“Abbiamo dinanzi a noi un appuntamento che non possiamo mancare assolutamente, quello con l’Europa e con fondi per un miliardo di euro nei prossimi 7 anni. Risorse determinanti in una fase di trasferimenti statali calanti. Per questo dobbiamo farci trovare pronti dalla Ue ed offrire, in tempi molto rapidi, una progettazione di valore per l’utilizzo di questi fondi. Nello stesso momento siamo impegnati nella definizione del Piano d’azione della Macroregione adriatico ionica, grazie al quale potremo elaborare ulteriori progetti finanziabili dalla Ue”.
Queste le parole con cui il governatore Gian Mario Spacca ha aperto ieri sera al teatro don Bosco di Macerata l’incontro “Marche 2020”, accompagnato sul palco tra gli altri dall’assessora regionale Paola Giorgi, dai consiglieri Angelo Sciapichetti, Vittoriano Solazzi, da Enrico Brizioli, amministratore delegato del Santo Stefano, da Marco Ferracuti, segretario regionale della Cisl e da Nando Ottavi, presidente di Confindustria Marche. Una serata che ha visto in platea molti sindaci della provincia, tra cui il maceratese Romano Carancini, oltre al direttore generale dell’Asur Piero Ciccarelli e al presidente del Cosmari Daniele Sparvoli. Oobiettivo discutere appunto sull’utilizzo dei fondi europei – strutturali o meno – per il periodo 2014-2020.
Risorse vitali in un contesto di continui tagli ai trasferimenti statali in un ambito, l’accesso alle risorse provenienti da Bruxelles, in cui le Marche, secondo le parole del governatore, sono ai primi posti in Italia. Alla base il confronto con i territori, con le forze economiche e sociali con cui intavolare un confronto per individuare pochi progetti condivisi e tentando di immaginare come sarà della regione da qui al 2020. “Questo nostro approccio”, ha spiegato Spacca, “è la conferma del modello policentrico della nostra regione, con le peculiarità tipiche di ogni provincia”. Partendo poi dall’evidenza della grande crisi economica che ha investito la regione, con gli scarsissimi investimenti in ricerca e sviluppo che vedono le Marche investire circa la metà del pil rispetto alla già bassa media italiana, oltre alle difficoltà di internalizzazione delle piccole realtà produttive, Spacca ha sottolineato come “l’innovazione sia un tema fondamentale per il rilancio dell’economia regionale.” Lanciando un appunto alla Camera di Commercio per fare massa critica proprio sul tema dell’internalizzazione. E allo stesso tempo proponendo un’unica agenzia che veda al fianco della regione la stessa camera di Commercio e Confindustria. Una proposta questa ben gradita dallo stesso presidente di Confindustria Nando Ottavi.
Ma la vera novità emersa nel confronto di ieri è il tentativo di utilizzare il fondo sociale europeo “non solo per formare, ma per rafforzare i servizi socio-sanitari.” Sono stati Marco Ferracuti della Cisl ed Enrico Brizioli a sottolinare da una parte la scarsità di risorse a disposizione dei comuni e la problematica dell’invecchiamento della popolazione che già oggi vede le Marche come la regione europea con la più alta aspettativa di vita. Ciò significa, secondo le parole di Brizioli, “riuscire con i fondi europei a riempire un vuoto di assistenza e di finanziamenti da parte del Servizio Sanitario Regionale” Anche Paola Giorgi, durante il suo intervento, ha parlato dell’urgenza di intercettare queste risorse rivolte al sociale, e in particolare alle problematiche relative alla terza età, anche tramite l’accesso ad altre tipologie di fondi, i fondi diretti, che già vedono le Marche in prima fila nel progetto “acrive aging”.
Gli obiettivi della politica regionale sono dunque tre. Un numero ridotto di progetti su cui indirizzare le risorse, una particolare attenzione all’assistenza sociale, l’innovazione tecnologica e l’internazionalizzazione. Se il presidente di Confindustria Marche, Nando Ottavi, ha parlato delle problematiche relative al mondo dell’industria, Silvano Ramadori, anche lui sul palco, ha messo in luce altri possibili utilizzi dei fondi europei nell’ambito agricolo. “Bisogna intervenire su tre versanti”, ha spiegato, “Spostare i fondi dalla trasformazione dei prodotti agricoli alla produzione, aiutare l’agricoltura montana che ha una grande funzione sociale e di mantenimento del territorio, pensare ad ammortizzatori sociali e per le aziende per i particolari momenti di cresi che vive l’agricoltura.”
Tra le pieghe del dibattito è entrato anche il tema delle risorse energetiche. Dopo una battuta scherzosa di Spacca che ha invitato Ramadori a lasciare da parte la questione biogas, è stato il consigliere regionale Sciapichetti a parlare di “necessità di ricambio delle fonti energetiche. Le Marche”, ha affermato, “producono da fonti alternative solo il 2.8% dell’energia. L’italia il 7%, l’Europa ci chiede di arrivare al 20.” Il famoso obiettivo 20-20-20 che dovrebbe porre l’Europa all’avanguardia nella lotta al riscaldamento globale ma che, secondo Sciapichetti, “ci vede oggi in un contesto in cui per installare 17 pale eoliche non sono bastati sette anni. Bisogna snellire le procedure.”
Molto interessanti sono stati gli interventi di Marco Mercatili, analista di Nomisma, che ha rilevato due aspetti critici dell’economia marchigiana. “In primo luogo la necessità di sostenere la domanda interna attraverso interventi come la messa in sicurezza del territorio e la valorizzazione del patrimonio”. Interventi che potrebbero far ripartire l’economia marchigiana che ha perso in pochi anni il 5% del pil. “In secondo luogo”, ha spiegato ancora Mercatili, “rendersi conto che le Marche hanno sviluppato sistemi di produzione efficienti senza però creare nuovi modelli e nuovi progetti.” Necessità dunque di passare dall’ottimizzazione alla “sfida” di nuove imprese. Dunque ricerca e tecnologia ma anche banda larga. Una necessità evidenziata dal presidente di Confindustria Marche Nando Ottavi e che sembra aver trovato risposta nella parole dell’Assessora Paola Giorgi. “Entro il 2014”, ha detto, “la banda larga coprirà tutta la regione. Abbiamo investito 50 milioni di euro”, ha spiegato, “in buona parte proveniente proprio dai fondi europei.”
E’ stata proprio la Giorgi, a margine dell’incontro, a togliere un dubbio venuto a molti dei presenti. Su un tema che il Governatore Spacca aveva in precedenza scherzosamente glissato. Ovvero se la serata di ieri, visto anche gli esponenti politici presenti sul palco e in sala, possa essere l’embrione di una possibile lista in appoggio a Spacca per la prossima campagna elettorale regionale che, guarda caso, condurrà il prossimo governatore fino al 2020. “Personalmente”, ci ha detto, “ho una grandissima fiducia in Spacca con cui lavoro molto bene. Dunque a titolo personale mi auguro che possa essere il prossimo governatore della Regione Marche”.
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Eh si in effetti l’impressione è che questo incontro avesse una agenda “segreta” ma non tanto . Comunque l’argomento è molto importante, quasi decisivo per orientare lo sviluppo , e prima ancora per avere lo sviluppo, nei prossimi anni. La gran parte degli investimenti di fonte pubblica che sarà possibile utilizzare saranno quelli mobilitati dai progetti cofinanziati dall’ Europa e dalla Regione. Per cui è importante che tutte le energie siano focalizzate sulle modalità necessarie per acquisirle e per utilizzarle al meglio.
UNA DOMANDA PER I PRESENTI; PER CASO IL SIG. SPACCA HA DETTO QUALCOSA CIRCA I NOSTRI TERRITORI IN GINOCCHIO CAUSA MALTEMPO!!!??? ..HA MOSTRATO , ALMENO A PAROLE, UN Pò DI SOLIDARIETà!!!!???
Un altro miliardo dei contribuenti europei sperperati in assistenzialismo e paternalismo.
@pigi78
Non sono d’accordo con il suo intervento un po’ troppo liquidatorio . In effetti qui stiamo parlando di sostegno pubblico messo a disposizione dei progetti che dovrebbero concorrere a determinare lo sviluppo del nostra regione e dell’Europa ( e non si tratta più di un singolo miliardo) nei prossimi anni. Parliamo di un sostegno che tutte i maggiori stati da quelli “liberisti” a quelli “socialisti” mettono a disposizione delle loro imprese e/o università e pubbliche amministrazioni per sostenere il modello di sviluppo e di crescita che intendono perseguire . Si parla ne più ne meno di quella politica di sviluppo che tanto manca al nostro paese e si tratta alla fine della competitività del nostro paese e della Europa nei confronti delle grandi potenze globali (Usa, Cina etc). Poi è chiaro che il rendimento di questi finanziamenti dipende da tante cose e spesso non si riesce ad utilizzarli al meglio . Ma la soluzione non è eliminarli (e soprattutto eliminare le scelte strategiche che ci sono dietro) ma migliorare l’efficacia nel loro impiego