Camerino sostiene la candidatura della città di Urbino a Capitale europea della Cultura per il 2019. Lo annuncia il sindaco Dario Conti in un comunicato: «L’amministrazione comunale di Camerino ha aderito con convinzione al sostegno della candidatura della città di Urbino a Capitale Europea della Cultura. Le due città ducali sono quasi simili per storia e cultura. Due ducati importanti che si sono interfacciati. Un Della Rovere ha sposato una Da Varano. Urbino ha dato i natali a Raffaello, Camerino alla scuola pittorica che ha inciso sul rinascimento italiano. Entrò nel monastero di S. Chiara, dopo la sua decisione di farsi monaca, la santa Camilla Battista Varano, figlia di Giulio Cesare Da Varano, in seguito ritornata a Camerino nel monastero che gli costruì suo padre. Le due città sono entrambe sedi di due antiche quanto prestigiose Università dall’identico percorso, prima libere Università, poi, in tempi diversi, statalizzate. Sedi entrambe di Tribunale, ora quello di Camerino sulla strada della chiusura, ma con l’aiuto di tutti, dal Presidente Spacca, ai parlamentari marchigiani di entrambi gli schieramenti, si potrebbe ancora riuscire nell’impresa. Anche per questi motivi non poteva mancare il nostro sostegno alla città di Urbino. Sono sicuro che il riconoscimento di Urbino, se sarà accolta la sua candidatura, a Capitale Europea della Cultura, sarà un importante volano culturale ed economico per l’intera regione, ma anche per la nostra città.»
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Nobile iniziativa. Volponi diceva male di Camerino, mentre i camerti si dimostrano più signori.
C’è da ricordare che Federico da Montefeltro ha passato molti anni della vita nei dintorni di Camerino, come comandante della milizia papale. Lo fece con il consueto stile: facendosi trasformare in pregiata magione la grancia fortificata di Tolentino.
le due città sono quasi simili,….. solo che una crese e l’altra cala, di istituzioni, di turismo, praticamente in tutto……. dipenderà da chi le governa???
Offro una mia modesta lettura della decadenza di Camerino. La città è legata strettamente alla sua università, la cui offerta formativa nei settori tecnico-scientifici è qualitativamente in crescita da anni. Non è un buon momento per dipendere quasi esclusivamente da questo settore, mentre calano le immatricolazioni e i neolaureati prendono la via, invece che del dottorato in Italia, di altri paesi. Urbino ha la fortuna di ospitare il Palazzo Ducale e la Galleria Nazionale delle Marche, e quindi può controbilanciare la crisi con il turismo; da questo punto di vista Camerino avrebbe un’enorme risorsa con i Sibillini e i dintorni, dove però non si è sviluppata una forte imprenditoria legata alla specificità del territorio (e dove, anzi, le popolazioni si oppongono ad ogni stimolo in questo senso, immaginando ancora un turismo rumoroso e amante del cemento).
Offro una mia modesta lettura della decadenza di Camerino. La città è legata strettamente alla sua università, la cui offerta formativa nei settori tecnico-scientifici è qualitativamente in crescita da anni. Ma non è un buon momento per dipendere quasi esclusivamente da questo settore, mentre calano le immatricolazioni e i neolaureati prendono la via, invece che del dottorato in Italia, di altri paesi. Urbino ha la fortuna di ospitare il Palazzo Ducale e la Galleria Nazionale delle Marche, e quindi può controbilanciare la crisi con il turismo; da questo punto di vista Camerino avrebbe un’enorme risorsa con i Sibillini e i dintorni, dove però non si è sviluppata una forte imprenditoria legata alla specificità del territorio (e dove, anzi, le popolazioni si oppongono ad ogni stimolo in questo senso, immaginando ancora un turismo rumoroso e amante del cemento). È paradossale: Cascia vive di un turismo religioso che si appoggia a bruttissimi edifici; l’alto maceratese non ha ancora saputo far tesoro di luoghi della spiritualità ben più potenti, e potenzialmente in grado di richiamare un turismo di qualità ben più elevata.