di Monia Orazi
Si sta cercando di capire a cosa serva il tubo di scarico che finisce nell’Esino, in prossimità della centrale a biogas in località Pezze di Matelica. La situazione è stata segnalata dal Comitato per la Tutela del Territorio di Matelica in una nota: «Dopo le numerose proteste dei mesi scorsi da parte di cittadini per la puzza insopportabile emanata dai silobag in polietilene della centrale biogas a Pezze di Matelica e dopo gli spargimenti del digestato su vasti appezzamenti del territorio che stanno generando preoccupazione per possibili inquinamenti delle falde acquifere, un altro allarme viene segnalato dalla centrale biogas di Matelica. E’ stato scoperto infatti uno scarico a cielo aperto che dalla centrale va a finire direttamente nel vicino fiume Esino. Dalle foto scattate, il liquido percolante e schiumoso sembrerebbe molto simile al “digestato”, che poi è lo scarto del processo di fermentazione della centrale biogas che, come si sa, viene alimentata da biomasse vegetali e liquami animali. Tutte queste “anomalie” sono state comunque segnalate al Corpo Forestale dello Stato, Comando di Matelica, ed alla polizia municipale di Matelica, che nei prossimi giorni provvederanno ad effettuare dei sopralluoghi e dei prelievi biologici alla centrale biogas in località Pezze».
Proprio in seguito a questa segnalazione, sono stati prelevati dei campioni per stabilire se il liquido schiumoso notato sia percolato proveniente dalla centrale. La normativa prevede che gli scarichi della centrale non possano finire nel fiume.
Il sospetto è che possa essere “digestato” in quanto sotto resterebbe della terra scusa, inoltre la parete laterale che costeggia il fiume si presenta lievemente erosa. La preoccupazione è data dal possibile inquinamento che potrebbe verificarsi nella zona. Relativamente alla centrale, il Movimento 5 Stelle di Matelica ha lanciato un appello ai cittadini, per essere delle “sentinelle civiche” che segnalano dove viene sparso il digestato proveniente dalla centrale matelicese. Nel piano di utilizzazione agronomica sono indicati i terreni dove si può spargere questo “concime” prodotto dalla centrale, per cui nel progetto sono indicati 150 ettari nel territorio comunale di Matelica e 250 ettari nei centri limitrofi (Camerino, Castelraimondo, Cerreto D’Esi, Fabriano, Pievebovigliana). «A Matelica si sottrae la terra alle vocazioni agricole (anche d’eccellenza), per destinarla allo spargimento di un materiale di scarto definito come “ottimo fertilizzante” (povero di elementi nutritivi e ricchissimo di azoto), di cui, in realtà, ancora non conosciamo gli effetti sul lungo periodo e che, essendo liquido, ha maggiore possibilità di raggiungere le falde acquifere. Tutto questo per l’interesse di chi? Non certo dei cittadini. Vi chiediamo di segnalare lo spargimento di digestato attraverso una mail all’indirizzo [email protected] Vigileremo su ogni segnalazione per verificare che i campi oggetto di spargimento siano ricompresi nel piano di utilizzazione economica».
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Inquinatori fate schifo!!!
E’ la prima cosa che ho pensato anch’io! CHE SCHIFO!
Non lamentiamoci, questa è energia verde, buona, pulita…Al di là dell’ironia, non riesco a capacitarmi come non si riesca a cogliere l’anomalia che per far funzionare queste centrali non bastano i rifiuti che produciamo normalmente, ma ne occorrono altri…cioè dobbiamo produrre più rifiuto di quello che produrremmo normalmente. Geniale no?