Sabato prossimo 9 febbraio tornerà a svolgersi in tutta Italia, ed anche nella nostra provincia, la giornata nazionale di raccolta del farmaco, organizzata dalla onlus Fondazione Banco Farmaceutico. L’iniziativa, che si svolge ogni anno a partire dal 2000, giunta quindi alla tredicesima edizione, è nata a suo tempo sulla scia della raccolta di cibi ed alimenti portata avanti dal Banco alimentare, prendendo comunque sin da subito una propria autonoma strada. Anche nel caso della raccolta dei medicinali, i risultati sono comunque imponenti, a dimostrazione del fatto che la solidarietà, quando è bene e seriamente organizzata, raccoglie crescenti consensi e si dispiega con grande efficacia. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: a livello nazionale vengono coinvolte circa 3.200 farmacie che liberamente hanno deciso di aderire all’iniziativa, site in 1.200 comuni italiani; i farmaci raccolti in questa giornata (solo quelli da automedicazione, per i quali non esiste l’obbligo di prescrizione), che mediamente ormai superano di molto le 300.000 unità (ben 329.769 nel 2012), vengono distribuiti a quasi 1.500 enti che assistono persone indigenti prive dei mezzi per acquistarli e che nei mesi precedenti hanno specificato il loro presuntivo fabbisogno farmaceutico; nel 2012 oltre 12.000 sono i volontari che hanno partecipato alla raccolta nell’ormai tradizionale appuntamento del secondo sabato del mese di febbraio e ben 500.000 i soggetti bisognosi in tal modo aiutati.
Incoraggianti i dati numerici anche nelle Marche, dove circa 100 farmacie aderiscono all’iniziativa e 64 sono invece gli enti convenzionati destinatari, a seguito di loro richiesta, dei farmaci raccolti. In particolare, nella provincia di Macerata, ben 30 farmacie parteciperanno alla giornata di solidarietà del 9 febbraio, coprendo in maniera omogenea l’intero territorio provinciale: Camerino, Matelica, Castelraimondo, Fiuminata, Gagliole, S. Severino Marche, Civitanova Marche, Recanati, Montelupone, Morrovalle, Macerata, Tolentino, Passo Treia, Corridonia; oltre 200 volontari accoglieranno le persone che entreranno quel giorno in farmacia per acquistare e donare un farmaco (volontari che dal novembre scorso hanno lavorato per mettere a punto tutti i vari aspetti organizzativi della giornata); e 21 sono gli enti assistiti destinatari dei farmaci: centri di solidarietà, case di riposo, comunità, strutture rieducative per giovani, strutture assistenziali per mamme e bambini, senza contare le persone che vengono aiutate direttamente dai volontari del banco appena vengono a conoscenza del loro bisogno. In pratica, ogni farmacia raccoglie farmaci per un ente preciso della nostra provincia, anzi il più delle volte per un ente della stessa città. Naturalmente solo le farmacie che affiggono le locandine del Banco farmaceutico, presidiate dai volontari impegnati nella giornata di raccolta, sono abilitate ed autorizzate a raccogliere i farmaci donati gratuitamente dai cittadini.
Tra qualche giorno, quindi, i volontari torneranno con grande entusiasmo a presidiare le farmacie coinvolte nell’iniziativa e a chiedere ai cittadini di donare un farmaco scelto tra quelli senza obbligo di ricetta. Ad ogni farmacia – come sopra detto – è abbinato un ente assistenziale già predeterminato, in modo che gli stessi farmacisti potranno indirizzare al meglio le donazioni sulla base delle specifiche esigenze dell’ente destinatario. Insomma, un circolo virtuoso ed estremamente professionale, che parte dal singolo cittadino intenzionato a compiere un’opera di bene e quindi nel caso specifico ad acquistare e poi donare un determinato farmaco; passa per il volontario il quale, donando il suo tempo e le sue energie, illustra l’iniziativa ed anche per il titolare della singola farmacia che, grazie alla propria professionalità, consiglia e indirizza la scelta (entrambi ovviamente presenti dalla mattina alla sera nella farmacia stessa); e infine, tramite la Fondazione Banco Farmaceutico, arriva in maniera mirata all’ente assistenziale abbinato a quella farmacia. A sua volta, l’ente assistenziale incamera direttamente i farmaci così raccolti qualora disponga di un proprio armadio farmaceutico, oppure, in caso contrario, ritirerà i farmaci di volta in volta, al bisogno, o li farà ritirare dagli stessi assistiti muniti di uno specifico coupon.
Da notare che i farmaci donati il sabato già il lunedì successivo, quasi in tempo reale, saranno presso l’ente destinatario munito di armadio farmaceutico (oppure saranno comunque disponibili presso la farmacia stessa), il tutto con grande rapidità e nel rispetto della tracciabilità del farmaco dalla partenza-farmacia alla destinazione-ente o persona che riceve. Quindi il 9 febbraio bisognerà entrare in farmacia anche se non ne ce ne sarà uno stretto bisogno, per partecipare ad una grande e meritoria opera di carità, che punta sull’amore e sulle generosità, che aiuta a riconoscersi nella comune umanità, che unisce, fortifica e gratifica al tempo stesso chi collabora attivamente all’iniziativa, chi liberamente dona un farmaco e chi poi lo riceverà. D’altra parte, si sa che fare del bene fa star bene prima di tutto chi lo fa, è paradossalmente un voler bene prima di tutto a se stessi. In questo caso è il farmaco acquistato e donato che aiuta a concretizzare la volontà di mettere a disposizione di chi ha bisogno non solo un determinato bene, ma anche il tempo e le energie, in una scelta di amore e di condivisione.
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Bravo Bommarito.
Donare un farmaco è l’unica medicina che fa bene e non ha controindicazioni. E’ un atto dovuto!
Sono stato sempre contrario a questo tipo di iniziative come la colletta alimentare, che solo in linea di principo sono lodevoli. nella pratica però molto meno. La mia contrarietà sta nel fatto che chi acquista i farmici o o gli alimenti per beneficenza, dovrebbe pagarli a prezzo di costo e non al prezzo di mercato, facendo guadagnare farmacie o supermercati. Tale contestazione la feci più volte anche in Consiglio comunale quando si trattava di patrocinare la cosiddetta colletta alimentare.
La donazione è in linea di principio e nella pratica un gesto di gratuità di chi la compie. Significa che il soggetto che decide di donare rinuncia ad una parte del “proprio” per offrirla a chi non ha o si trova in situazione di difficoltà.
Questo presupposto non viene meno in ogni caso anche se nella filiera che viene attivata qualcuno dei soggetti coinvolti non aderisce a questo stesso presupposto.
Nel caso specifico dell’esperienza di Banco Farmaceutico si può osservare che nella filiera non c’è solo il volontario che dona il suo tempo per stare in farmacia ad invitare alla donazione, ma c’è anche il farmacista che dà un offerta liberale per sostenere l’iniziativa e permettere all’opera di svolgere altre attività di recupero farmaci nel corso di tutto l’anno.
Per dare delle cifre, i farmacisti che aderiscono ogni anno alla Giornata di Raccolta del Farmaco ( e si tratta di farmaci da banco) donano oltre 500.000 euro. Con questo contributo si riescono a raccogliere farmaci nel corso dell’anno permettono a Banco Farmaceutico di coinvolgere le aziende farmaceutiche per donazioni di farmaci (in questo caso anche da prescrizione medica come gli antibiotici) per un valore commerciale di oltre 5 milioni di euro.
La mission di Banco Farmaceutico è quella di educare alla carità e pertanto il sistema ideale sarebbe quello che ciascuno degli attori coinvolti aderisca totalmente a questo principio, chiaramente dentro le compatibilità del rapporto tra sistema del profit e del no profit.
Marco Malinverno (Direttore Banco Farmaceutico)