Arriva Diego Fusaro, il filosofo trentenne che ha lanciato il “duello culturale” ai detrattori del Festival che su alcuni blog avevano contestato la sua presenza etichettandola come “marxista”. Fusaro è il protagonista della lectio delle 19.30 di sabato 27 al Chiostro di Sant’Agostino, a Civitanova Alta.
“Qui, invece, vedi, devi correre più che puoi, per restare nello stesso posto”. Profetico fu Lewis Carroll quando in Alice nel Paese delle meraviglie tracciava, inconsapevolmente, un ritratto perfetto di quello che sarebbe stato il futuro del mondo globalizzato. Avete mai fatto caso, ad esempio, alle folle informi che si muovono in maniera caotica negli aeroporti o nelle stazioni? O ancora all’abitudine di spostarsi a destra sulle scale mobili delle metropolitane per lasciare spazio a chi va di fretta? Ebbene sono “fenomenologie dell’uomo contemporaneo” un individuo che vive di futuro senza godere del presente. Un mondo dove la fretta, la velocità e l’eterno superamento del qui e ora fagocitano la lentezza della riflessione. Ed è proprio il tempo ad essere al centro del pensiero di Diego Fusaro, brillante filosofo trentenne considerato l’enfant prodige della filosofia contemporanea. O meglio, l’ “Essere senza tempo”, che poi è anche il titolo di uno dei suoi libri edito da Bompiani. “Il titolo fa ovviamente riferimento ad Heidegger – spiega Fusaro – l’essere senza tempo è l’uomo, oggi nessuno di noi è più dotato di tempo libero, viviamo nella continua accelerazione del presente, tutti con l’acqua alla gola.Essere senza tempo è una filosofia della fretta che cerca di capire la fenomenologia e sintomatologia di un fenomeno che ci coinvolge tutti, soprattutto nelle grandi città. Ma dove sta andando tutta questa gente che corre a ritmo accelerato?”
Corre verso il futuro? – “No, è proprio qui il paradosso. Perchè accelerando il presente viene meno la dimensione della progettualità, io la chiamo fretta nichilistica perchè ha distrutto la programmazione del futuro, quello che ci attende è solo la riproposizione del presente. I sociologi per interpretare questo tipo di atteggiamento parlano di “passioni tristi”. Ci affrettiamo per riprodurre il presente stesso, proprio come diceva Lewis Carroll. Con l’accelerazione viene meno la dimensione del futuro e si manifestano depressione, stress, dipendenze. Per questo la tartaruga è il mio animale preferito, la lentezza stimola la lentezza e la riflessività”. I giovani allora sono spacciati? “Beh le nuove generazioni vivono una situazione assolutamente sfavorevole di decrescita rispetto ai padri, ma viviamo anche in un’epoca di retorica giovanilistica, in cui si elogiano i giovani in quanto tali, ma poi di fatto li si tiene lontani dalla vita economica, culturale e politica del Paese. E anche la dimensione del lavoro, col suo produttivismo fine a se stesso chiuso nel precariato di formule contrattuali indecorose comporta la mancanza di pianificazione del futuro. E il giovane è costretto a rimanere eterno giovane senza mai diventare maturo, a vivere una gioventù forzata”. Ma allora non si esce dalla spirale? “No, se ne esce, il consiglio che voglio dare ai giovani è di rifiutare l’approccio giovanilistico e affrancarsi dalle vecchie ideologie per ringiovanire il mondo”.
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Ultimo sabato nella città alta per Futura che apre con un nuovo spazio aperto in occasione del festival, la location dell’ex pescheria con il “Monologo per uno spettatore alla volta”, a lume di cannone con Edoardo Ripani, suono a cura di Riccardo Amabili dal titolo Il futuro è nella guerra. Alle ore 18.00 al Chiostro arriva Giuseppe Longo che pone l’interrogativo: può la tecnologia rendere immortali? Il docente di teoria dell’informazione propone la sua lectio magistrale “homo technologicus, homo immortalis”. Futuro al femminile per gli incontri della Biblioteca alle 18.30 nel Cortile dell’ex liceo con Patrizia Caporossi, Elvira Mujcic, Silvana Sonno. Conduce Anna Maria Venanzoni. Alle 19.30 al Chiostro di Sant’Agostino il già citato incontro con Diego Fusaro. Il futuro del pianeta al centro invece della prima serata con il divulgatore scientifico Mario Tozzi, geologo e ricercatore, dal 1996 conduttore delle principali trasmissioni televisive che parlano di ambiente alle 21.30 in piazza della libertà. Torna di nuovo per la seconda serata consecutiva la comicità da stand up comedy di Giorgio Montanini e Francesco Capodaglio con il duo de Le Perfide (ore 22.30 al cortile dell’ex liceo) e alle 23 al Chiostro di Sant’agostino il giornalista e scrittore Antonio Galdo presenta il suo libro “L’egoismo è finito. La nuova civiltà dello stare insieme” Introduce Rosetta Martellini. La notte regala un ultimo omaggio all’ideatore di “Futura” Lucio Dalla e lo fa con la sua corista storica Iskra Menarini. E’ stata riaperta sabato dopo gli accertamenti a seguito del terremoto l’auditorium di Sant’agostino e torna ad essere visitabile la mostra dedicata a Tullio Crali. Rimarrà aperta fino a domenica anche le altre due esposizioni: Vita da Strega nel Chiostro e la monografica dedicata a Rudolf Nureyev. A completamento del lavoro sui muri della città di Giulio Vesprini alle ore 21.30 al Chiostro di Sant’Agostino l’artista incontra il pubblico e gli appassionati con una conferenza proiezione con Alessia Carlino e Gloria Gradassi
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Dal consigliere Massimo Mobili riceviamo e pubblichiamo:
Le accuse di Troli, Silenzi e Corvatta, verso i Civitanovesi ignoranti che disertano Futura, mi hanno fatto venire in mente la favoletta che tanto mi piaceva da bambino : “Il re è nudo”. Mi corre l’obbligo di raccontarla al Sindaco, che sicuramente non la conosce in quanto impegnato in eventi di tutt’altro spessore, per difendere me ed i Civitanovesi come me, dal rischio che corriamo, dopo esser stati definiti stolti dai “tre letterati”, di poter essere etichettati anche pesciaroli! Si narra, che due personaggi venuti da fuori “Silenzi Fermano e Troli Sambenedettese (il sarto nella fiaba) ” abbiano convinto il re vanitoso, “sindaco recanatese “, che avrebbero cucito per lui, un vestito speciale (Futura Festival), in cambio di tante monete d’oro, necessarie per tesserlo, che avrebbero fatto la fortuna di Civitanova. Come nella fiaba però, questo vestito (Futura), è talmente bello e culturalmente elevato da essere visibile alle sole persone intelligenti ed invisibile invece agli ignoranti, che non possono per questo apprezzarlo. Il sindaco, convintosi come il re di possedere un abito fantastico, ne parla meravigliato, il vice sindaco ne tesse le lodi e alcuni, in verità pochissimi, ne cantano l’elevato spessore, come Troli che d’ufficio difende il suo operato. Gli altri 40.000 cittadini di Civitanova invece, secondo Corvatta & C., ignoranti ed ingenui come il bambino della favola, disertano il botteghino, esclamando: “Il re è nudo”, come a dire “Il festival è un flop”; intendiamoci, dal punto di vista delle presenze, e della ricaduta economica e turistica. Come nella fiaba il bambino non vede nessun vestito indosso al re visionario, così la stragrande maggioranza dei cittadini, delle attività commerciali e del tessuto socio-culturale, si è accorto di Futura! Purtroppo, la mancanza di ospiti di richiamo, il forte ritardo nella presentazione dell’evento, ma soprattutto il voler a tutti i costi emulare nel format e nei contenuti, una manifestazione di successo come Popsophia, difficile da eguagliare, ha decretato sul nascere l’insuccesso di un festival per il quale sono stati spesi centinaia di migliaia di euro pubblici, anche se nessuno ancora ci mostra i conti!
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Eccellente similitudo del civitanovese che fu sindaco della città. Impegno v’è sicuramente stato in chi ha voluto lo sguardo volger al futuro e negar non si puote. Par strano però volerlo fare guardando al passato, ovvero copiando in malo modo il popsophico accadimento così tanto acclamato dal popolo. Eppure in illo tempore anche il volgo accorreva ad audir le lectio filosofiche, contento di erudirsi, ‘sì come tanto si auspicano codesti odierni missionari del sapere eccelso. Forse sospinto da un clima più allegro e più amichevole? Forse perché non si è sentito escluso a priori dagli stessi che li voglion colti e poi li definiscono massa di ignoranti, incapaci d’apprezzar le erudite “nicchie” da essi approntate! Orsù decidetevi!! A chi è rivolto codesto Festival??? Se di nicchia lo definite per scusare le assenze di quel popolo ribelle per essere in siffatto modo bistrattato (e che accorre poi con uno sberleffo ad ascoltar un tirapalloni, seppur simpatico e nel cor di ognuno), che di nicchia sia!!! Ma siano di nicchia anche i danari occorrenti per lo suo allestimento! Non si puote cavar tali somme di denaro dall’onesto cittadino, che fatica ogni giorno sempre più a porgere un degno desco ai propri figli, senza ricavarne un equo profitto da condividere con chi s’è visto investir il proprio soldo in modo così avventato! Ergo: la pecunia indi estraetela soltanto da lor signori colti e frequentatori di codesti LOCULI (intesi con ogni accezione del sostantivo)!!! Eppure messeri cari, ad ammetter l’errore nulla di indegno vi sarebbe, poiché tosto la simpatia e comprensione del popolo riconquistereste. Ciò che vi manca e mai avrete è quell’humilitate tipica dell’homo intelligente e che conduce nello giusto itinerario. E ben si badi: quando dico intelligente non dico per forza colto! L’intelligenza lor signori, è dote genetica e nulla si può fare per acquisirla pur anco sudando sopra ai tomi, se essa non v’è stata donata dal Supremo! Non bistrattate indi chi la possiede seppur con meno patrimonio nozionistico rispetto al vostro. In siffatto modo nulla mai otterrete! Il gradino va sceso per accoglier l’ospite e portarlo ai piani superiori!!!!! Chi non capisce ciò, farebbe meglio a tornar da donde è giunto. Ribadisco: “The measure of a truly great man is the courtesy with which he treats lesser men”
Non ritengo occorra riversar nell’idioma locale per farmi intendere, datosi che ad uomini di autodefinita colta radice, mi sto rivolgendo.
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.: Chiaro parla chiaro :.
Maceratesi rosiconi , i vedovi di popsophia tanto bravi che non erano proprietari del festival a cui hanno destinato tanti denari ,bravi,bravissimi e il fusindaco sprovveduto parla ancora
Sig. Troli, razzista è lei che offende persone che non conosce, solo perchè imbeccato da qualcuno. I miei sono 25 anni di promozione culturale, altro che 25 eventi. Ho lavorato su Franco Fortini, che fu cacciato dall’insegnamento a Civitanova dalle leggi razziali, altro che razzista! Chieda a Massimo Papini. Mi sono occupato di Annibal Caro promuovendo, nel 500ario della nascita, la pubblicazione dei libri di Riccardo Scrivano e Giulio Ferroni. Tra gli ultimi eventi, il convegno su Pier Paolo Pasolini, con Gianni Borgna e Gianni D’Elia. Chieda a Massimo Raffaeli. Se non sa, come lei dice, “è un problema suo”. Non punto, a differenza di lei, alla notorietà – che vedo non l’ha portata fuori dai confini regionali – ma a mettere la mia esperienza a servizio della comunità. Non è questione di Tronto o Chienti, ma di conoscenza del territorio dove si opera, che lei non ha perciò i civitanovesi non l’hanno seguita. Abbandoni l’altezzosità, ammetta il flop totale di Futura, naufragato nell’organizzazione, nella partecipazione e nel ritorno turistico ed economico. Lei vive, come le viene segnalato, un momento di stress perciò le può essere utile il mio consiglio di ritirarsi nei lidi natii, nel suo caso le rive del Tronto. Per chiarirsi le idee e progettare veramente il Futuro. Certo che se la sua sbandierata esperienza l’ha portata a realizzare quell’obbrobrio di Futura Festival, sta fresco!
Complimenti e ringraziamenti al sig.Chiaro della Francesca, il
suo intervento e’ da ritenersi una “lectio magistralis”, altro che quelle proposte a Futura; anzi mi auguro
Che gli organizzatori del festival leggano questo suo commento e traggano le dovute conclusioni. Nel frattempo stampero’ queste sue parole e le mettero’ insieme ai commenti/documenti del sig.Aldo Caporaletti in modo che potro’ leggerli in consiglio
comunale quando tratteremo l’argomento. Grazie a entrambi!
Egregio Messer Ciarapica, ringraziandola per le sue cortesi parole nel mio riguardo, colgo occasione a specificar che nello mio intento non v’è intenzione di schierarmi dalla parte di qualcuno o l’ardire di insegnar qualcosa; soltanto espongo il mio pensiero con l’umile speme che vi sia giustezza et obiettività nelle mie locuzioni. Ma allo humano generis io appartengo et niuno che meco condivide codesta condizione, esente è dall’errare talvolta. Reco con me ogni die codesta consapevolezza… la stessa che auguro di aver a chi con me, fintantoché si dà l’ultimo sospiro, condivide l’esistenza.
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.: Chiaro parla chiaro :.