Samorì con i candidati Piero Casula, Rinaldo Cataluffi, Elena Fabbri, Giuliano Nardino e la maceratese Tamara Moroni
L’avvocato modenese Giampiero Samorì
di Monia Orazi
“Se i moderati si arrabbiano, diventano rivoluzionari”. È questo lo slogan che accompagna in campagna elettorale il Mir (i moderati in rivoluzione) che appoggiano la coalizione di centro destra, guidati dall’avvocato modenese Gianpiero Samorì, che questo pomeriggio a Villa Fornari di Camerino ha incontrato i simpatizzanti dell’entroterra, per presentare il suo programma politico. Accompagnato dall’imprenditore Vincenzo Le Rose, candidato in Calabria che ha organizzato l’evento, ha incontrato alcuni candidati nelle Marche: gli aspiranti deputati Piero Casula, Rinaldo Cataluffi, Elena Fabbri; gli aspiranti senatori Giuliano Nardino e la maceratese Tamara Moroni. Uno stato “leggero” e la riqualificazione del territorio sono i due punti saldi di un programma elettorale orientato al rinnovamento. “Quando il ceto medio scivola verso il basso non c’è più equilibrio -avverte Samorì – andremo tutti in bolletta. Ogni volta che si delocalizza si impoverisce l’Italia. Faccio fatica a parlare in tv perché non ci danno spazio. Vogliamo realizzarci in tutti i territori, dobbiamo essere la goccia che scava la pietra”.
Per Samorì occorre investire nella scuola “perché è l’unità di misura di come saremo tra 30 anni”. Riguardo la spesa pubblica nel programma si spiega che è opportuno ridurre i costi degli organi istituzionali, con un risparmio di 25 miliardi, introdurre un’autorità centrale era gli acquisti ed i costi standard. “Dobbiamo essere draconiani contro la corruzione”, tuona il leader del Mir. Sulla sanità il Mir propone di riqualificare il servizio pubblico, togliendo alle regioni la gestione diretta, per evitare processi di tipo clientelare. Per lo sviluppo economico, nel settore edilizio ci si deve orientare verso demolizione e ristrutturazioni mirate a riqualificare il territorio. Per il settore automobilistico l’avvocato ha proposto una moratoria di alcuni anni per vietare la produzione di auto con motore a scoppio, indirizzando verso altre tipologie di alimentazione. “Occorre una gestione pro-attiva del nostro patrimonio culturale, storico, architettonico ed anche culinario. Un esempio sono le stanze olografiche di musei giapponesi, in cui si ricostruiscono atmosfere d’epoca, come un pittore intento a fare un quadro, lo si può vedere all’opera”, spiega l’avvocato. Il Mir non è un movimento fondato sulla persona, ci tengono a spiegare i candidati, ma nasce dall’esperienza di un’associazione che in Italia conta circa 5 mila soci.
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Chi l’ha dura la vince…ma non convince!!!
…se lo dice il ” Padrino”
Non so, magari forse era anche lei tra i cittadini presenti e che alla fine per una buona mezz’ora e più, hanno rivolto domande dirette al Prof. Samorì . Quale migliore occasione per un confronto a tu per tu ” ? Ma se non c’era, e non ha potuto trovare quindi riscontro a quanto afferma, la invito ad essere più cauto anziché parlare a titolo universale.