di Maurizio Verdenelli
Ottomila persone, un migliaio di libri venduti (700 in fiera, gli altri alle varie presentazioni) 46 eventi, 70 ospiti, 50 ore di dibattito, 40 case editrici, 20 stand, 18.100 contatti su Google (3.000 nel 2012) 200 forum in diretta su Twitter (0 nel 2012) 1.800 ‘amici’ nuovi su Facebook nel nome della Cultura, la soddisfazione di editori, autori, sponsor ed istituzioni che hanno cooperato, dal Comune alla Regione, eccezion fatta per la titubante Provincia. E il conto finale per cinque giorni che hanno infiammato l’ex Atene delle Marche, da …0 a 100 anni -importante lo spazio riservato lo spazio della lettura per l’infanzia- è risparmioso: un bilancio da trentamila euro. I miracoli si fanno con poco, se c’è talento. Musicultura , ad esempio, ha lo stesso riverbero di Sanremo pur chiudendo un bilancio pari a quello di una soltanto delle imprese di pulizie impegnate a spazzare il gran ‘palcoscenico dei fiori’, come ogni volta sottolinea Piero Cesanelli.
Ma non basta. Macerata Racconta vanta all’attivo la stima dei grandi autori nazionali che hanno ritenuto la produzione letteraria marchigiana di ‘livello sorprendente’. Vanta anche l’entusiasmo di ‘firme’ come Umberto Galimberti, Maurizio Maggiani e Giancarlo De Cataldo che hanno definito Macerata ‘una città colta e bella’, la sua provincia ‘un’eccellenza culturale’. E’ vero: la brevità della loro permanenza in città ha impedito un migliore approfondimento della realtà, ma l’impressione è stata ottima. Il ‘Lauro Rossi’ e il teatro della Filarmonica ‘sold out’ soltanto per parlare di filosofia, letteratura. In una parola sola: di libri. Dov’è la Macerata del disamore che fece dire qualche anno fa al più grande poeta milanese Franco Loi: “Qui le giovani coppie non si tengono per mano, non si baciano all’ombra dei porticati…”. Amarsi a Macerata era allora più ‘strano’ che a Milano come cantava Ornella Vanoni. Adesso non è più così. “E’ una città europea, dove ci si confronta sui grandi temi della vita e dell’attualità” dice il sindaco Romano Carancini alla conferenza stampa che questa mattina ha dato i ‘numeri’ di Macerata Racconta.
Il capoluogo marchigiano come Berlino, Londra, Barcellona. Piagge, vicoli e vicoletti, piazze e piazzette come le Ramblas?“Dico di più: questa è una città esplosiva. Fino ad agosto ci sarà vita culturale e spettacolare. Ininterrotta. Ormai Macerata Racconta è entrata a far parte di un trittico fondamentale, con Musicultura e la stagione lirica. Una ‘collana’ della quale faranno parte La Festa dell’Europa ed Unifestival, tra gli altri. E ci sarà pure una sorpresa alla quale stiamo lavorando…” fa il misterioso Carancini.
“Macerata Racconta non finisce dunque qui: questo è soltanto l’inizio di una lunga storia destinata a crescere” promette fiammeggiante l’assessore alle Politiche culturali, Stefania Monteverde alla conferenza stampa, questa mattina, a conclusione dell’happenning che ha decretato il successo della 3. edizione di Macerata Racconta e Marche Libri -questo evento era al suo secondo anno di vita.
Tanti i complimenti attorno ai protagonisti della manifestazione, gli organizzatori dell’associazione conTesto. “Hanno lavorato gratuitamente per un anno, selezionando, studiando autori, mode e presentando un cartellone di livello altissimo, nazionale” dichiara la Monteverde.
Il direttore artistico Giorgio Pietrani, che assomiglia vagamente a Francesco Micheli (avanti i giovani!) si fa i complimenti con moderazione citando De Cataldo: “Più importante dell’autore è l’organizzazione attorno a lui”. Vero, verissimo. “Marche Libri è stato in questo un successo che sta a dimostrare che il libro non è ancora ‘morto’ e che c’è ancora grande interesse come sottolineato dallo scambio tra gli operatori in fiera presso l’ex Upim”. “La riapertura degli ex Grandi Magazzini –dice Maria Cristina Ottavianoni, presidente di conTesto- è il nostro fiore all’occhiello. Abbiamo contribuito a ridare ossigeno ad un centro storico con troppe saracinesche chiuse. Tutti, per l’occasione, hanno dato ‘di più’. Editori, autori, organizzatori e chi ha partecipato. Macerata Racconta e la Fiera del Libro hanno rappresentato l’epicentro di un forte interscambio culturale ed anche economico”.
“Pure noi –assicura Pietrani- cercheremo di dare di più, migliorando tante cose. Intanto la novità assoluta di dare spazio all’infanzia è stata coronata da successo. La partecipazione è stata altissima, tanto che in un caso il luogo è risultato inadeguato a contenere bambini e genitori. Mentre la pioggia, domenica, non ha certo scoraggiato: il porticato di Palazzo degli Studi ha ospitato e ‘protetto’ la lettura dei più piccoli”.
Bene. Allora al 2014 con Macerata Racconta… come ha promesso anche l’assessore regionale Marcolini. ”Un momento -dice Pietrani- Maggiani, De Cataldo e gli altri hanno deciso di tornare prima: impressionati dalla bellezza dello Sferisterio, verranno quest’estate alla Stagione lirica”. E lo sguardo del direttore artistico del festival del libro si volge fidente verso il sindaco…
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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Si, ci è esplosa una bomba atomica. Nessun sopravvissuto.
Ottima, ottima cosa Macerata racconta. Bravi tutti!
Bravissimi tutti
Daje Macerata e Maceratesi !!!! Poi dicono che a Macerata non si fa nulla!!!
hahaha se le suonano e se le cantano!!!!!
Franco Loi, che a Macerata non c’è passato solo per lo spazio di un incontro ma ci è venuto tante volte, fermandocisi anche più di qualche giorno, Macerata l’ha conosciuta bene e – devo dire – più profondamente di quanto a volte ci fossi riuscito io (ad esempio, notò anzitempo “una certa propensione alla litigiosità” – e lo scrisse pure sul “Sole” – che io all’epoca avrei giurato impossibile). E tuttavia, già la prima volta che venne, sentì addosso come “una cappa”, qualcosa d’asfissiante. Se quella volta ci fosse stato Remo Pagnanelli, gliel’avrebbe saputo spiegare molto diffusamente che cos’era.
Che poi la città abbia di suo qualità importanti (come l’essere a misura d’uomo, paesana più che metropolita, architettonicamente accogliente) è verissimo: ognuno degli scrittori e amici che invitavo a leggere, o venivano a trovarmi, lo diceva puntualmente. Ricordo, nella fattispecie, Giovanni Tesio, Guy Goffette, Luigi Manzi, Lucetta Frisa, Gezim Hajdari, Neri Marcorè, Lorenzo Anelli, Paolo Ruffilli, Davide Rondoni, Umberto Piersanti, Gianni D’Elia, Franca Grisoni, Bianca Garavelli, Francesco Scarabicchi, Marco Ercolani, Elio Grasso, Arnoldo Foà, Claudio Sanfilippo, Gian Ruggero Manzoni, Roberto Galaverni, Silvia Bre, Giuseppe Rosato, Alessandro Catà, Gabriel Del Sarto, Andrea Ponso… Gente che spesso manifestava pure l’intenzione di venire qui a passare le vacanze stabilmente.
Ma erano altri tempi. La cultura la facevamo con pochi spiccioli e gli ospiti quasi sempre venivano a dormire da me, accettando come riscontro un semplice rimborso delle spese di viaggio (altro, da spendere, non avevamo…). Adesso si fanno le cose in grande. Auguro agli organizzatori non tanto il successo numerico, quanto quello umano e davvero culturale di cui ho potuto beneficiare io per tanti anni.
grande davoli, si sente snobbato ed è risentito, così fa un po’ di amarcord ricordandoci la sua grandezza…
La mia grandezza? No, caro Diego Rossi. Né la mia grandezza né la mia piccolezza. Ricordo fatti. E poi snobbato perché? Non sono mica un editore!
Ah, dimenticavo: nel frattempo il mio amico scultore Adalberto (nome di comodo) ottiene il lauto contributo una tantum dal Comune della ragguardevole cifra di euro 200,00 (duecento) con cui, in teoria, dovrebbe pagare le tasse rimastegli in sospeso, più comprarsi da mangiare per un mese. Poveraccio, è stato molto male e non ha il lavoro…. con 200,00 euro può davvero progettare un futuro…
Ad maiora, Diego Rossi. Si goda “Macerata racconta”, ma se le faccia raccontare tutte, sennò non vale.