di Gianluca Ginella
Dalle indagini sulla scritta contro il ministro Cecile Kyenge, apparsa la notte tra l’8 e il 9 maggio scorsi, spunta il contenuto del cellulare dell’unica persona indagata, il responsabile provinciale di Forza Nuova Tommaso Golini. La polizia ha trovato una foto scattata alla scritta la notte quando è apparsa e degli sms che Golini ha scambiato con il consigliere regionale Pdl Enzo Marangoni.
Aveva cancellato dal suo cellulare quella fotografia scattata alle 2,35 della notte tra l’8 e il 9 maggio, Tommaso Golini. La foto che ritrae la scritta “Kyenge torna in Congo” apparsa alla sede del Pd di Macerata, in via Spalato. Nonostante fosse stata eliminata, la polizia di Macerata, nell’ambito delle indagini sulla vicenda, è riuscita a recuperare lo scatto che collocherebbe Golini alla sede del Pd la notte in cui la scritta è apparsa. Golini è indagato dalla procura di Macerata per l’ipotesi di reato di propaganda di idee fondate sull’odio razziale, etnico e religioso. Sul cellulare del giovane maceratese la polizia ha trovato anche degli sms scambiati con il consigliere regionale Marangoni. Marangoni scrive a Golini: “Ottimo manifesto”. E Golini gli avrebbe replicato: “Grazie, Enzo”.
A confermare lo scambio di sms è lo stesso Marangoni, che però, contattato questa sera da CM, precisa anche che “non l’ho fatto per razzismo, ma per tutelare la libertà di espressione con chi l’ha fatto. Per me la frase non era illegale, ma rientra nella libertà di pensiero. Forza nuova ha espresso questa cosa, che può essere criticabile, offensivo da parte del ricevente, ma che secondo me rientra nella libertà di espressione e di pensiero di chi l’ha scritta”. Marangoni aggiunge che “Io gli ho mandato questo messaggio, a cui lui ha risposto con apprezzamento, anche perché ho notato la demagogia del ministro Kyenge, con la Ius soli, che non le ha fatto onore. Tanto è vero che dopo ha fatto anche retromarcia. Una forza politica di estrema destra ha reagito e la sinistra l’ha criminalizzato”. Sul caso del ministro Kyenge, che ha suscitato un polverone in Italia, indaga la Digos di Macerata, diretta da Nicoletta Pascucci. L’indagine è coordinata dal procuratore di Macerata, Giovanni Giorgio. Golini ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda della scritta contro il ministro.
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