di Enrico Maria Scattolini
Colpa dell’acido lattico… (-): Il “perfezionista”Favo ha sfoderato paroloni per la definizione tecnica appropriata a spiegare la mancanza di brillantezza della Maceratese nel secondo tempo di ieri pomeriggio contro l’Amiternina. Francamente, a causa della mia ignoranza, non sono riuscito a registrarla al volo nella conferenza del dopo partita, ma ciò nonostante ho appreso che la fatica avrebbe attanagliato i muscoli dei biancorossi per via di un particolare tipo di preparazione atletica sostenuta durante la settimana precedente alla partita. Un po’ come i famosi “richiami” di metà campionato, che normalmente danno concreti benefici di tenuta nel tempo. C’è da sperare, nella circostanza, fin dal derby di domenica prossima con l’Ancona.
…Ma anche di eccessiva confidenza (-) in un risultato che sembrava decisamente orientato verso una strepitosa goleada dopo l’”uno-due” di Ambrosini e Gabrielloni, la doppietta di gol annullati ai medesimi e diverse occasioni propizie alla scontata trasformazione in bersagli. Vincenti.
Tutta questa abbondanza malgrado il rispettabile score (+) dell’Amiternina, scesa all’Helvia Recina dopo tre pareggi conquistati nelle precedenti quattro trasferte e solo altrettanti gol subiti. Cioè migliore difesa del girone nelle partite esterne, dopo quelle della Civitanovese (1) e dell’Ancona (2).
Incombevano quindi i rischi della (potenziale) disillusione se la Maceratese, per il seguito, avesse esagerato nel sottovalutare gli ospiti. Robusta razza marsicana abituata a lottare sino in fondo, capace di ricorrere – come sottolineato puntualmente dal sempre informatissimo Favo – “al suo notevole peso fisico” (+).
Che non sono mancati (-), sia nel primo tempo, nel corso del quale gli abruzzesi hanno fallito un paio di facili centri, sia nella ripresa, quando hanno costretto la retroguardia biancorossa ad un miracoloso salvataggio sulla linea bianca.
Se il match si fosse riaperto, sarebbero stati problemi per una Maceratese priva di velocità e ritmo per i succitati motivi. Favo è stato evidentemente il primo ad averlo temuto, tanto da essersi lasciato andare, in sala stampa, ad una sottolineatura cruda quanto onomatopeica. Del tutto condivisibile (+).
Ma così non è stato (+), soprattutto per le carenze tecniche dell’Amiternina, ma anche per merito di un Arcolai in gran spolvero (+): ha messo una pezza, in ogni dove, alle sviste dei colleghi di retroguardia, che così hanno potuto concludere la terza partita di fila senza reti al passivo. Un record, visti i precedenti.
Allora difesa ok? Non mi sembra. Intanto per gli errori commessi, e poi perché la sua fresca inviolabilità è figlia di confronti con rivali modesti, come appunto Amiternina e poi Agnonese e Bojano (-). I primi due affrontati in casa.
Situazione per altro ben nota (-), che non può essere risolta con un colpo di bacchetta magica dell’allenatore. Favo avrà tante qualità (+) – sino al punto di essere ora definito il “valore aggiunto” della Maceratese -, ma sicuramente non questa.
Allora occorre pazienza (+). Lo ripeto. In previsione: a) del miglioramento della condizione di forma di Aquino; b) della completa guarigione di Mania; c) del recupero fisico di Donzelli (pubalgia) e di Ciocca (contusione ad una spalla); d) e del mercato di riparazione di dicembre. Ormai prossimo.
Ma la congiuntura del calendario non favorisce questa attesa (-) perché i prossimi incontri sono malignamente piazzati lì, a stretto giro di posta, per disegnare in modo definitivo il profilo della squadra: i tre derbies di Ancona, Jesina e Recanatese, e la dura trasferta di Sulmona. Probabilmente senza o con poche prove di appello.
Una via d’uscita c’è? Sono convinto che Favo ci stia pensando giorno e notte. E che l’abbia anche individuata (+). Ha bisogno però di un po’ di fortuna.
Il centrocampo over (+). Il suo progetto potrebbe essere questo. Rinunciare al sacrificio in panchina di Ruffini,”Giocatore divino” l’ha definito ieri. Immagino in relazione a questa categoria. Rispedirlo quindi in trincea sin dall’inizio, come vertice basso del triangolo intermedio completato da Romano e Conti. Che avrà lo specifico mandato di impostare e dare corpo a schemi aggressivi, come accaduto a Pesaro, per assistere, con la collaborazione di Borrelli trequartista ed i movimenti-inserimenti di Gabrielloni, il meraviglioso Ambrosini là davanti; e, nel contempo, sollevare la barcollante terza linea dall’asfissiante, continua pressione degli avversari. Inevitabile se gli si concederà campo.
Perché la fortuna? Perchè questo schema di garanzia, per essere utilizzato, deve necessariamente fare i conti con la maledetta regola degli under che, nella fattispecie, imporrebbe un ’94 da affiancare al coetaneo Gabrielloni, al ’95 Pietropaolo ed al ’93 Russo. La soluzione ideale sarebbe il diciannovenne Ciocca al posto di Turbacci, di un anno più anziano (si fa per dire). Ma il portierino è dolente ad una spalla. L’auspicio è che ce la faccia a recuperare in tempo. Un augurio, ed appunto un pizzico di buona sorte (+++).
Alternative sostanzialmente inesistenti (-), salvo quella di Donzelli, che però a tutt’oggi, per quanto mi ha confidato il giovanotto durante l’intervallo di Maceratese-Amiternina, sembra ancora distante dal ritorno all’impegno agonistico. D’altra parte, se i miei calcoli sono esatti, il suo impiego dovrebbe comportare la rinuncia a Russo per spostare Pietropaolo sull’altro versante difensivo. Va bene sì l’obiettivo di un robusto centrocampo, ma non si può certo affrontare l’attacco della capolista con l’asilo nido. Con tutto il rispetto.
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Tutto bene, insomma, o forse non proprio.
A costo di beccarmi della “Cassandra” !
Bene i 3 punti e, quindi, il risultato.
Bene la facilità con la quale si concretizza il discreto volume di gioco del centrocampo.
Bene, conseguentemente, la calssifica (in risalita).
Ma pur sempre non convincente la posizione di Borrelli defilato sulle fasce a far troppa legna, nel contesto di una sana economia di squadra, che però lo toglie dal vivo dell’azione e dalla finalizzazione detta.
Difesa che non da mai vera e totale sicurezza.
Situazione Under precaria ad usare eufemismi, tanto che il buon Favo è costretto ed alchimie tattiche che sono certo non convincono in primis il medesimo.
Per quest’ultima risposte possono arrivare solo dal mercato (ennesimo) di riparazione e da buone nuove dall’inefermieria.
Ma la mano nuova c’è e si vede tutta.
La squadra ogni tanto ancora balbetta e stenta ma nel complesso di un’identità trovata a sufficienza ed in crescita costante (si spera.)
Per il resto FR RATA ed andiamo ad Ancona a giocare una partita.
Tutto qui.
Senza slogan ma con il coltello tra i denti.
Tanto basta e ci si aspetta.
D’accordo Biasi,su tutto.Ma in particolare su Borrelli,troppo impegnato nel defatigante lavoro di centrocampo ,a discapito della incisività offensiva. Che naturalmente richiede freschezza atletica.
Grazie E.M. Scattolini.
Su Borrelli, purtroppo, penso si tratti dell’unico anello di congiunzione tra la passata e l’attuale gestione tecnica.
Nel senso che, entrambi gli allenatori, lo utilizzano (e secondo me in parte “mortificano”, tatticamente parlando) in quell’assurda posizione.
Di Fabio per convinzione e Favo (temo) altrettanto.
Questo è l’unico aspetto della sua conduzione (sotto il profilo tecnico) che proprio non mi convince e non mi sento di condividere da tifoso.
Per il resto moderata ma convinta soddisfazione, nell’attesa di vedere una squadra finalmente definita anche sui terzini, sia DS che SX.
Due ruoli da troppo tempo scoperti e in cui si deve improvvisare fuori ruolo questo o quel giocatore.
Con tutti i “traballamenti” che ogni domenica, di là dal risultato, sì “ammirano”.
Ed i successi si costruiscono dalle fondamenta (leggasi “Difesa” e tenuta detta) prima che dalla cintola in su.
Signor Biasi,riguardo alla posizione di Borrelli ,come ho già detto,sono d’accordo con lei sull’incongruenza di richiamarlo spesso a centrocampo per ,usando una sua espressione,”far legna”
Un po’meno sulla sua posizione defilata sulle fasce,dal momento che in quella zna normalmente Borrelli ha davanti a sè l’ostacolo di un under.Situazione per altro sapientemente sfruttata da Melchiorri nello scorso campionato.Vedrà quello che accadrà al “Del Conero “domenica prossima,quando ,presumibilmente, i terribili(con il Bojano)attaccanti over dorici aggrediranno dall’esterno l’…asilo nido difensivo biancorosso(se non gioca Ciocca).Ma spero di sbagliarmi.
Sottoscrivo anch’io la seconda parte.
Su Borrelli ribadisco con una parola “SEMPLICITÀ”, vale a dire che ogni giocatore va sfruttato al meglio nella posizione in cui al meglio, per giocare con le parole, RENDE! Che non è certo quella attuale. Borrelli è la classifica mezza punta che sa concludere personalmente e finalizzare a beneficio dei compagniente. Dove gioca ora è ridotto al 50% Del suo – enorme – potenziale, per la categoria.
Al di là del discorso Under.
Ma il calcio ci appassiona anche per la diversità di opinione che produce!
Vedo che anche il saggio Malaparte tira dalla mia…”parte”.
Mi fa piacere.
Sappia che in tanti la pensiamo così.
Gentile E. M. la motivazione opposto a rete è un Under è conosciuta, se vuole anche plausibile ma non mi conforta e tanto meno convince.
Per le stesse ragioni del buonCurzio .
Al quale rubo leparole per argomentare in tema.
Intervengo con piacere anch’io sull’argomento Borrelli, trovandomi abbastanza sulle posizioni Biasi / Malaparte. Borrelli è sprecato sulla fascia.
Ma forse, oltre a quella che dice il dott. Scattolini, c’è un’altra ragione tattica per cui Mr. Favo continua a utilizzarlo in un ruolo che non è proprio il suo (e si vede).
E cioè la mancanza di valide alternative sulle fasce che diano profondità alla manovra e aprano le difese avversarie.
Paghiamo anche quello che diceva la Presidentissima Tardella in un’intervista di alcuni giorni fa, cioè la scelta di un portiere del ’93 che ha di fatto reso (anche se non è del tuto chiaro perché, carta d’identità alla mano) Romanski un over.
Ma questa cosa va rimediata assolutamente perché stiamo sacrificando un giocatore che l’anno scorso ha fatto tanto bene, inventandone altri in quel ruolo come in quello di esterno basso destro di difesa in assenza di Donzelli ed anche perché né Turbacci, né Ciocca, mi sembrano validi per la categoria o, quanto meno, pronti.
Mo’ sotto con l’Ancona, però.
Nell’attesa, come anticipato sempre dalla nostra Mariella, che il “restauro” della rosa si completi tra dicembre e gennaio, sanando finalmente del tutto i danni fatti in estate dalla impagabile copia Cicchi – Di Fabio.