di Andrea Busiello
Tra le varie branche medico–chirurgiche l’ortopedia è senza dubbio quella che suscita il maggior interesse da parte della cittadinanza per l’elevato numero di eventi traumatici che purtroppo accadono quotidianamente e per l’esigenza di trattamenti adeguati per patologie tanto comuni come le artrosi. Per avere un quadro preciso della situazione maceratese abbiamo contattato il dottor Gabriele Caraffa.
Dottore, l’attività clinica del reparto copre tutto il campo della specialità?
“Direi proprio di si perché lavorando in un ospedale pubblico siamo chiamati ad intervenire quotidianamente per fronteggiare anche in regime di urgenza i più disparati eventi traumatici e per assicurare a tutti i cittadini visite specialistiche ed interventi chirurgici programmati nel più breve tempo possibile”.
Quali sono gli interventi più praticati?
“La nostra attività chirurgica è prevalentemente rivolta, alle patologie del ginocchio, spalla, anca e caviglia con tecnica artroscopica (ricostruzioni legamentose, lesioni meniscali, trapianti di cartilagine, riparazioni di rotture di cuffia…) e protesica (anca, ginocchio e spalla) oltre appunto alla traumatologia con il trattamento dei vari tipi di frattura, in particolare quelle del femore nell’anziano”.
Un’attività chirurgica intensa…
“Effettivamente eseguiamo ogni anno circa 1300 interventi, ma negli ultimi tempi abbiamo molte difficoltà perché a fronte di una richiesta molto aumentata ci vengono concesse soltanto 2/3 sedute chirurgiche settimanali, insufficienti per una struttura ospedaliera che deve coprire le necessità di una popolazione tanto vasta”.
L’abbiamo visto in panchina con la Maceratese...
“Sì, seguo con molto orgoglio la squadra della mia città anche per una tradizione familiare, mio padre era il medico negli anni 60 con Turchetto e Dugini. Poi ho la fortuna di collaborare in questa esperienza con il dott. Giorgio Del Gobbo responsabile medico della squadra e con il centro Caradel che forniscono una copertura sanitaria eccellente e rapidissima per la diagnostica e le terapie riabilitative; per me senza dubbio un’ esperienza professionale validissima. Colgo l’ occasione per ringraziare il presidente, la dottoresassa Tardella che ci ha accordato la sua fiducia”.
Quindi si occupa anche di traumatologia sportiva?
“Si, è stata da sempre la mia passione ed ho cercato di strutturare il reparto in modo tale da garantire una sorta di corsia preferenziale, ovviamente nei limiti del possibile, per gli atleti infortunati e devo dire che sono molti gli sportivi operati a Macerata, non ultimo Cristian Savani dopo un grave evento distorsivo alla caviglia sinistra. L’ intervento è perfettamente riuscito e sapere che il ragazzo è tornato in campo per una partita ufficiale mi fa veramente molto piacere”.
Cosa chiederebbe per migliorare il servizio del suo reparto?
“Potrei fare tante richieste, ma una in particolare è urgente e molto importante: la possibilità di avere più spesso a disposizione la sala operatoria perché molti pazienti non possono aspettare a lungo in lista d’ attesa e spesso si rivolgono ad altre strutture”.
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