi nei luoghi di aggregazione, dichiarano di averle incontrate. Sorprende che l’età media è di 34 anni. Dobbiamo aspettarci una crescita però. Non siamo impreparati ma è difficile prevedere i danni che gli effetti di queste droghe producono. Come Regione Marche sul tema abbiamo, negli anni scorsi, partecipato ad un progetto (leggi l’articolo) di un network europeo (Red Net) che aveva come coordinatore il professor Schifano che è il massimo studioso del fenomeno. Noi come partner abbiamo svolto delle ricerche nelle scuole e tra i nostri utenti. Le smart drugs sono arrivate”.
Sui “rave party”, dopo il drammatico caso della morte di un ragazzo nella nostra provincia, c’è stato anche un intervento della politica per intensificare i controlli (leggi l’articolo). Questi luoghi sfuggono alla prevenzione? “Nei rave party c’è un uso di sostanze molto particolari che definiamo entactogene, cioè che aumentano i contatti tra le persone. Tra queste entreranno velocemente le smart drugs, quelle naturali e quelle sintetiche. I rave per definizione sono clandestini e illegali, quindi non ci sono mezzi di soccorso ed è usuale l’uso di sostanze. Questo tipo di aggregazioni sono molto pericolose”.
Le droghe furbe, sono riscontrabili da test personali? “Assolutamente no! Se un giovane le usa e i genitori hanno un dubbio, dagli esami delle urine non abbiamo riscontri. Ci sono dei sintomi che si possono individuare per allertarsi. Segnali possono essere la perdita di attenzione, cali nel profitto scolastico, disturbi dell’umore o della memoria. Noi abbiamo voluto fortemente un laboratorio di diagnosi precoce nel distretto di Macerata con una privacy molto stretta. Ai ragazzi si controlla la vista, i denti o la schiena dritta, bisogna porsi il problema anche di fare controlli specialistici in questo campo”.
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