Al tavolo della conferenza a partire da sinistra: Francesco Fiordomo, Nelia Calvigioni, Piero Cesanelli, Antonio Pettinari, Massimiliano Bianchini, Andrea Staffolani e Carlo Carnevali
di Carmen Russo
Quando la cultura non punta ad essere d’Elite ma a creare emozioni, quando l’obiettivo non è la popolarità ma la qualità, nascono iniziative come quelle de “La Compagnia di Musicultura”. Un cartellone ricco di eventi e spettacoli, -appoggiato, appunto, dal grande festival della canzone d’autore maceratese- quello presentato quest’oggi nella sala Consiliare della Provincia di Macerata. Location ideale per simboleggiare l’appoggio –non solo economico – che la Provincia fornisce a questo tipo di manifestazioni che sono “un modo efficace di promuovere la cultura e il territorio maceratese” sostiene il presidente Antonio Pettinari con il quale concorda Massimiliano Bianchini, assessore alla cultura.
“L’idea di portare questi spettacoli nei piccoli teatri storici – afferma il maestro Piero Cesanelli, ideatore e produttore –è nata come risposta ad una semplice domanda: perché coloro che abitano in un piccolo centro non possono avere la possibilità di emozionarsi?”. E quindi ormai da tre anni che “La Compagnia di Musicultura” porta in giro nel Maceratese – e non solo dato che si annoverano tra i teatri quelli di Firenze, Pescara e Milano- rappresentazioni di produzioni originali incentrati sulla musica popolare, sul folklore e sulla storia della musica italiana raccontati con una nuova veste. Questo è l’esempio dello spettacolo dedicato al grande Fabrizio De André: “da Marinella a Princesa” caratterizzato dall’esecuzione dei brani del celebre artista genovese della voce femminile di Alessandra Rogante.
Al tavolo della conferenza erano presenti i sindaci Nelia Calvigioni di Corridonia, Francesco Fiordomo di Recanati, Carlo Carnevali di Montefano e Andrea Staffolani assessore di Morrovalle, tutti entusiasti di ospitare tali eventi nei loro centri cittadini.
Dunque si parte il prossimo sabato 16 febbraio a Montelupone con “Bruno Lauzi: questo piccolo grande uomo” al Teatro Nicola degli Angeli, mentre Morrovalle ospiterà “Quelli eran giorni” al Teatro Comunale. Tre gli appuntamenti per marzo a partire dall’8 con “Un soldino per il Jukebox” al Teatro della Filarmonica di Macerata; il 15 il sopracitato spettacolo “De André: da Marinella a Princesa” a Potenza Picena nel Teatro Mugellini e il 16 ancora l’omaggio a Bruno Lauzi al Teatro Velluti di Corridonia. Ad Aprile si torna a Macerata, questa volta al Teatro Lauro Rossi con “Ragionar cantando canzoni e canzonette” il 6, mentre il 19 dello stesso mese “Gabriella Ferri, una voce fuori dal coro” in scena al Teatro Don Bosco di Tolentino. (Info per tutti gli spettacoli: 347.7446960 e www.musicultura.it – produzioni@musicultura.it)
Primizie delle nostre terre dunque, questi show nati dalla sapiente e creativa mente di Piero Cesanelli e della sua “compagnia”. Fiero, inoltre, dei frutti di Musicultura, il direttore Artistico in vista dell’imminente inizio della 63esima edizione di San Remo, ricorda la partecipazione e vittoria di tre grandi artisti quali Simone Cristicchi, Giuseppe Povia e Riccardo Maffoni, i quali, però, prima sono passati al vaglio del festival maceratese, vincitori. Il gran valore artistico della manifestazione nostrana si vede anche quest’anno: altri vincitori “musiculturati” come Renzo Rubino e Paolo Simoni si esibiranno sul palco fiorito.
“Non ci riteniamo inferiori a Sanremo, anzi qualitativamente Musicultura è superiore”, dichiara orgoglioso Piero Cesanelli.
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Piero Cesanelli ha straragione.
Ditemi voi, chi ricorda la classifica degli utlimi Festival (almeno i primi 3)?
Pochissimi, forse nessuno (ma non andate a googl_are su internet, non vale!!!).
Di Sanremo si ricordano solo il protagonismo dei presentatori, qualche ospite straniero, le sconcezze di quache soubrette, l’ingente spreco di denaro nelle scenografie… e le solite battute dei cabarettisti sui nostri politici.
La musica, il talento, l’interpretazione, la gara canora, dove sono? Sono ridotti ad un passatempo fra un ospite ed uno spot pubblicitario. Chiamarlo il Festival della Musica Italiana ha ancora un senso?
Il Festival di Sanremo è ormai sovrastato dallo show business; nel bene o nel male se ne deve parlare e non se ne può stare lontani così i giornalisti che vi partecipano possono mettersi in vetrina (in quelle stucchevoli, oziose e finte serate di post-festival che fanno proprio ridere).
Vai avanti tu, MUSICULTURA, che sei serio, vero, intenso, emozionante e dedicato solo alla MUSICA.
ahhahaha il solito MAGALOMANISMO MACERATESE!!!!!!!!!!!!
Siete superiori in tutti i sensi al festival di Sanremo………….specialmente quest’anno con Fazio e la Littizzetto.
Complimenti per quello che state facendo!!!!