Tolentino, si chiude l’anno zero
Chiavari: “Siamo vivi
grazie al cuore della città”

L'INTERVISTA - Il dg cremisi parla del fallimento estivo e dell'insperata ripartenza dall'Eccellenza: "Tutti hanno messo quello che potevano per far ripartire la società, adesso vogliamo giocarcela con tutti"

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Roberto Chiavari, dg del Tolentino

Roberto Chiavari, dg del Tolentino

di Marco Cencioni

Il 2013 è stato un anno molto importante nella storia del calcio a Tolentino. Le note vicende che hanno portato al fallimento della vecchia società e all’inizio del nuovo corso targato Fabio Mazzocchetti, basterebbero da sole per fornire una quantità di spunti che definire  abbondante è un eufemismo. Certamente, si può tranquillamente usare l’aggettivo fondamentale per descrivere l’anno crèmisi che sta per terminare. Un anno che ha visto tanti cambiamenti, soprattutto a livello societario, ma anche alcune certezze: quelle che riguardano l’amore dei tolentinati per la propria squadra e quelle che girano intorno al progetto tecnico, partito già nel luglio del 2012. Uno dei creatori di questo progetto è Roberto Chiavari, il direttore generale del U.S. Tolentino 1919, con cui abbiamo fatto un bilancio di quanto accaduto.

Chiavari, è stata dura giungere “vivi” all’alba del 2014. Descriva quanto successo in questi mesi.
“Dopo quanto accaduto quest’estate c’è voluta molta forza per ripartire e soprattutto tanta buona volontà da parte della gente di Tolentino. Sto parlando di chi ha dato una mano a livello economico e organizzativo, di chi sta dietro le quinte e da il suo sostegno, dell’amministrazione comunale che ci è stata molto vicina, dei tifosi che ci hanno accolto con molto calore: tutti hanno messo quello che potevano per far ripartire la società”.

A livello calcistico che anno è stato il 2013 per il Tolentino?
“Lo vedo come una prosecuzione della scorsa stagione, con la riconferma di parecchi giocatori che avevano già abbracciato il nostro progetto e che si sono trovati bene, persone giuste per questo tipo di programmazione. La scelta del nuovo mister è stata presa sulla stessa linea con la quale avevamo deciso di affidare il gruppo, nel luglio 2012, a Luigi Zaini. Abbiamo cercato un allenatore che sappia lavorare con i giovani e che abbia avuto parecchia esperienza nel settore giovanile, ma cercavamo anche un tecnico capace di offrire un calcio propositivo. Questo sport deve essere divertimento e poi ricerca del risultato: noi lo vogliamo trovare con la programmazione e attraverso un buon gioco. Nel settore giovanile si insegna ai ragazzi una certa mentalità e non potevamo prescindere da ciò anche in prima squadra”.

Quali sono le due partite che ricorda con più piacere del 2013?
“Sicuramente, una è quella contro la Folgore Falerone Montegranaro. Per 70 minuti, pur affrontando una corazzata, abbiamo dimostrato di avere una nostra precisa identità e che questa può portare a grandi risultati. Non solo. E’ stato evidente il fatto che i ragazzi sono quelli giusti per il progetto proposto. Spendendo pochi soldi – e puntando sulle qualità umane prima che calcistiche – si possono trovare giocatori anche funzionali all’espressione di un buon gioco. L’altro match che ricordo con più piacere è stato quello contro il Castelfidardo in coppa, giocato di fronte ad una stupenda cornice di pubblico. Nonostante il risultato non sia stato favorevole, l’incontro ha dimostrato tutte le nostre caratteristiche, come la voglia di emergere e lo spirito di sacrificio. Ma soprattutto, l’emozione più grande è quella che ho provato nel vedere i ragazzi del settore giovanile che applaudono i più grandi per il gioco espresso, nonostante non sia stata raggiunta la finale”.

Per concludere, cosa auguri alla squadra per l’anno nuovo e qual è l’obiettivo della dirigenza per il 2014?
“Spero che i ragazzi possano continuare a divertirsi ed a stare bene insieme nel gruppo. L’obiettivo è rafforzare le basi di questo percorso di crescita iniziato a luglio del 2012. Le partite disputate sinora dicono che possiamo giocarcela alla pari contro chiunque, quindi per la prossima stagione non ci precludiamo niente, andando avanti per il nostro cammino”.



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